Weekly Dram 24.38
Se avete un po’ la mania di Shakespeare come me, ogni volta che qualcuno nomina la Danimarca non potrete non pensare a tutto il marcio che vi si trova!
Non di soli fratricidi vive questo paese del nord Europa, ma possiede anche una vivace attività legata alla distillazione del whisky, di cui ho già avuto modo di parlare su queste pagine poco più di un anno fa assaggiando un Fary Lochan.
Se allora si trattava di un whisky che affumicava la materia prima bruciando ortica, con Stauning si torna alla più tradizionale torba, sebbene ben distante da quella scozzese cui siamo abituati.
La distilleria, nata nel 2005, è infatti dedita al “chilometro zero” quando si tratta di materie prime, sia per quanto riguarda i cereali (orzo e segale) che, appunto, la torba, prelevata dal vicino lago Bølling e bruciata assieme all’erica per asciugare l’orzo alla base di questa versione fumosa (come il nome suggerisce) del loro whisky.
Lavorazione molto tradizionale, con maltaggio a pavimento e i piccoli alambicchi alimentati a fiamma diretta, accanto a una ricerca non banale nelle maturazioni, che in altre espressioni hanno fatto ricorso anche a botti ex mezcal (sempre più comuni anche nello scotch) ed ex vermouth.
Per la bottiglia di oggi, la quadrupla maturazione è già più “ordinaria” per quanto variegata, ed è sempre interessante scoprire declinazioni diverse nei sentori fumosi che a tanti noi appassionati fanno impazzire.
STAUNING SMOKE
Single Malt Danish Whisky
47% abv, botti nuove, ex bourbon, ex rum, ex madeira
Prezzo intorno ai 105 euro
Al naso emerge un piacevole aroma di malto tostato, con venature di ginepro, rispecchiando l’aspetto vegetale dell’affumicatura. Caldo e avvolgente, riporta alla mente uno strudel appena sfornato: mela cotta, cannella, noce moscata, pinoli, uvetta, pasta sfoglia. Gli aromi sono delicati ma non effimeri, prevalentemente dolci con quel tocco leggero di fumo e spezie che non li rende stucchevoli.
Al palato è oleoso e pacato, apre con una lieve punta di pepe sulla lingua seguita da caramello salato, biscotti al malto, noce moscata, legno affumicato, mela cotta, bretzel e una lieve punta balsamica. L’impressione è che sia piuttosto leggerino, facendo prevalere la parte vegetale sulla lunghezza.
Finale abbastanza lungo e salino, di spezie, pane cotto a legna, malto.
Un torbato leggero, forse troppo, che manca di incisività per farsi ricordare ma riesce comunque a donare una bevuta piacevole e rilassante, gradita a chi magari cerca una torba più gentile. Dimostra della personalità, senza però portarla fino in fondo.
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