Quella sporca dozzina

Quella sporca dozzina

 

QUELLA SPORCA DOZZINA
Ospitaletto Whisky Festival
Venerdì 27 e sabato 28 ottobre 2023

Resoconto di un soleggiato pomeriggio di quasi novembre con Dameris, GPP – fantastici padroni di casa – e un gruppo di impavidi criminali. Il XII° Ospitaletto Whisky Festival si conferma l’evento dell’anno, Parigi scansati.

 

Il prologo di venerdì sera

Siccome erano previsti “solo” 6 dram in degustazione, il tutto è iniziato il venerdì sera, protagonisti un sublime risotto con il tartufo e ad una la mezza dozzina di dram.

Abbiamo beneficiato della presenza di Tom e Boris, a rappresentanza di Whisky Club Croatia, che non si è presentato a mani vuote.

  • Lochside 1981-2009 Gordon & MacPhail, 56.1%
    Cask #803, Refill Sherry Hogshead
    .
  • Rosebank 1991-2000 Dun Eideann, 43%
    Cask #2092-94
    .
  • Glenmorangie 10 anni, 1992-2002, 57.2%
    Cask #1285, First Fill Bourbon Cask
    .
  • Glen Albyn 1979-2008, 57.2%,
    Le Clan des Grands Malts
    Cask #3348, Sherry Butt
    .
  • Strathmill 1976-1999, 57.1%, Mackillop’s Choice
    Cask #4256
    .
  • Caol Ila 17 anni Unpeated, 55.9%
    Bottled in 2015
    .
  • Bonus: Ardbeg Smoketrails, 46%, Travel Retail (anche no GPP ahahah)
    America Oak & Manzanilla

Non capita tutti i giorni di assaggiare un Glen Albyn (Inverness, chiusa nel 1983, demolita nel 1988) di 29 anni, un dram un poco oscurato dallo sherry speziato ma molto affascinante, o un Lochside di 28 anni (nei dintorni di Aberdeen, chiusa nel 1992 e demolita nel 2005), pure in sherry ma molto più fruttato e fresco. L’attenzione si è però diretta verso il Glenmorangie, un single cask imbottigliato dalla distilleria a gradazione piena, di “soli” 10 anni, che ha stupito per eleganza e per complessità. Rosebank molto leggero, piacevole nota di cereale, ma inconsistente.

 

 

La degustazione di sabato

La seconda sporca mezza dozzina ha accolto il gruppo dei 40 impavidi avventurieri, quest’anno un insieme di circostanze ha portato all’inserimento di un bel gruppetto di esordienti, sempre bene mettersi in coda di attesta e pregare che si liberi un posto.

In degustazione 5 eccellenze e 1 Ardbeg (da GPP definito l’Ardbeg che sa più di Laphroaig di tutta la storia della distilleria). Sei bottiglie che a volerci fare soldi avrebbero pagato una bella vacanza in Scozia e che invece sono state aperte e condivise.

  • Glenlossie 1977-2003, 45%, Samaroli 35° anniversario
    Cask #633, 360 bottiglie
    ., 360 b
  • Benromach 25 anni, 1981-2006, 54.2%
    Cask #584 – 586, Refill Sherry Butts
    .
  • Cragganmore 10 anni, 1993-2004, 60.1%, Diageo Special Release 2004
    Bodega European Oak Casks, 15.000 bottiglie
    .
  • Rhosdhu Loch Lomond, 13 anni, 1985-1998, 60.0%, Cadenhead’s Authentic Collection
    Individual Oak Cask
    .
  • Kilchoman 2011-2017, 56%, per Taiwan
    Cask 455/2011, PX finish
    .
  • Ardbeg Heavy Vapours, 50.2%Special Committee Only Edition
    Ex-Bourbon
    .
  • Bonus: Ben Nevis 6 anni, 1999-2005, 46%, Murray McDavid (grazie Pino)
    Bourbon / Port

 

 

Sul mio personale podio il Cragganmore, il Benromach e il Glenlossie, un giudizio che mi è sembrato di capire condiviso dai più.

Glenlossie molto elegante, fresco nonostante i suoi 26 anni, fruttato, bilanciato, forse troppo pulito e poco efficace al palato. Lo strano e non convincente Rhosdhu di Cadenhead’s, il whisky di Loch Lomond che oggi (dal 2007) associamo alla ricetta di 100% malto distillata in colonna (single grain), era invece in passato un single malt – prodotto dal 1966 sino al 2000. Il Kilchoman è una botte di 6 anni dedicata al mercato di Taiwan, finita in PX. Una cugina del nostro imbottigliamento, ho trovato in questa botte in degustazione un carattere un poco scontroso: di anni in bottiglia ne ha fatti a sufficienza, la torba troppo vegetale e la nota carnosa/sulfurea ancora troppo vivace. L’Ardbeg si è confermato interessante al palato, appena sopra la sufficienza, abbastanza vuoto al naso.

Dedico di seguito due parole ai due protagonisti, il Cragganmore e il Benromach.

 

 

Cragganmore 10 anni Special Release 2003, 60.1%

Definisco spesso Cragganmore come il cigno nero di Diageo. Presente nei Classic Malt of Scotland dal primo rilascio del 1988, a differenza degli altri malti (Glenkinchie-Lowland, Dalwhinnie-Highlands, Oban-Costa Atlantica, Talisker-Isole, Lagavulin-Islay), Cragganmore è stata eletta a rappresentanza dello Speyside ma – a mio parere – rappresenta una scelta “strana”.

  • Con l’utilizzo di un malto leggermente torbato (parliamo davvero di pochissimi ppm), con la presenza di un alambicco a testa piatta e dei worm tub, lo stile è tutto tranne che il classico miele dolce dello Speyside.
  • Pur essendo nel cuore dello Speyside, è l’unica tra le 6 distillerie dei Classic Malt sito in una location defilata anziché in un affollato luogo turistico, un “plus” sicuramente preso in considerazione dal marketing Diageo per le altre 5 distillerie.
  • A maggior ragione, Cragganmore è provvista di un piccolo visitor centre, non adatto ad accogliere grandi gruppi di appassionati.

Distillato nel 1993, ha perso al naso quella affumicatura evidenziate dalle note di degustazione di molti rater. Lo sherry è educato, la gradazione alcolica superiore al 60% è decisamente sotto controllo (cosa rara per un 10 anni), alla parte di frutta secca tostata (quasi bruciacchiata) si aggiungono note dolci zuccherine, caramello e marmellata di arancia. Finale molto lungo.

 

 

Benromach 1981-2006, 54.2%

Benromach ha chiuso nel 1983, per riaprire solo nel 1998 per opera del nuovo proprietario Gordon & MacPhail. Oggi famosa per la sua impronta torbata, una torba locale più gentile rispetto a quella medicinale di Islay, l’assaggio di questo imbottigliamento ufficiale a gradazione piena, distillato pre-chiusura nel 1981, ci ha permesso di capire come era allora lo stile del malto. Unione di due Refill Sherry Butts, ha rivelato un fumo molto più tenue rispetto a quello attuale, quasi inesistente, con note di cioccolato fondente, frutta tropicale matura e spezie natalizie. Una sorprendente bevuta profonda, con un finale davvero molto lungo.

 

 

 

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