Newton, la mela, il gin

Newton, la mela, il gin

Nel 1666 in Inghilterra, cento anni prima che il monaco cistercense Eutimio Zannuccoli inventasse la formula magica delle Gocce Imperiali in Italia, cadde una mela davanti (o sopra?) un uomo inglese destinato a passare alla storia, Isaac Newton.

Isaac era nato in un modesto villaggio inglese, Woolsthorpe, addì 1642, anno in cui passava a miglior vita il celebre Galileo Galilei.

Non era figlio di ricchi possidenti, direi anzi che la Dea Bendata fin da tenerissima età non lo aveva amato.

Poco prima di nascere il padre decedeva improvvisamente, ed egli stesso era nato per miracolo, parto difficile, prematuro.

Quella dolce signora della madre lo aveva poi abbandonato a tre anni per provare a rifarsi una nuova vita con un altro uomo.

Isaac era cresciuto con la nonna, finchè la mamma, lasciata dal suo nuovo uomo, lo aveva ripreso ed aveva cercato di farne un buon contadino, coltivare la terra poteva essere attività redditizia in quell’epoca, gabelle e tasse varie non opprimevano l’agricoltura in Inghilterra come in Italia oggi, ma questa è un’altra storia.

Tuttavia Isaac non voleva fare il contadino, si divertiva a costruire mulini ed orologi, insomma no terra, si libri. A 19 anni era diventato studente del celebre Trinity College di Cambridge, studiava di tutto, era curioso di tutto, calcolo, ottica, astronomia. Passava ore a guardare la luce del sole per studiare come funzionasse la luce, poi più opportunamente era passato ad usare prismi di vetro che gli aveva consentito di comprendere il colore.

 

 

Purtroppo nel 1665 una pestilenza colpì Cambridge ed era dovuto fuggire dai suoi amati studi ed egli aveva si continuato a studiare, trasformando la sua casa d’infanzia in un laboratorio, aveva intuito qualcosa. Certo il buon Keplero aveva stabilito che i pianeti orbitassero ellitticamente intorno al Sole, ma perché?

Isaac aveva intuito che ci fosse una forza derivante dalla distanza, ma poi?

Seduto ad un albero di melo, di pomeriggio dopo aver ricevuto la visita dell’amico Charles De Mitri, amante di stelle e liquori, in un afoso pomeriggio, per la vecchia Inghilterra, dell’estate del 1666, contemplava l’orizzonte, quando una mela cadde davanti a lui. Cadde davanti a lui perpendicolarmente. Ora questa caduta a me e a Claudio, probabilmente non avrebbe detto nulla. Ci saremmo semplicemente mangiati la mela magari io con un buon Calvados, il Riva insieme ad un improbabile torbato.

Isaac no. Lui comprese. La mela cadeva sempre verso il centro della Terra, deve esistere una forza di attrazione nella materia, mela, Luna e Terra e tutti i corpi si attraevano secondo una forza inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza.

 

 

Tutto da una mela e dunque da un melo.

Dal clone di questo stesso melo, peraltro ancora vivo e produttivo, pur un po’ anzianotto, a Woolsthorpe Manor, nel Lincolnshire, soprattutto dalle sue mele, è stato creato, in cooperazione con il Cambridge University Botanic Garden (CUBG), un gin dai sentori di limone, lavanda, zenzero, rosmarino e ovviamente mela. La creazione è opera della Cambridge Distillery, che proclama sul proprio sito di essere al vertice dell’innovazione nella distillazione contemporanea.

 

 

Il nome del gin è Curator’s Gin, le mele vengono prese dal clone del famoso albero, di cui, se siete interessati, se vi recate sul posto, potete raccogliere le mele cadute a terra ma non quelle ancora sui rami…

La proprietà della Distilleria fa capo a William Lowe, già Master of Wine, dottorando a Cambridge e cultore di kung fu oltre che triatleta. È anche Master Distiller, che per i suoi gin è solito distillare “sotto vuoto” ogni singola botanica, seguendo le indicazioni di Robert Boyle, fisico, inventore e naturalista irlandese e dei suoi esperimenti di distillazione “sotto vuoto” effettuati già nel XVII° secolo. Boyle rivelò che non vi erano supporti scientificamente verificati circa la tesi aristotelica che considerava ogni materia costituita da terra, aria, fuoco ed acqua. Viceversa sosteneva Boyle la materia era costituita da particelle, tutte le materie erano formate da atomi. Celebre poi la sua legge che afferma che per ogni gas, a temperatura costante, costante rimane il prodotto della pressione esercitata per il volume occupato.

William e Lucy Lowe, eredi della distilleria di famiglia, fondata dall’antenato Darwin Lowe nel XVII° secolo, convinti della non esistenza di botaniche uguali tra loro in natura, sono assertori del fatto che ogni essenza va trattata separatamente prima di confluire nel prodotto distillativo finale.

La sperimentazione sul gin è da loro condotta ai massimi livelli ma si coniuga con il rispetto delle metodologie distillative del Seicento e soprattutto con la adesione totale alla citata tecnica del “Sotto Vuoto”. Ogni essenza deve essere padroneggiata singolarmente con estrema cura per poter dare il massimo al fine di realizzare un gin straordinario.

William ha sviluppato una tecnica di produzione che comprende nove elementi, tra cui tempi di distillazione, temperature e pressione, per creare un gin personalizzato a seconda delle botaniche da inserire ma anche, qualora lo vogliate, in base alle esigenze del committente, insomma un laboratorio tecnologico con uno sguardo ben orientato al futuro senza dimenticare la tradizione.

Peraltro il clone dell’albero della mela di Newton è stato raso al suolo dalla tempesta Eunice nel 2022, per fortuna che la distilleria veva immagazzinato quantità sufficiente di essenza di sue mele per riuscire a produrre il Curator fino alla crescita del nuovo clone già piantato.

Se non vi bastasse il Gin derivato dalle mele di Newton, questa interessante distilleria ne creato anche uno dedicato a Darwin, utilizzando i campioni di piante che il vecchio Charles raccoglieva in tour per il mondo tra il 1831 e il 1836, mandandoli poi al suo mentore John Stevens Henslow e confluiti poi nell’Erbario dell’Università di Cambridge, che custodisce circa mille esemplari botanici. Ai Lowe è stato consentito di attingere all’Erbario e di produrre tre gin. Già in circolazione l’Americas Herbarium, verranno poi l’Australasia e l’Africa. L’Americas esprime un notevole bouquet di sentori dal floreale al dolce, al fragrante, al fruttato, con un piacevole sentore erbaceo di sottofondo.

 

Insomma, dalla grande scienza alla distillazione di piacevoli e importanti gin, spesso il percorso è lineare e segue lo sviluppo del pensiero e dello sviluppo tecnologico.

Ah dimenticavo, forse è leggenda la caduta della mela dall’albero qui rappresentata, in effetti a riportarla per primo fu Voltaire nel 1727 dicendo che forse cosi avvenne la scoperta di Newton, io ci credo e mi bevo intanto un bicchiere di buon gin.

 

ALTRI ARTICOLI

Comments

Leave a comment