Il progetto è ben chiaro nella mia testa sin dai primi istanti. Ad inizio 2021, quando finalmente si intravedeva la luce alla fine del lungo tunnel della pandemia, ho maturato la necessità di estendere la conoscenza del bere ottimo distillato ad una platea sempre più ampia di consumatori, non necessariamente definibili grandi appassionati di whisky. Il piacere di spiegare e condividere con altri la propria grande passione, non ha pari.
Durante le tante Cocktail Week, spuntate ad ogni latitudine del belpaese, non avevo percepito un ruolo importante del nostro caro amato whisky. Non sempre era messo in gioco e, se lo era, spesso non veniva approcciato con il livello di conoscenza che è scritto nel nostro DNA. Da qui è nato il format delle nostre Whisky Week, caratterizzate da due punti chiave:
- un format itinerante che consentisse allo staff del club di conoscere gli iscritti distribuiti in ogni angolo d’Italia;
- un coinvolgimento del territorio, sia nella forma dei tanti luoghi in cui si pratica eccellenza, che attraverso le reti di distribuzione.
La prima week si è svolta nella “nostra” Como, durante una improbabile giornata di fine agosto. Un successo pazzesco, il desiderio di ritrovarsi in compagnia dopo mesi di lockdown e una giornata strepitosa con sole e una brezza fresca, hanno trasformato il meeting in qualcosa più di un festival. Tanta la convivialità, vivacizzata dalle degustazioni in barca e in elicottero, dalla miscelazione e dal coinvolgimento di una ventina di locali del Lago (in un momento in teoria ancora non idoneo, visto che si era ancora in alta stagione).
Ma, come si sa, il primo passo è sempre quello più facile da fare. Quell’idea di non fare un “Whisky Club Italia festival”, ma una cosa volutamente differente – con logo e forme di comunicazione completamente nuove per noi – si è dovuta scontrare con una risposta iniziale da parte dei territori non sempre soddisfacente. Tutti noi eravamo felici di poter incontrare di persona i nostri iscritti, ma il coinvolgimento delle città è stato minimo, con pochi visi nuovi. La Whisky Week si stava trasformando in un “carrozzone” di complessa organizzazione (chiedere a Serenella), che permetteva agli iscritti più fidati di farsi qualche weekend in giro per l’Italia.
Il legame tra il Club e i luoghi di somministrazione del distillato non stava portando ad una sinergia efficace e, finita la week, il nostro lascito era davvero minimo. Alle aziende interessate a partecipare ho ribadito, durante le call di presentazione delle nuove tappe del 2023 e del 2024, la necessità di attivare la loro rete commerciale già presente sul territorio per poter giungere a risultati più penetranti, duraturi. Tutti ne potevano trarre vantaggio, compresi gli iscritti al Club, che avrebbero potuto beneficiare di maggiori luoghi di incontro.
E siamo arrivati, con il timone sempre dritto, a questo strano anno, il 2024, che tutti stiamo dipingendo come un periodo difficile per il distillato, con volumi in costante decrescita e un interesse da parte dei consumatori appassionati che sembra affievolirsi. Un 2024 che, invece, ha svelato le potenzialità delle Whisky Week. L’edizione di aprile a Firenze è stata epica, con una serie incredibile di eventi “Fuori Festival” e una partecipazione vivace e molto variegata. Il merito va principalmente riconosciuto a Daniele Cancellara, che da ottimo professionista ha saputo usare un linguaggio che noi non padroneggiamo. Avevo definito la Whisky Week Firenze 2024 come la “prima reale Whisky Week”. L’interesse per il whisky a Firenze è cresciuto tanto, oggi è sicuramente tra le città italiane con maggiore offerta di dram.
E poi è toccato al Veneto, dove mi sono preso una serie di critiche di chi vuole essere miope, per aver messo le gondole in copertina, con il festival fisico in realtà programmato a Noventa di Piave. Qui, complici sempre Daniele e le aziende che hanno voluto incrementare il loro coinvolgimento, è successo quello che sembrava essere un traguardo non avvicinabile. Mai avrei pensato, durante l’intera vita di Whisky Club Italia, di poter organizzare un whisky tour a piedi tra le calli di Venezia. E invece ci siamo trovati a godere di ottime bevute nei luoghi più esclusivi dell’accoglienza veneziana. Ogni barman/chef ha potuto interpretare liberamente l’uso dei whisky, in miscelazione o in pairing, trasmettendo sempre una pazzesca conoscenza del distillato e del suo utilizzo. Molti sono stati in passato nostri “allievi”, altri hanno lavorato all’estero. Ne sono uscite esperienze molto avvincenti e variegate, non solo nei tanti hotel “esclusivi” del centro città, ma anche nei luoghi più “punk” della provincia.
Ecco, la sensazione è proprio quella di avere finalmente centrato tutti gli obiettivi della manifestazione.
Bravi tutti, viva la Whisky Week!
A Como, ad inizio novembre, ci consentirete un pochino di autocelebrazione. Avere fatto crescere una realtà come Whisky Club Italia – con i suoi 27.000 iscritti e i quasi 300 eventi che porteremo a termine solo quest’anno – non era una impresa facile in un paese in cui il consumo di distillato è sempre stato secondario rispetto a quello di vino e birra.
L’appuntamento con la settima edizione della Whisky Week potrà essere di fronte ad un piatto gourmet di Materia o ad un abbinamento con eccellenze gastronomiche in Villa Geno, tra gli amici di Figino Serenza, nei tantissimi cocktail bar del Lago, o davanti ai banchi del festival della domenica. Tantissimi ingredienti, per accontentare anche i nasi più curiosi. Ognuna di queste anime potrebbe vivere separatamente, ma tutte insieme fanno la differenza!
La prima parte del programma della Whisky Week Como 2024 è da oggi online.