Weekly Dram 24.24
Ormai è diverso tempo che soffiano i venti della crisi in molti settori, e quello del whisky, non essendo propriamente un bene di prima necessità (almeno per i più), ne sta soffrendo da oltre un anno.
Se guardassimo però al numero di distillerie che quasi ogni mese vengono annunciate o accendono gli alambicchi, parrebbe di trovarsi in un periodo florido come non mai per il distillato di cereali!
Ovviamente la costruzione di una distilleria richiede anni di pianificazione, quindi ciò che vediamo attivo oggi è stato deciso quando effettivamente il mercato era florido e ricco di ottimismo.
Ma i nuovi annunci non si fermano, e forse bisogna solo essere lungimiranti e attendere che le cose si assestino in un futuro più roseo.
D’altronde, l’apertura di una distilleria ha un impatto sull’economia locale non indifferente, specie quando avviene in zone remote o dove mancano le opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani, quindi è lecito parlare di un ruolo anche sociale del whisky (di cui è fiero sostenitore il giornalista e scrittore Dave Broom).
In questo senso, la scelta di fondare la Isle of Harris Distillery è nata anche per ridare impulso a un’isola che si stava spopolando, con quella che il fondatore Burr Bakewell chiama proprio “distilleria sociale” all’interno di un’economia dove la produzione del pregiato tweed non è più un traino per la popolazione.
A settembre dell’anno scorso è uscito il loro primo imbottigliamento, frutto di 5 anni (non dichiarati) di maturazione, un torbato leggero e dal carattere decisamente diverso dai cugini di Islay.
Una nota la merita la confezione, molto curata, anche se il design la rende… non molto pratica!
THE HEARACH
Single Malt Scotch Whisky
46% abv, botti ex bourbon ed ex sherry
Prezzo intorno agli 85 euro
Al naso sono dolcezza e torba minerale a guidare le sensazioni, tanta frutta (pesca, pera, ananas, mango) anche secca (noci, mandorle) con miele, toffee, pasta di zucchero e una lieve nota balsamica. La parte di pasticceria tende a smorzarsi nel tempo per dare più spazio alla torba, il cui fumo delicato acquista spessore assieme alla parte minerale.
Al palato, tra le spezie (pepe, zenzero, cannella) si fanno largo evocazioni più appuntite e salate, con incursioni di frutti rossi (ribes, uva spina) e note vegetali più spinte, mentre il fumo resta come filo conduttore assieme all’accesa mineralità, qui ancor più caratterizzante. Mandorla, mela cotta, pera, zuppa inglese e tabacco si intrecciano alle ondate di salsedine che si soffermano anche sulle labbra.
Finale non molto lungo e secco di fumo, sale, note vegetali e minerali.
Whisky dall’alta bevibilità, complici sapidità e una gradazione azzeccata che spingono a una bevuta agile e disimpegnata, dove la gioventù certo non offre grandi complessità ma sa comunque regalare buoni equilibri e un carattere ancora in nuce ma che promette di esplodere tra qualche tempo.