Weekly Dram 24.35
I primi di agosto ho avuto l’immenso piacere di intervistare Billy Walker, un veterano del whisky scozzese la cui passione per le botti è nota a chiunque abbia avuto il piacere di provare uno degli imbottigliamenti finiti sotto la sua cura.
E di distillerie ne ha curate parecchie nella sua cinquantennale carriera, rimettendo mano allo stock di botti già presente nei magazzini e lavorando su nuovi profili che esaltassero il distillato: Deanston, il trittico BenRiach-GlenDronach-Glenglassaugh e oggi GlenAllachie, un nome che fino al suo arrivo si può dire fosse praticamente sconosciuto ai più.
Ha anche collaborato con altre distillerie come consulente per edizioni speciali, fra cui le tre uscite inaugurali dell’irlandese Lough Gill con l’etichetta Athrú, mettendo in campo tutta la sua conoscenza del distillato fin nelle interazioni chimiche senza mai tralasciare la poetica fascinazione per tutto quanto sfugge alla scienza per entrare nel campo della magia di aromi e sapori.
Nell’intervista ho chiesto a Walker del suo amore per i blended, categoria che anche in questa rubrica ho più volte citato come sottovalutata da molti appassionati pur contenendo una ricchezza immensa, e proprio da quell’amore è rinata un’etichetta dimenticata da qualche decennio.
Un blended cosiddetto “premium”, non tanto per il prezzo (che pure ha il suo peso) quanto per la fattura: una parte limitata di single grain molto invecchiato unita a 3 single malt (tra cui GlenAllachie) per ricreare un profilo che si rifà a ricette del passato, recuperando evocazioni che tanti blended contemporanei hanno perso.
Costoso? Forse, ma se avrete modo anche solo di assaggiarlo potrete capirne il motivo.
WHITE HEATHER 21 ANNI
Blended Scotch Whisky
48% abv, Botti ex sherry, ex bourbon e nuove
Prezzo intorno ai 140 euro
Al naso esprime una setosità pungente, che può sembrare un ossimoro ma credo riassuma quanto mi trasmette dal bicchiere: da un lato, la morbidezza di cera, miele d’acacia, caramello, mela cotta e marmellata di more, dall’altro la pungenza di spezie (cannella, noce moscata, zenzero), frutti rossi (lampone, mirtillo), lieve nota citrica e inflessioni erbacee. In lunghezza, sono le note sherried a prevalere, con la decadenza del PX che resta però bilanciata dalla parte erbacea con impressioni mentolate. Equilibrato e corposo.
In bocca ha una buona oleosità, sale il tono delle spezie (cannella, noce moscata, zenzero, pepe) con la componente sherry sempre in primo piano, dove frutti rossi, prugna cotta, uvetta e marmellata di arancia amara sanno integrarsi con le parti più morbide (ma meno accentuate che all’olfatto) di miele, mela, marzapane, butterscotch. Torna la parte erbacea, sottilmente sotterranea con velleità balsamiche e mentolate, e in lontananza un accenno di fumo.
Finale abbastanza lungo con tocchi tannici, spezie, arancia amara, frutti rossi, frutta secca, legno.
Il lavoro sulle botti, manco a dirlo, è magistrale, il concerto delle influenze è equilibrato e sa esaltare le singole componenti, comprese quelle grain, portando a un blended maturo e pieno, senza sbavature. L’unico difetto è il prezzo, che per un blended magari si fatica a trovare appetibile, ma la lavorazione per produrlo lo giustifica ampiamente.
Link a tutti gli articoli su The GlenAllachie: https://whiskyart.blog/it/category/scozia/speyside-scozia-2/glenallachie-speyside-whisky/
Il profilo della distilleria The GlenAllachie: https://whiskyclub.it/distilleria/glenallachie/