Una Bomba di cortometraggio

Una Bomba di cortometraggio

Qualche mese fa è uscito un cortometraggio, “La Storia di un’impresa formidabile”, che è sostanzialmente un documentario creato da Giacomo Ciarrapico, regista e sceneggiatore romano, già autore del celebre “Boris-Il Film” e che conquistò il Sacher d’Oro nel 2001 con il corto “Dentro e Fuori”. Con la voce narrante di Francesco Pannofino, famoso attore e doppiatore, racconta la vita troppo breve del maestro liquorista di Roma, Armando Bomba, inventore dell’Amaro Formidabile, ora di proprietà di Pallini spa.

 

 

 

Bartender e ristoratore, Armando nel 2014 avvia una nuova impresa con l’amico Franco Spagnoli e nel 2016 sono disponibili le prime bottiglie del loro liquore, che voleva essere un “amaro amaro”, come a lui piacevano. La location della nascita di questo liquore è una ex officina della periferia romana, a San Basilio. Una creazione romana “de Roma”, insomma.

Da Roma al mondo. Solo qualche anno, un lampo nella storia del tempo. Già nel 2018 Amaro Formidabile vince la Gran Medaglia d’Oro allo Spirit Selection by Concours Mondial de Bruxelles e nel 2019 lo stesso riconoscimento ottiene all’International Spirits Challenge di Burgees Hill, in Inghilterra.

Poi la “discovery” improvvisa, terribile.

La scoperta della malattia. La voglia di battersi, la consapevolezza dell’impotenza dell’Uomo davanti all’Ineluttabile.

E’ Armando che sa di doversi arrendere ma crede che la sua creazione artistica e liquoristica debba andare avanti nel segno dell’appartenenza al concetto di “romanità”. Cerca e trova Pallini spa, cui confida questa possibile, dentro di lui certa, necessità di dare un futuro al suo Amaro.

Avrebbe continuato lui a produrlo, ma non è stato possibile.

Oggi la produzione è cresciuta e come ha recentemente riconosciuto a Repubblica Micaela Pallini, si raggiungono le centomila bottiglie prodotte.

Gli arnesi di Armando sono presso Pallini, tra questi i suoi celebri ed alchemici infusori, da cui esce ancora un prodotto con evidenti sentori di rabarbaro,  di assenzio, di scorze di limone, di arancia amara e dolce, di bardana, di chiodi di garofano, di coriandolo, di genziana, di china rossa.

 

 

Certo l’etichetta futurista che Armando aveva escogitato ora non è messa piu’ a mano, ma la ceralacca c’è sempre.

Le botaniche vengono triturate, miscelate, poi riunite, attendendo il giusto tempo affinché la singola essenza possa dare il meglio di sé per esprimersi non da sola ma nell’insieme. Sulla bottiglia viene indicato l’anno di produzione con la doverosa consapevolezza che con il passar del tempo i ricordi gustativi ed olfattivi evolvono e chissà quali sentori offriranno se si ha il merito di degustare con la giusta lentezza la formidabile impresa di Armando.

Egli conosceva la grande tradizione liquoristica italiana, dunque non consentiva aromi chimici o di sintesi, ma solo botaniche che rappresentavano bene il suo amore per la Natura, cortecce, spezie, radici, lasciate a macerare per un tempo, da lui ritenuto opportuno, in alcol di grano.

Il risultato è un liquido di colore ambrato, con evidenti note aromatiche e speziate al naso, che cerca di mediare tra dolcezza e pungenza amara ed è contenuto in bottiglie di vetro dalla tipologia simile a quelle di Bourbon ma con una denominazione ed una grafica di chiara ispirazione futurista.

Non molto tempo è passato dalle prime cinquecento bottiglie uscite nel 2016, che a loro volta erano il risultato non solo di una vita di studi ed applicazione a cercare di ideare cocktail sul campo, ma anche di lavoro quotidiano a contatto con la clientela, e con la frequentazione di tanti amici dal “40” il baretto di Prati a Roma che Armando ha frequentato fin quando gli è stato possibile, al “Jack” di Piazza delle Coppelle sempre a Roma, icone di una movida differente, negli anni Novanta nella Capitale in cui anche io ero sbarcato alla ricerca della conoscenza del mondo.

 

 

Imbottigliare “l’esagerazione di un’idea”, era stato questo il claim cui Bomba si era ispirati quando il concetto di Amaro cui aveva in mente gli era palesato in mente. Per questo si era dedicato incessantemente allo studio dell’arte della profumeria, da lui correttamente ritenuta fondamentale per comprendere come dalle essenze si possa giungere a coinvolgere tutti i sensi umani e dunque arte la cui conoscenza è necessaria per ogni liquorista che voglia fregiarsi con dignità di tale nome.

Una meticolosità straordinaria lo conduceva a scegliere un fornitore di rose dalla Turchia, uno di china dal Perù, mentre la genziana doveva essere ovviamente italiana. Nessun controllo della temperatura, una macerazione tra i 23 e i 27 giorni. Diceva “ Mi piace lasciare la temperatura che c’è. A volte le essenze macerano d’estate a venti gradi, a volte d’inverno a tre gradi. Mi piace poter decidere: annuso e capisco quando è arrivato il tempo balsamico”. Così diceva a Puntarella Rossa Armando il 1 aprile 2019.

La gradazione alcolica? Trentaquattro gradi risultato della tintura di macerazione, miscelata poi e filtrata con un filtro enologico, ulteriore aggiunta di alcol e di uno sciroppo di zucchero italiano.

Ah Armando faceva anche una birra amara e molto aromatica, poi abbandonata per dedicarsi alla produzione dell’Amaro.

Rivedete il Corto e procuratevi una bottiglia di Amaro Formidabile, poi immergetevi lentamente nell’ascolto di ciò che Armando continua a raccontarvi attraverso questo alcol amaro ma addolcito da un’importante quantità di zucchero cui Armando attribuiva la qualità di rendere appetibili le tante sostanze amaricanti contenute nell’Amaro, che ricordiamo deve avere per legge un titolo alcolometrico minimo del 15%, mentre lo zucchero deve essere sotto il 10% per litro.

Oppure gustatelo in un locale di Roma, in una serata di Luglio o Agosto sul LungoTevere, o a Testaccio, quando le macchine cedono il passo alle affascinanti luci dei lampioni capitolini e alle passeggiate dei pochi romani rimasti in città, che si fanno largo tra i turisti che magari si gustano una ghiacciata grattachecca, cui preferiscono l’Amaro Formidabile di Armando, magari da gustarsi con un cioccolato con scorza di arancia dopo averci dato dentro con una Amatriciana importante, magari poi una Coda alla Vaccinara, così per allontanare le scorie, ripulirsi la bocca, sentire al palato il ricordo di una grande passione. Quella di Armando Bomba, il grande liquorista di San Basilio.

 

 

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