Dal diario di viaggio di Claudio Riva, whisky e dintorni
Settima edizione del Craft Distilling Expo London, mia quarta presenza. Rispetto alle edizioni precedenti minore sensazione di “stupore”, il mercato inglese delle attrezzature per la distillazione artigianale si sta consolidando e per la prima volta è comparso un produttore cinese di alambicchi.
I numeri rimangono sbalorditivi, non contando la Scozia è confermato il tasso di crescita di una nuova distilleria alla settimana, il numero delle distillerie in Inghilterra è triplicato (!) in soli 5 anni. A chi mi chiede quante ne sopravviveranno io rispondo che chiuderanno solo quelle gestite da cattivi imprenditori e che un buon 80-90% raggiungerà la maturità, semplicemente oggi il consumatore desidera craft e desidera distillato. Aggiungo che se anche dovessero essere decimate per una congiuntura del mercato attualmente non prevedibile, resta che viene installato un nuovo impianto alla settimana, che servono alambicchi, fermentatori, materie prime, lieviti, bottiglie, tappi, etichette, consulenze, elettricisti, idraulici, marketing e tanti tavoli di discussione. E che sarebbe assurdo non intercettare tutta questa energia.
Ci siamo anche noi, ormai è più che una sensazione. Il 2019 potrà essere considerato l’anno zero della rinascita della microdistillazione italiana. Che l’arte della distillazione torni ad essere patrimonio pubblico!
Un viaggio, nel rame, con Whisky Club Italia.
Veloci appunti e qualche fotografia, importati da Facebook
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