Novità dalla South Shore di Islay #islay57

Novità dalla South Shore di Islay #islay57

In ordine di comparsa, dal centro di Port Ellen verso Est.

 

Le distillerie fumanti

Laphroaig

I lavori di espansione annunciati da John Campbell durante il suo ultimo periodo in distilleria e tenuti congelati durante la pandemia, sembrano aver finalmente messo la quarta.

Avevo già raccontato delle nuove moderne racked warehouse erette nei mesi scorsi allo scopo di assicurare la maturazione piena su Islay del malto di Laphroaig. Finiti e pronti ad accogliere 30.000 nuove botti, i nuovi magazzini hanno ampliato la capacità isolana della distilleria da 70.000 a 100.000 botti.

I passi successivi? Almeno due.

Primo, raddoppiare la capacità dei pavimenti di maltaggio, costruendone di nuovi, per alzare la quota di malto prodotto in casa dal 20 al 35%. Ricordo l’attuale impossibilità da parte di Laphroaig di reperire malto commerciale dalla malteria di Port Ellen.

Secondo, per fare più malto serve più torba locale, motivo per cui è stato avviato il progetto Proof Posi+ive, Nature Positive che porterà nel 2040 le torbiere di Islay a produrre più torba di quanta ne verrà utilizzata dalla distilleria.

Tante sfide, nuove responsabilità. Per questa ragione David Turner, storico manager di Bowmore (con lo stesso proprietario, Beam Suntory) è stato spostato a Laphroaig come responsabile di produzione. Mi ha sorpreso vederlo in giro per la distilleria, dove resterà per almeno 9 mesi.

In questo periodo l’attuale manager di Laphroaig, Barry MacAffer, potrà completamente dedicarsi ai lavori di espansione. È probabile che dopo questo periodo David, grazie alla sua esperienza, diventi il supervisore di entrambe le distillerie, un ruolo più manageriale e meno operativo.

Tanto mi è stato riferito.

Dopo i bassi raggiunti ad aprile e durante il Feis, già segnalati, il trend negativo del Visitor Centre di Laphroaig prosegue. Tour molto deludente, con guida robot che ha recitato la storiella a memoria e che alla richiesta di poter fare o vedere cose sempre incluse nel tour ha saputo solo rispondere “sorry”. Sfortuna anche questa volta?

Rimane viva l’energia del luogo, oggi espressa più dai muri che dalle persone.

 


Lagavulin

Questa la situazione dei rari imbottigliamenti distillery only ancora disponibili sugli scaffali del Visitor Centre di Lagavulin:

  • Lagavulin 14 anni Feis Ile 2023 (3.024 bottiglie). In bella vista addirittura le bottiglie con numeri importanti, i vintage del XX secolo, compresa la #1967, il mio anno, bottiglia che ho ignorato e lasciato ancora là, invenduta. Correre!
  • Lagavulin 12 anni Feis Ile 2022 (6.336 bottiglie).
  • Lagavulin Islay Jazz Festival 2018, tra pochi giorni prenderà il via l’edizione 2023 del festival.
  • Lagavulin Distillery Exclusive Bottling

Che forse sia chiaro che ci siamo rotti?

Purtroppo no, l’imbottigliamento per il Jazz 2023, il venticinquesimo festival sponsorizzato da Lagavulin, sarà un 15 anni con finish in Oloroso Sherry cask e gradazione 53.9%, proposto a £250. Troppo, qualsiasi sia la sua qualità.

 


Ardbeg

Oltre che dal sole e dai sorrisi, veniamo accolti da una piramide alta due metri del nuovo imbottigliamento della distilleria, il The Harpy’s Tale. Bottiglia presa e finita in poche ore, a testimonianza della sua bontà, però non così elevata da giustificare il prezzo di £141.

A chi in Italia è rimasto senza, faccio presente che sugli scaffali della distilleria oltre al The Harpy’s abbondano i 19 anni TB/03 e TB/04, gli Heavy Vapours 50.2 e 46% abv, l’Hypernova e l’Ardcore.

Ho messo piede per la prima volta nella nuova sala di fermentazione.

Dopo il raddoppio della distilleria nel 2021, la situazione è la seguente:

  • Si utilizzano ancora il vecchio mulino e il vecchio mashtun, sufficienti per far fronte all’incremento di produzione
  • Ai vecchi 6 washback sono stati affiancati altri 6 di nuovi, sempre di pino dell’Oregon, 4 in una stanza e 2 in un’altra.
  • La vecchia still house è spenta, con un tavolino per degustazioni private al posto della scrivania del distillatore.
  • Della nuova bella still house avevamo già detto tutto.
Mashtun di Ardbeg
Vecchia sala di fermentazione di Ardbeg, 6 washback
4 dei 6 nuovi washback di Ardbeg
La vecchia still house, fredda, di Ardbeg
La nuova still house di Ardbeg con le due coppie di potstill

 

Distillerie non fumanti

Port Ellen

Struttura in vetro della still house completata da mesi, i lavori nel Visitor Centre sono in corso e, a giudicare dal caos, sembrano a buon punto. Già sappiamo che Port Ellen inizierà a distillare nelle prossime settimane.

 

Portintruan

A maggio erano appena state armate le fondamenta, notevoli i passi avanti per la distilleria dei fratelli Singh, con tutta l’ossatura degli edifici oggi in piedi.

Appena fuori l’abitato di Port Ellen, poche centinaia di metri prima di Laphroaig, nascerà nel 2024 l’undicesima distilleria di Islay.

 

 

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Comments

  1. Giornata ricca, abbiamo visto moltissimo, due big distillery con produzioni di whisky da capogiro!
    Concordo con Claudio nel dire deludente la visita guidata a Laphroaig, qui si percepisce la mano pesante delle multinazionali. A parte questo bello vedere realtà cosi grandi, sei alambicchi uno a fianco all’altro e una ware house vista solo dalla cancellata d’ingresso ( ha reso il tutto più “sacro e invalicabile”).
    Ardbeg molto energica se possiamo dire, vista le dimensioni e tutti i vari graffiti artisti rappresentati sui muri qua e la per la distilleria, anche qui sicuro zampino di un LV attento a colpire l’occhio del visitatore!
    La cosa affascinante di entrambe è la vicinanza al mare, dove una volta le navi potevamo accedere direttamente in distilleria.
    Anche qui assaggio di whisky preso direttamente dalla botte, che rende il tutto un po più artigianale e speciale.
    Guida giovanissima, fortuna e grande ricchezza avere con noi Claudio che ci dava sempre delle ottime perle e chicche a riguardo!!
    Anche qui abbiamo avuto modo di fare quattro chiacchiere e una foto con il Manager di Ardbeg

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