Dal diario di viaggio di Claudio Riva, whisky e dintorni
Il volo di oggi mi porterà (per la prima volta) in Russia 🇷🇺, caro Pino ogni promessa….
Questo vuol dire due cose. Primo che passerò il mese di agosto, per vostra santa pace, senza visitare distillerie 🙁
Secondo che era cosa saggia presentarsi preparati e visto che ci ho girato attorno per due giorni ho colto l’occasione della zingarata in Inghilterra per una visita alla Chase Distillery. La storia è conosciuta, il coltivatore di patate William Chase dopo 20 anni decide di non piegarsi più alla avida volontà della grande distribuzione e si inventa il marchio delle patatine Tyrrells, il successo planetario è immediato. Un viaggio negli States e la visita ad una distilleria di vodka di patate gli fanno però capire che esisteva anche una seconda strada, ben più stimolante ed avventurosa.
Si, non ci sono errori, ho scritto vodka di patate. 🥔🥔🥔🍸
Questa parte dell’Inghilterra è davvero molto bella, la farm è affascinante, enorme, tradizionale e – palombaro a parte – reale. È possibile fare qualità quando si produce vodka? Non ho una risposta certa ma da ogni esperienza ho sempre imparato qualcosa e anche dalla visita alla Chase mi sono portato a casa non poche convinzioni.
Il mercato della vodka è “diverso”, affermazione facile da dire e da capire. Nonostante questo il tour è stato piacevolmente tecnico, avrebbero potuto puntare tutto sulle puttanate che circondano il contenuto della bottiglia, invece si è parlato di materia prima, di fermentazione – 36/48 ore, abbiamo annusato il wash – un purè alcolico al 9% abv, abbiamo assaggiato il cremoso new make al 96% abv e una quantità indefinibile di cocktail. La volontà di non filtrare pesantemente post distillazione, rimuovendo così tutto il carattere dello spirito, li ha portati a montare una colonna di rettifica enorme, tanto alta da sfondare il tetto della farm e proseguire per un’altra decina di metri.
Produzione artigianale? Non riesco a dare un giudizio ma il mondo ha bisogno di vodka e l’approccio da family owned single-estate distillery è quanto di più affascinante si possa trovare in questo settore. Del resto dalla vodka si ottengono gin secchi e aromatizzati, tutti noi ne beviamo, ed è piacevole sapere che i loro siano stati prodotti partendo dalle materie prime e non da uno spirito neutro.
Lo dico a bassa voce perché non ne vogliono parlare. In distilleria stanno maturando un po’ di botti di whisky, attualmente il wash proviene da un birrificio e viene distillato in casa, ma stanno valutando l’acquisto di tutte le attrezzature per diventare indipendenti. E dalla enorme vetrata della still-house si possono intravedere più campi di orzo che di patate.
In viaggio con Whisky Club Italia #unfiltered
Veloci appunti e qualche fotografia, importati da Facebook
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