Durante il Feis Ile 2023 ho partecipato alla The Ultimate Manager’s Evening, l’incontro con i direttori Diageo operativi su Islay. È stata anche l’occasione per salutare Iain McArthur, che oggi si sta serenamente godendo la pensione, lo ho incontrato settimana scorsa e manda i saluti a tutti gli amici italiani. La recente Lagavulin Warehouse Experience, la prima senza Iain, è ovviamente stata una degustazione differente, con le nuove guide che hanno esordito con “Sappiamo che in passato durante la warehouse experience succedevano cose strane, e che qualcuno veniva solitamente battezzato con il whisky. Ecco, dovessimo farlo noi, ci licenzierebbero in tronco!” È toccato al sottoscritto versare un abbondante campione di botte di Lagavulin 16 sul malcapitato Mauro, compagnio di gita e di … bevute.
Quello che mi ha colpito di quella serata del festival, è stata la giovanissima età dei 4 manager. Quattro perché quattro sono le realtà Diageo sull’isola: le distillerie di Caol Ila, Lagavulin, la allora nascente distilleria di Port Ellen e la Malteria. Siamo abituati ad associare la figura dei distillery manager a personaggi con esperienze ventennali, una aspettativa che viene ulteriormente rafforzata per le tre distillerie di Islay che rappresentano il meglio dell’offerta di single malt della più importante multinazionale degli spirits. Lagavulin aveva già preso questa direzione nel 2010, quando aveva accolto la giovane Georgie Crawford, donna poco più che trentenne, al comando della ammiraglia dello Scotch Whisky.
Con lo stesso stupore ho letto della nomina, a dicembre 2023, di un manager italiano alla guida di Lagavulin.

Pietro Maltinti
Pietro ha 31 anni. È originario di San Miniato, Toscana, e ha mosso i suoi primi passi alcolici nel 2015 in Germania, dove un insieme di coincidenze (il gemellaggio con un paesino tedesco e l’interscambio di stage lavorativi) lo hanno portato ad applicare i suoi studi di enologia come Assistant Brewer presso il birrificio indipendente di medie dimensioni Apoldaer. Quattro mesi sono bastati per imparare l’arte e metterla in pratica nella sua terra d’origine, assumendo il ruolo di Lead Brewer presso il Piccolo Birrificio Clandestino di Livorno.
Nel 2017 il trasferimento nel mondo britannico, dove – da allora – vive e lavora. Una posizione disponibile presso il Birrificio BrewDog gli ha consentito di affinare nel corso di 3 anni le sue competenza, sino a diventare Senior Brewer di Partizan Brewing (Londra, 2020-2021) e di Northern Monk (Leeds, 2022-2023). La sensazione di sentire sempre più stretto il mondo della birra e il bisogno di nuove specializzazioni, lo hanno portato ad interessarsi al mondo della distillazione.
L’occhio si è illuminato quando ha visto l’annuncio per una posizione temporanea come Site Operation Manager di Lagavulin. Un traguardo impensabile, valutando sia la sua non esperienza nel settore single malt whisky e il blasone della distilleria, una sfida che ha accettato sapendo che non avrebbe avuto nulla da perdere. Obiettivo centrato al primo colpo, come non fargli i più sinceri complimenti?
Il ruolo di Pietro è quello di sostituire Jordan Paisley, che – come raccontato su WhiskyArt – era stato nominato distillery manager di Lagavulin nell’aprile 2022 e che è in permesso di lavoro per buona parte del 2024. Un ruolo di sicura responsabilità, una nomina che conferma le sue grandi capacità e che lo ha introdotto nel mondo degli spirits passando dritto per la porta principale.
Io e Davide abbiamo fatto due chiacchiere con Pietro.
C. Pietro, nice to meet you, raccontaci un po’ di te e di come hai fatto ad arrivare sino ad Islay.
P. Io vengo dal mondo della birra, ho fatto tutta la mia carriera (dal 2015) nel mondo della birra, dal 2017 nel Regno Unito. Nell’ultimo birrificio in cui lavoravo mi sentivo un po’ annoiato della birra e ho cercato alternative. C’era un lavoro disponibile a Lagavulin, ho fatto l’Application e … è andata bene! Sono entrato in Diageo e sono qui solo per coprire il manager attuale sino a settembre e poi vediamo cosa succede.
C. Come è che non ci siamo incontrati settimana scorsa alla festa di Port Ellen?
P. Ci sono stato poco, eravamo in Silent Season con l’impianto fermo, sabato bisogna ripartire e venerdì sono andato a letto abbastanza presto. Abbiamo cambiato una pompa per gli alambicchi e fatto piccole manutenzioni necessarie.
D. È anomala la Silent Season a marzo, anche Caol Ila era ferma settimana scorsa. Come mai?
P. Ci sono stati un po’ di cambiamenti, quest’anno ne facciamo due, una ora e una a settembre. Di solito se ne fa una sola.
C. Come è vivere su Islay? Che aria stai respirando?
P. È bello. È bella la comunità di Islay, tutti si conoscono. Anzi, sanno già tutto di me senza che io abbia detto niente a nessuno, sanno dove vivo, la gente mi ferma per salutarmi. È bellissima la vita, io vengo dalle città e qui è molto diverso.
C. A un certo punto a maggio vedrai comparire una bandiera italiana sopra una casa nella baia di Port Ellen, quella è Casa Italia. Noi pensiamo al vino, alla pasta, tu porta una bottiglia di whisky, sei già invitato adesso!
P. Mi fa piacere, io sto occupando una posizione temporanea, magari a settembre andrò a lavorare in un’altra distilleria, bene che ci si veda a maggio.
D. I manager di Diageo sono tutti giovani su Islay.
P. Si, io ho 31 anni compiuti, sono del 1993, Jordan avrà circa 35 anni, la nuova distillery manager di Caol Ila (Eva Cumming) è bravissima e ancora più giovane, lo stesso Ali – distillery manager di Port Ellen – ha la mia esatta età. Mi trovo quotidianamente a lavorare con gente del posto molto più giovane di me, sono nati in famiglie tradizionalmente occupate nelle distillerie, per loro l’Università è gratuita, sono tutti molto bravi e hanno l’arte nel sangue.
C. Quale è la tua giornata tipo?
P. Devo essere sincero, lavoro con tanti distillatori che lavorano qui da più di venti anni, mi hanno accolto alla grande e spesso sono loro che risolvono tutti i problemi, sanno già cosa fare. Il mio ruolo è quello di verificare che tutto vada al meglio. La mia giornata tipo? La prima cosa che faccio alla mattina è di andare in sala di controllo e fare il meeting mattutino, dove verifichiamo come sono andate le 24 ore passate, per poi riportare tutto quello che è successo a tutto il gruppo di Islay, le tre distillerie e la malteria. Poi dipende dalle giornate, ci sono altri meeting, c’è da lavorare su dei progetti, spesso il focus è su come migliorare l’efficienza.
C. Non è quindi solo un lavoro di gestione ordinaria.
P. È un lavoro anche di progettazione, considera che adesso abbiamo appena finito questa Silent Season e per quella di settembre, sembra così lontano, devi in realtà già iniziare a chiamare le aziende per prenotare i loro interventi. Poi ci sono progetti a lunghissimo termine che vengono da analisi o studi fatti da Diageo, è una gestione aziendale a tutto campo, che si faccia whisky o che si faccia birra non è che cambia molto alla fine.
D. Rinnoviamo i complimenti. Avrai un sacco di obiettivi sul risparmio energetico, sul recupero del calore sui condensatori.
P. Per il 2030 abbiamo tanti obiettivi a livello energetico e per il consumo di acqua, che è enorme. L’impatto sull’ambiente è prioritario per Diageo e per gli altri gruppi.
C. Gerarchicamente come siete organizzati?
P. Ogni distilleria e malteria ha un suo manager, ogni gruppo ha un senior site manager che supervisiona il lavoro degli altri, con ruoli meno operativi. Islay ha un gruppo indipendente. A livello superiore c’è un Operations Director che controlla tutto il gruppo. Per quanto riguarda gli operatori, come i distillatori, la formazione è molto rigorosa ed è tutta fatta sull’isola. Non mandiamo lavoratori inesperti in distilleria, specialmente se fanno i turni di notte. Sono affiancati per mesi, c’è una procedura di formazione certificata. Sono “solo” 7 distillatori qui a Lagavulin, siamo una distilleria abbastanza piccola rispetto ad altre dello Speyside o a Caol Ila, è un lavoro che chi lo ha se lo tiene stretto.
D. Ci sono lavori di espansione previsti per Lagavulin o per la Malteria?
P. Non ne sono a conoscenza.
C. E per Port Ellen?
P. Considera che settimana sorsa la situazione è stata difficile da gestire, c’era una lista lunga di persone da accogliere, e io stesso non sono ancora riuscito a visitarla, ci sono stato una volta sola prima dell’apertura. Quando siamo in chiamata io devo coprire anche gli interventi per Port Ellen, dovrò conoscere bene il sito, lo farò nelle prossime settimane.
C. Allora a te il compito di scrivere l’articolo per il Daily Dram sulla distilleria Port Ellen, l’invito a Casa Italia te lo devi guadagnare!
P. Va bene!
D. Sei con la famiglia o sei da solo?
P. Mia moglie vive qui con me, lei è francese e ci siamo trovati in Scozia, è una bella storia.
C&D. Complimenti sinceri, vuoi lasciare un saluto agli amici di Whisky Club Italia?
P. Ciao a tutti, volevo salutare tutti i membri del Whisky Club Italia. Vi aspetto qui, se venite a visitare Lagavulin fate un saluto, sarò contento di accogliervi.