Weekly Dram 23.35
Mi è già capitato di parlare dei blended come una categoria erroneamente ritenuta troppo popolare dagli appassionati, che non tengono conto della grande conoscenza della materia prima che richiede l’abilità di mettere assieme whisky diversi in un nuovo prodotto che abbia una personalità propria e che non sia una semplice somma delle parti.
Trovare una ricetta che unisca distillati di origine e produzione diversa, dosando con attenzione le singole componenti perché risultino armoniche tra loro, è lavoro improbo forse ancor più del “semplice” vatting di botti dello stesso distillato per creare un single malt, e c’è chi vi pone una cura che ha quasi del maniacale come Shane McCarthy, Liam Brogan e Donal McLynn.
Tre irlandesi di Belfast che, forti di una lunga esperienza nel campo del beverage, nel 2020 decidono di lanciarsi in prima persona nel mercato dando vita a un blended con forti radici nel territorio, valendosi inizialmente della collaborazione di una distilleria che dell’artigianalità ha fatto la propria bandiera, Killowen.
Oggi nel loro catalogo si trovano anche single malt e single grain, che unendo distillati a doppia e tripla distillazione restano nel solco della fusione di stili diversi tra loro, e la linea provocatoria di “Dram in a can”, che offre un single malt e un blend in lattine da 100ml.
Oggi vi parlo del primo blended uscito sotto la loro etichetta, quello che rappresenta un po’ la loro filosofia fatta anche di grande trasparenza: è infatti divulgata la composizione, tutta con distillato della Great Northern Distillery, al 80% Dark e Light Grain rispettivamente in botti vergini ed ex bourbon, al 8% pot still in ex sherry oloroso, al 10% malto a doppia distillazione in ex bourbon e al 2% malto torbato sempre in ex bourbon.
TWO STACKS THE FIRST CUT
43% abv, botti vergini, ex bourbon ed ex sherry oloroso
Prezzo: intorno ai 50 euro
È decisamente l’anima grain a emergere con più decisione al naso, note vegetali molto intense con venature di noce moscata in cui foglie di tabacco, legno appena tagliato e ceralacca pizzicano piacevolmente le narici.
Ma l’olfatto scava in profondità, svelando una variegata ricchezza di aromi in cui le varie componenti si avvicendano con giocosa frivolezza, passando dalla frutta bianca (banana, pera, mela renetta) a quella scura (lamponi, fragolina di bosco), dalle dolcezze da forno (muffin, pane all’uvetta) a quelle pasticcere (crema, panna cotta) spingendosi fino al caffè. Un vero piacere da annusare, cogliendo sempre una sfumatura diversa intrecciata alle precedenti.
Dopo tanta pantagruelica gioia, il palato si arrende alle spezie che alzano i toni (zenzero, pepe nero, chiodi di garofano) in una oleosa e spessa coltre di frutti rossi, agrumi, caffè, con le note vegetali che si sostanziano in lunghezza assieme a frutta secca ed essiccata (mandorle, uvetta, pinoli, ribes).
Finale abbastanza lungo di spezie, frutta secca, caffè, legno, fragolina di bosco e un refolo di fumo.
Che naso spettacolare, ci si potrebbe perdere le giornate ad annusarlo nel bicchiere! L’unione di distillati e botti diverse ha dato vita a un olfatto decisamente freak, a cui il palato può solo inchinarsi accontentandosi di offrire “soltanto” una bevuta solida e compatta.
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