Port Askaig Cask Strength #WeeklyDram

Port Askaig Cask Strength #WeeklyDram

Weekly Dram 24.36

Tra gli imbottigliatori indipendenti c’è una consuetudine di inserire nel proprio portafoglio base dei single malt (non da botte singola) la cui origine non venga dichiarata, inventandosi nomi di fantasia che siano evocativi del contenuto.

Curiosamente (ma nemmeno troppo), sono i torbati a dominare questa fetta di mercato, con etichette che mettono subito in chiaro il contenuto: Peat’s Beast, Mr. Peat, Smokehead per citarne solo alcune. Insomma, fumo e torba sono messi in primo piano, casomai ci fosse qualche dubbio su cosa attendersi nel bicchiere!

Elixir Distillers, l’azienda di Sukhinder Singh e Rajbir Singh (noti come fondatori dell’immenso shop online Whisky Exchange), hanno scelto una strada diversa per il proprio torbato, puntando sull’indicazione geografica (tipica?) per Port Askaig, che prende il nome da una cittadina che chiunque abbia visitato Islay conosce molto bene.

 

 

Port Askaig non può che portare alla mente una distilleria in particolare, Caol Ila: significa che sotto questa etichetta troviamo il suo distillato? Non necessariamente.

Non troverete la provenienza di questo single malt dichiarata in etichetta né altrove, ma se in passato l’informazione veniva tenuta sotto stretto riserbo, con il rilancio l’origine dagli alambicchi di Caol Ila è diventata esplicita, sebbene ancora non venga messa nero su bianco.

L’etichetta ha subito un radicale restyling nel 2023, l’assaggio che vi propongo oggi è quindi la nuova versione del grado pieno, composta da 60 botti ex bourbon divise tra primo e secondo riempimento, dichiarata come primo batch a cui, presumibilmente, seguiranno altri in futuro.

 

 


PORT ASKAIG CASK STRENGTH
Single Malt Scotch Whisky
59,4% abv, botti ex bourbon

Prezzo intorno agli 80 euro

 

Al naso offre tutto quello che ci si aspetta: barbecue sfrigolante di frutti di mare e alghe, legna ardente, frutta grigliata (ananas, mango, mela, albicocca), spezie (noce moscata, chiodi di garofano), un tocco di erbe aromatiche (rosmarino, timo), crema catalana, pasta frolla bruciacchiata. Pasta di mandorle e arancia candita, con una vena di salamoia in lunghezza. Diretto e preciso.

 

In bocca porta in primo piano gli agrumi (arancia rossa e candita, kumquat) con le erbe aromatiche, la parte costiera diventa una cornice salata e fumosa per le tonalità dolci (crema pasticcera, crostatina all’albicocca) e zuccherine (caramella al miele, gelée all’ananas) con una spruzzata di spezie (zenzero, chiodi di garofano, anice). Torba vegetale e legnosa, piuttosto secca in lunghezza con pennellate minerali.

Finale abbastanza lungo di spezie, agrumi, fumo dolce, pasticceria bruciacchiata.

 

Non stupisce né vorrebbe (o potrebbe) farlo, una bevuta senza picchi e con qualche caduta dovuta a una spiccata dolcezza, ma tutto sommato piacevole anche considerando la gradazione per nulla impattante.

 

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