Dal diario di viaggio di Claudio Riva, whisky e dintorni
PUNI Whisky – 2010 l’idea, 2012 la prima distillazione, 2015 il primo whisky italiano distillato in potstill, 2018 eccoci con due sorprendenti 5 anni.
Puni GOLD 43%, uno stile speyside in ex bourbon first fill con una pulizia incredibile e una energia conferita dalla maturazione in val Venosta. Miele, vaniglia, crema pasticcera, frutta tropicale, frutta gialla cotta, una piacevole spezia (pepe bianco e noce moscata), il balsamico “alpino” che emerge sul finale e che riesce a domare il legno. Ti dimentichi di averne bevuto un sorso e ti ritrovi con la bocca maledettamente ricca di toffee, una sensazione eterna sostenuta da una bella acidità di agrume giallo maturo.
Puni VINA 43%, botti europee ex marsala vergine, sempre quelle che hanno la capacità di accendere già al naso la nota floreale della segale (geranio, rosa, pepe rosa), la famosa segale di montagna ben presente nelle prime distillazioni di Puni e di cui adesso ne possiamo ben cogliere il contributo. Nota speziata decisamente addolcita all’ingresso in bocca ma che poi stravince con infinite ondate di panpepato. Sorprende, piacevolmente, la lotta tra la percezione iniziale di un corpo oleoso e grasso del distillato e la secchezza che rimane sul palato. A occhi chiusi più California che Sicilia.
Rispettivamente 54 e 59€, il salto di qualità è percepibile.
❤️🥃❤️🇮🇹️
Veloci appunti e qualche fotografia, importati da Facebook
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