Smokehead Sherry Bomb #WeeklyDram

Smokehead Sherry Bomb #WeeklyDram

Weekly Dram 24.05

Quando si parla con qualcuno che si è avvicinato da poco al mondo del whisky, molto facilmente si scopre come la folgorazione sia avvenuta con un torbato: che sia Lagavulin, Laphroaig, Ardbeg o qualunque altra etichetta nota, l’esperienza offerta dalla torba è qualcosa che proprio affascina gli italiani.

Sarà perché quello della torba bruciata per noi è un complesso aromatico del tutto nuovo, sarà perché ci piacciono le cose affumicate, sia come sia, il percorso di tanti parte proprio da qui, magari trovandosi nel tempo ad abbandonarla del tutto per raggiunta saturazione!

Ovvio quindi che accanto agli imbottigliamenti storicamente torbati, si trovino tante proposte a prezzi “popolari” di imbottigliatori indipendenti che cavalchino l’onda (o il refolo) di fumo, spesso con distillati molto giovani e senza dichiararne la distilleria di provenienza: penso a tutta la serie Peat’s Beast, a Scarabus, The Ileach, Port Askaig e al recente Mr Peat.

 

 

E poi c’è Smokehaed, brand creato da una vecchia conoscenza del whisky scozzese, quel Ian MacLeod che, tra l’altro, ha rifondato la storica Rosebank, e che con il marchio dal teschio fumante ha scelto di puntare a un target molto preciso grazie al giovane single malt proveniente da Islay.

Un design aggressivo, muscolare, che presenta forti legami con il mondo degli appassionati di musica metal e soprattutto dei bikers: nel 2022, Ducati creò lo Smoker Sidecar, un “bar mobile” su due ruote che con il logo di Smokehaed girò UK ed Europa per “portare il whisky alle masse”, citando il loro motto!

Oggi provo una delle versioni più popolari, che coniuga l’invecchiamento in botti ex sherry alla torba in un accostamento spesso (ma non sempre) vincente.

 


SMOKEHEAD SHERRY BOMB
Single Malt Islay Scotch Whisky
48% abv, ex sherry oloroso

Prezzo attorno ai 70 euro

 

L’olfatto è carnoso, con salsa barbecue a pacchi, accoppiata all’anima sherried di uva sultanina, nocciola tostata, cannella e marzapane. Tosto, ma equilibrato.

 

 

Essendo un NAS non è dato sapere quanto tempo abbia passato in botte, ma da come scalda in gola non direi molti anni. Il legno si fa sentire sulla lingua, mentre il palato viene avvolto dai fumi oleosi del barbecue e delle braci, senza che manchi la componente più dolce ancora di cannella e frutta secca tostata, un tocco di liquirizia e, sulla lunghezza, una netta componente marina, con la salinità che bilancia il matrimonio di torba e sherry. Decisamente e fieramente Islay, quale sia la distilleria alla fine importa davvero?

Il finale è di sale (molto), salsa barbecue e leggera astringenza.

 

Una bella scelta l’abbinamento di sherry oloroso e alta torbatura, le due personalità così decise si ammorbidiscono a vicenda, forse paga solo un po’ di giovinezza: avesse un invecchiamento importante, mi sa che esploderebbe sul serio.

 

Link a tutti gli assaggi di Smokehead: https://whiskyart.blog/it/category/scozia/islay-whisky/smokehead/

 

In collaborazione con

 

ALTRI ARTICOLI

Comments

Leave a comment