Fonte Laphroaig.it
La prima attività che abbiamo fatto durante la nostra gita sull’isola di Islay – ancor prima di aver visto Laphroaig – è stata la visita alla Dunlossit Farm.
Edo e Silvia, fedeli frequentatori delle nostre gite in Scozia, ci raccontano questa bellissima esperienza.
![](http://www.whiskyclub.it/wp-content/uploads/laphroaig.it/images/2009/090430_dunlossit_01.jpg)
Il nostro arrivo alla Dunlossit House
Di buon mattino ci incamminiamo verso la parte nord-est di Islay, proprio di fronte alla misteriosa isola di Jura. Entriamo nelle proprietà della famiglia Schroder, una vasta area di terreni che costituiscono circa un quarto della superficie dell’isola, cioè 18.500 acri.
Siamo nella Dunlossit Estate.
La famiglia acquisisce la proprietà nel 1937 e nel corso degli anni trasforma l’area in una grande riserva di caccia e pesca e in un allevamento di maiali e mucche di razza autoctona. Attualmente l’azienda occupa circa 30 persone e opera come una società senza fini di lucro; le attività principali sono mirate a:
- Accogliere i turisti-cacciatori che nei periodi dell’anno stabiliti possono soggiornare nella riserva e condurre l’attività di caccia nei limiti stabiliti dagli operatori veterinari della Dunlossit.
L’azienda è dotata anche di un macello in modo da poter lavorare la carne sul posto (anziché mandarla sulla terra ferma) e di recuperare ad esempio la pelliccia e le preziose corna dei cervi abbattuti.
Tutto sotto la supervisione di James, il custode e guardacaccia della tenuta.
![]() Indicazioni per la caccia |
![]() James ci descrive le attività nella riserva |
![]() Trofei dell’ultima stagione |
![]() Pelliccia di un capriolo |
- Accogliere turisti-pescatori che possono pescare le trote nei 7 laghetti della proprietà, noleggiando eventualmente delle barche oppure avventurarsi lungo il fiume Laggan per cimentarsi nella pesca al salmone. In prossimità del laghetto Ballygrant c’e’ poi la possibilità di cuocere il prodotto della propria pesca in un capanno attrezzato.
- Preservare l’ecosistema di questo paradiso tramite una agricoltura ed un allevamento decisamente sostenibili.
Buona parte della riserva era stata infestata dai rododendri, pianta non autoctona che aveva letteralmente soffocato ettari di colline e di pascoli.
Grazie all’attività della farm, la riserva è tornata alla bellezza iniziale.
![]() A remi nella riserva di pesca |
![]() Il capanno dei pescatori |
I visitatori possono liberamente passeggiare nei sentieri, tra le varie specie di piante e fiori, incontrando gli animali che allo stato brado abitano la proprietà: maiali, cervi, mucche, etc.
Tra le attività dell’azienda è di grande importanza, anche se è iniziata solo quest’anno, il monitoraggio delle varie specie di uccelli migratori che stazionano sull’isola in determinate stagioni del’anno, sotto la supervisione del Prof. Roy Dennis.
Abbiamo così scoperto che alcuni uccelli che solo pochi mesi prima erano su Islay, nella settimana della nostra visita erano arrivati in Russia!
![]() Percorso di una beccaccia |
![]() In tempo reale la loro posizione |
Un’altra iniziativa recente è la creazione, da parte dei dipendenti dell’azienda, di un orto, anche con coltivazioni a serra, recintato e protetto con cura dalle incursioni degli animali e dal vento.
Nella nostra visita alla riserva siamo accompagnati da Chloë Randall e dai suoi assistenti: dalla camminata a piedi lungo i sentieri, tra laghetti e cespugli di ginestre, tra alberi di ginestra ed arbusti spinosi, fino alla scoperta di maiali, pecore e mucche. Poi per la pausa di mezzogiorno ci ha regalato una piccola escursione in barca nel laghetto Ballygrant, fino ad approdare al capanno dei pescatori; dove lo chef François e gli assistenti di Chloë ci hanno servito una delicatissima grigliata di carni (cervo, maiale, manzo) e di trote appena pescate nel laghetto, oltre alle verdure ed alla birra di produzione locale.
 
![]() François, chef Francese, ci prepara il pranzo |
![]() E questi siamo noi, sazi e sorridenti |
Nel complesso una accoglienza da parte di Chloë, di James e di tutto il personale senz’altro amichevole ed entusiasta, dove traspare l’amore per la loro isola ed il forte senso di appartenenza alla comunità ed al territorio.
Leggi anche:
La nostra gita ad Islay (29 Aprile – 3 Maggio 2009) – Parte I
La nostra gita ad Islay (29 Aprile – 3 Maggio 2009) – Parte II
Dunlossit Estate Website
![]() I maiali cresciuti allo stato brado |
![]() Allevamento di simpatici alpaca |
![]() Anche la vegetazione ha qualcosa da dire |
![]() A spasso per le “stalle” a cielo aperto |