Westland distillery, Seattle

Westland distillery, Seattle

Dal diario di viaggio di Claudio Riva, whisky e dintorni


Parlare con un appassionato di un whiskey prodotto a Seattle significa sicuramente parlare della Westland Distillery, significa parlare non di bourbon ma di american single malt, significa parlare di una distilleria che ha saputo farsi conoscere in tutto il mondo.

Acqua dell’acquedotto della città, un’acqua talmente dolce da non richiedere alcuna rettifica. Un mix di malti (Pale Malt, Peated Malt, Pale Chocolate Malt, Brown Malt, Munich Malt, Extra Special Malt, Washington State Peated Malt) di provenienza locale o scozzese. Un piccolo mashtun, cinque tini di fermentazione con camicia di raffreddamento. Lievito da birra (Belgian Saison), fermentazione che arriva sino a 145 ore. Wash still, un potstill con colonna e quattro piatti che danno un aiutino. Spirit still, un potstill con colonna vuota, senza piatti. Un mix di legni che vanno dal classico american oak vergine, a botti di secondo uso (ex bourbon, ex single malt westland, ex sherry, ex porto), al legno locale (Garry oak, quercus garryana).

Fare single malt in America significa non dover necessariamente ricercare lo stile dello scotch. Partendo già dalle materie prime, dove si spazia in ricette più da brewery che da distilleria (tutto lo scotch whisky è praticamente prodotto usando solo malto il più pale possibile, per ottimizzare l’estrazione di alcol, chi usa mashbill di orzi diversi lo fa per cercare aromi sacrificando un po’ di zuccheri). Significa sperimentare con orzi antichi (il bere e un orzo egiziano di oltre 5000 anni fa). Significa creare le opportunità per avere sempre più possibile orzo coltivato e maltato nello stato di Washington. Significa disturbare la scozia per la torba, ricercando però quella più elegante delle highland.

Il risultato? Una distilleria con una dimensione decisamente più grande rispetto alle altre artigianali visitate. Il tour non condotto dal distillatore ma da una guida molto preparata che ha saputo dare risposte a tutte le curiosità tecniche, quando si fa craft ci si abitua in fretta ad avere visitatori geek. Un whiskey già nella sua versione base molto elegante, avvolgente, floreale, senza quelle note di acetone di tanti americani, profondo e non palestrato. Il core range attuale (normale, sherry e peated) è imbottigliato a 92 proof dopo almeno tre anni di maturazione. Tanti i rilasci in edizione limitata, i single cask, alcuni handfilled. Scalda il cuore.

Whisky Club Italia #hipstertour19








Veloci appunti e qualche fotografia, importati da Facebook

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