What is Ogogoro?

What is Ogogoro?

Tra un drink e l’altro, un amico mi sfida e mi dice “Scommetto che non mi riesci a dire nulla di un distillato che ho bevuto in un lontano viaggio in Africa, qualche tempo fa… Sai cos’è l’Ogogoro? Riesci a parlarmene?”

Sfida accettata.

 

L’Ogogoro e la Nigeria

La Nigeria è uno Stato con oltre duecento milioni di abitanti, il più popoloso Stato dell’Africa. Uno Stato che si estende sulla costa e si prolunga verso il Sahara, ricco di diversità culturali e Costumi, con più di cinquecento differenti lingue parlate, anche se la lingua ufficiale è l’Inglese.

La Nigeria è il Paese in cui l’Ogogoro rappresenta il nome più comune per denominare lo Spirito che viene prodotto da quello che pur chiamato con vari nomi in tutta l’Africa, costituisce The Palm Wine, il Vino di Palma.

Ci sono prove che il Vino di Palma sia una delle bevande più antiche del mondo, bevuto dall’Uomo appena questo comparve sulla Terra ed anche probabilmente prima.

Secondo Patrick McGovern dell’Università di Pennsylvania lo stesso Vino di Palma era sicuramente bevuto da uno dei più antichi Primati del Pianeta, Il Toporagno dell’albero assumeva nettare fermentato di palma continuamente.

Il Nettare di Palma fermentato o Vino di Palma rappresenta l’elemento basico per la creazione dell’Ogogoro, il distillato, che ancora non si è riusciti a datare nella sua origine nella parte occidentale dell’Africa.

Secondo alcuni l’origine della distillazione del Palm Wine sarebbe recente e proverrebbe da alcuni Nigeriani che avrebbero appreso l’arte della distillazione negli Stati Uniti negli anni Venti del secolo scorso e l’avrebbero trasnmessa ai compatrioti nigeriani al loro ritorno. Il Loro leader sarebbe un certo James Iso, secondo Chima J. Korieh della Marquette University.

 

Il nettare della palma

L’Ogogoro può derivare dal nettare di diverse specie di palma.

Nella zona del Delta della Nigeria la Palma più diffusa è la Palma Rafia Hookeri, il cui vino di Palma è maggiormente pieno di zuccheri rispetto ad altri tipo di Palme ed è anche il più produttivo in termini di quantità producibile di nettare di Palma. Questo tipo di Palma cresce soprattutto lungo i fiumi o nelle foreste paludose, infatti spesso il terreno in cui si rinvengono è coperto da fango o immerso in acqua.

L’albero impiega almeno sette anni prima di maturare al tempo giusto per essere spillato per raccoglierne la linfa, in ogni caso prima che lo stesso produca i suoi frutti. Ciò produce poi la morte dell’albero, questo il motivo per cui i raccoglitori delle Palme ne lasciano qualcuno intonso per il futuro.

 

 

Spillato, l’albero può produrre fino a cinquanta litri al giorno, in alcuni luoghi i raccoglitori di vino di Palma utilizzano metodi meno invasivi come raccogliere il nettare, tagliando l’inflorescenza, mentre il metodo più veloce è quello di incidere la Palma dal gambo, facendo salire l’incisore in alto sull’albero. All’incisione viene collegato un tubo che finisce in un contenitore per la raccolta del vino, che verrà venduto direttamente per il consumo o finirà ad essere utilizzato per il successivo distillato. È un’attività che dura tutto l’anno perché vi sono per tutto l’anno palme che raggiungono il giusto grado di maturazione.

 

Fermentazione selvatica

La fermentazione avviene naturalmente con i lieviti presenti nell’aria poco dopo che il liquido fuoriesce dall’albero, il succo si arricchisce naturalmente di aromi di papaya, mela, legno ed erba. Dopo già ventiquattro ore il contenuto alcolico è aumentato notevolmente e assume un distinto connotato acetico. A questo punto il Palm Wine ha raggiunto tra i 5 e i 7 gradi di alcol.

 

 

Dopo la fermentazione alcuni aspettano fino a sette giorni prima di procedere alla distillazione, mentre altri prediligono l’immediata creazione dello spirito.

Pare che l’affinamento del vino di palma prima della distillazione produca aromi di muschio ed agrumi, mentre portare in alambicco immediatamente il vino di palma fa sì che lo stesso sia più fresco, erbaceo e abbia sentori di frutti tropicali.

Il vino di palma viene posto in contenitori di metallo sotto fuoco, i vapori alcolici salgono da un tubo e vengono condensati attraverso un passaggio in serpentina contenente liquido freddo e raccolto in contenitore, gocciolando.

 

La distillazione

Trattasi di alambicchi simili al filippino, con fusti di metallo, riscaldati a fuoco e spesso isolati da argilla o altro materiale per preservarne il calore. Questo deve essere sufficiente a far evaporare l’alcol, ma non tanto eccessivo da far scomparire l’acqua contenuta nel vino di palma.

Molti consumatori locali utilizzeranno il distillato finale, l’Ogogoro, come base per un ulteriore blending con erbe medicinali, mentre altri lo preferiscono puro e ne ricercano freschezza e sentori distintivi non blendati.

 

 

Per la resa, occorrono circa duecento litri di vino di palma per creare venti litri di Ogogoro, che esce in finale ad una gradazione compresa tra i trenta ed i cinquanta gradi.

L’Ogogoro è detto gin di palma ed all’inizio del ventesimo secolo, sotto il dominio britannico era pesantemente tassato. Ciò ha provocato il fenomeno della distillazione clandestina con gravi ripercussioni anche sulla salute pubblica, a causa di insane distillazioni. Oggi la Nigeria è intervenuta per regolamentarne la produzione , infatti nel 2015 l’Agenzia Nazionale Nigeriana per l’Amministrazione ed il Controllo sugli Alimenti ed i Farmaci ha introdotto delle Linee Guida sulla sua produzione pena il divieto di vendita. Il contenuto di metanolo non può superare lo 0.5% v.v, i produttori devono iscriversi obbligatoriamente presso il Nafdac ed essere espressamente autorizzati alla produzione di Ogogoro, oltre che superare rigorosi standard di igiene ed esporre all’ingresso della Distilleria la Licenza alla produzione.

L’Ogogoro è dentro la Cultura e la Religione di molti Paesi africani e della stessa Nigeria, è spesso usato nei rituali religiosi come mezzo per comunicare con l’Aldilà ed è parte di molti racconti e di molte tradizioni legate al folklore africano, tra pratica sociale e culturale, tra umano e divino.

 

 

Alcuni Bar, detti Paraga Joint, servono Ogogoro ai frequentatori che degustando lo Spirito discutono e animano la vita sociale delle Comunità.

Ah, si ritiene che il nome derivi da “Gongoro” o “Gogoro”, suoni che richiamano il pesante effetto che, su inesperti consumatori, la bevanda fa conseguire. Dunque, attenti a consumarla, la trovate ormai ovunque nel mondo grazie alla globalizzazione, ed in ogni parte dell’Africa può assumere un nome diverso.

Inebriatevi responsabilmente.

 

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