Resoconto Whisky Live di Londra (24/03/2011)

Resoconto Whisky Live di Londra (24/03/2011)

Fonte Laphroaig.it


Appena rientrato da Londra, 3 giornate di bel tempo trascorse nei parchi e in qualche museo.
Casualmente era anche il weekend del Whisky Live London, potevamo mancarlo?


Visitare Londra è sempre un’esperienza affascinante, per me rimane una delle più belle città al mondo.
Farlo a fine Marzo con tre giorni di sole, con temperature oltre i 20°C e con la primavera che si infila prepotentemente nella vita degli Inglesi è un’esperienza davvero unica.



La sede del Whisky Live London 2012, la bella Honourable Artillery Company

La carovana di Whisky Live, il festival del whisky organizzato dalla rivista Whisky Magazine è approdato anche quest’anno a Londra per una due giorni cittadina ricca di curiosità.
Il festival si è svolto Venerdì 23 e Sabato 24 Marzo nella prestigiosa sede del Honourable Artillery Company nel cuore di Londra.

Iniziamo subito col dire che i festival cittadini non sono mai stati i miei preferiti, in genere troppo affollati di gente interessata solo a mandar giù alcool, caotici e … last but not the least snobbati da Laphroaig.
E il festival di Londra ha sposato nella totalità questi aspetti negativi.
Ma bisogna esserci – un anno sì ed uno no – non fosse altro che per incontrare qualche amico o prendere parte a qualche masterclass.



Una delle due sale del festival, difficile muoversi nei corridoi

Quest’anno abbiamo preso parte alla sessione VIP di Sabato 24 Marzo – nella speranza di avere ambienti un po’ più confortevoli e meno affollati – ma sinceramente l’unica differenza rispetto al biglietto normale è stata nell’ingresso (più elegante e frequentato da belle hostess), in una maggiore quantità di gettoni di degustazione (che non abbiamo sfruttato) e in un pranzo un poco più raffinato rispetto a quello da pub proposto come standard (ovviamente noi li abbiamo “assaggiati” entrambi ed abbiamo preferito il secondo).

Gli espositori presenti non erano molti, una trentina di stand, con circa 200 whisky in degustazione (il solo banco del Bar Metro al festival di Milano ne ha di più).
Interessante comunque la presenza non solo di Scotch ma anche di whisk(e)y provenienti dall’Irlanda, dal Giappone, dal Galles e dagli Stati Uniti.
Il tutto concentrato in due sale decisamente troppo calde e sottodimensionate per il numero di appassionati presenti.



La degustazione The World’s Most Collectable Islay Malts

Praticamente tutti i biglietti d’ingresso e tutti i masterclass sono andati esauriti prima dell’apertura della manifestazione.

La nostra scelta per il masterclass è andata verso il The World’s Most Collectable Islay Malts, una strana ed interessante degustazione di rari malti di Islay.
Il masterclass è stato condotto da Jonny McCormick, creatore e curatore per la rivista Whisky Magazine del famoso Whisky Magazine Index, la classifica aggiornata ad ogni edizione delle 25 distillerie con maggiore valore sul mercato dei collezionisti.

Jonny ha organizzato tre degustazioni, quella dei malti delle Highland & Island, quella dello Speyside e quello di Islay.
Durante ognunga di queste tre degustazioni Jonnny si è divertito ad intervallare quattro fantastici dram con curiosità e notizia dal mondo del collezionismo.
E tutte le degustazioni sono state all’insegna di “andiamo ad assaggiare qualcosa di estremamente raro, di bottiglie che normalmente vengono acquistate e rimangono chiuse”.
Molto bene, la nostra scelta non poteva che andare verso il masterclass dei malti di Islay.



Jonny McCormick di Whisky Magazine

Jonny ha selezionato 4 malti provenienti da Kilchoman, Bunnahabhain, Laphroaig e Bowmore.

Abbiamo iniziato con il Kilchoman Single Cask 155/2006 (5 anni, 61.1%), un giovane 5 anni disponibile in acquisto solo presso il visitor centre della distilleria.
E’ ovviamente uno dei dram più maturi provenienti dalla più giovane distilleria di Islay, John MacLellan me lo aveva già fatto assaggiare ad inizio Febbraio durante la mia ultima visita su Islay, e proviene da una botte ex-Bourbon del 2006 e imbottigliata a gradazione piena (61.1%).
Mantiene ancora il carattere giovane e spigoloso del new make, ha una interessante torba dolce, l’alcool è decisamente fastidioso.
Un giovincello dispettoso.

Il secondo dram è stato un fantastico Bunnahabhain 40 anni (41.4%), alla lunga il migliore whisky del masterclass, ancora una volta la prova di cosa di buono possa rilasciare questa distilleria decisamente sottovalutata.
Cosa dire, nonostante i 40 anni di maturazione, il dram è non solo di una complessità e di una eleganza che non hanno pari, ma conserva ancora un intenso vigore solo leggermente ammorbidito da una nota di truciolo di legno.

E’ quindi arrivato il turno del Laphroaig Cairdeas 30 anni (43%), un dram di cui abbiamo già parlato, rilasciato per i Friends of Laphroaig da una combinazione di whisky maturato al 60% in botti ex-Sherry, al 40% in botti ex-Bourbon ed affinato in botti ex-Bourbon di primo uso.
Un Laphroaig non classico, piuttosto oleoso e masticabile, non mi ha mai fatto impazzire perchè io sono della scuola dei Laphroaig giovani e incazzati, ma che ha sempre riscosso un grande successo nonostante la serie limitata di sole 1536 bottiglie ed il prezzo proibitivo di £ 500.

Per concludere abbiamo assaggiato il Bowmore Vintage 1982 (47.3%), una edizione limitata (solo 501 bottiglie) da botti riempite nel lontano 1982 ed imbottigliate nel 2011 dopo una maturazione di 29 anni nel famoso Vault No.1, il magazzino sotto il livello del mare.
Un Bowmore eccellente, molto dolce, tropicale, marino, complesso con una fantastica nota di affumicato (una torba domata dal legno) e di mandorla tostata.

La degustazione è stata intervallata da interessanti informazioni circa il “mercato del collezionismo” che ogni mese da quasi un decennio stabilisce nuovi record, e da simpatici sketch come l’indovinare quanti serbatoi di una Mini possono essere riempiti con i Macallan battuti all’asta nel 2011 (ndr 175 serbatoi…).
Poi ci ha dato qualche dritta sui whisky che conviene acquistare oggi, ma di questo non vi dirò nulla ovviamente!

Nonostante l’antipatia che si riserva per il collezionismo – motivata solitamente dai propri limiti finanziai 🙂 – è stato piacevole scoprire come qualcosa di eccellente si possa nascondere all’interno di queste bottiglie.

A puro titolo di curiosità, attualmente i whisky più collezionabili, cioè quelli ai primi posti del Whisky Magazine Index, sono quelli di The Macallan e di Bowmore, seguiti da The Glenlivet, Ardbeg e Springbank.



Mai visto un cielo così blu a Londra!!!
 

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