Fonte Laphroaig.it
Il primo weekend di Ottobre ha visto nuovamente protagonista lo Spirit of Speyside Autunnale 2011.
Noi siamo stati presenti per una cinque giorni tranquilla ma gratificante.
27 gradi e mezzo in Scozia a fine Settembre … mai visto!
Arriviamo ad Edimburgo Venerdì 30 Settembre e veniamo accolti da una giornata serena, luminosa e molto, molto calda.
In aeroporto ci sono oltre 25°C e lungo la strada per Dufftown tocchiamo la temperatura record di oltre 27°C, cavolo siamo praticamente ad Ottobre.
La BBC racconta continuamente della temperatura record di Londra (30°C), ma annuncia l’arrivo di aria fredda dal polo Nord.
Aria che è arrivata Giovedì in Scozia e ieri alle nostre latitudini…
Insomma non si può mai fare un giro in Scozia senza parlare di meteo.
Vi risparmio il dettaglio delle singole degustazioni, se seguite questo spazio conoscete già il format della sessione Autunnale dello Spirit of Speyside.
Evidenzio solo che la migliore degustazione è – come al solito – stata quella dell’imbottigliatore indipendete Adelphi e che i nuovi tour a Glenfiddich (il costoso ma meritevole Pioneer Tour tra tutti) hanno saputo stimolare nuovamente la mia curiosità, nonostante abbia visitato la distilleria decine di volte.
Whisky Supper Muse and Songs in Tomintoul
Giusto il tempo di lasciare la valigia nel B&B che un pullman ci aspetta per condurci a Tomintoul, paesino che si trova 30 minuti a Sud di Dufftown e che ospita nei dintorni l’omonima distilleria ma soprattutto nel suo centro il famoso negozio The Whisky Castle.
Un po’ di Italia allo Spirit of Speyside,
un assaggio di pecorino e di pane carasau
Parlare di “centro paese” può portare fuori strada…. Tomintoul è in realtà un piccolo villaggio che si sviluppa per poche centinaia di matri ai lati di una strada poco battuta.
E’ qui che Mike Drury con la moglie Cathy hanno deciso di aprire questo il famoso whisky shop The Whisky Castle dove propongono l’intera gamma di Single Malt Scozzesi con una simpatia, un calore, che non ha pari.
Entrare nel loro negozio significa dimenticarsi dell’orologio e intraprendere un viaggio nel mondo dello Scotch che risulta sempre indimenticabile.
In occasione dello Spirit of Speyside hanno organizzato una cena-degustazione presso un locale ristorante, evento reso ancora più allettante grazie alla presenza del cantautore Scozzese Robin Laing.
Ottimo cibo, malti discreti, che abbiamo abbinato anche ad una forma di pecorino (con tanto di pane carasau) che ci siamo portati dall’Italia.
Mike Drury di Whisky Castle (a sinistra) e Robin Laing durante la cena al Clockhouse Restaurant di Tomintoul
Antipasto, salmone affumicato farcito con gamberi |
La porta principale, stracotto di agnello con verdure |
Glenfiddich Cooperage Tour
Siccome tutte le botti utilizzate in Scozia arrivano dall’estero già belle che fatte e usate (dagli Stati Uniti se ex-Bourbon o dalla Spagna se ex-Sherry), i bottai Scozzesi si occupano solo della loro manutenzione.
In due ci iscriviamo alla visita completmante dedicata al centro riparazione botti (cooperage) di Glenfiddich, centro che in passato abbiamo solo potuto sbirciare.
L’esperienza è stata molto interessante, anche se inizialmente ci siamo sentiti un po’ … in imbarazzo.
Questo tour è stato aggiunto agli eventi del festival solo un paio di settimane prima, noi ci siamo iscritti poi è andato subito fully booked per cui ci aspettavamo un bel gruppetto di una decina di appassionati.
Niente di tutto ciò, eravamo solo noi due…
Questo cooperage di solito non lavora il sabato … lo hanno tenuto aperto solo per il festival … per poi scoprire che proprio quella mattina era stata messa a programma la partita di rugby Scozia-Inghilterra.
Hanno subito bloccato le iscrizioni ma noi eravamo stati più veloci di loro … tutti i bottai si sono dovuti presentare al lavoro per un tour di due soli Italiani.
Se poi mettiamo il fatto che la Scozia ha perso per soli 4 punti con una contestata meta dell’Inghilterra proprio nel finale … la frittata è completa.
Non si sono scoraggiati, il tour lo abbiamo fatto con l’amico Brian responsabile del Visitor Centre di Glenfiddich che ci ha dedicato un paio d’ore molto interessanti e “mirate” agli ospiti Italiani.
Abbiamo così scoperto che Glenfiddich (caso praticamente unico) ha deciso di conservare la manutenzione delle botti rinunciando invece alla produzione del malto perchè ritenuta una attività più importante.
D’altronde se pensiamo che il malto contribuisce a meno del 10% del profilo aromatico del whisky imbottigliato mentre le botti vi contribuiscono per almeno il 60%, è subito chiaro come sia strategico avere il controllo diretto sulle botti.
Tutto l’investimento di una distilleria viene consegnato a questi contenitori di legno che devono essere estremamente affidabili e di qualità elevata.
Attualmente la manutenzioni delle botti è quasi tutta fatta con ausilio di macchine (martelli e punteruoli sono scomparsi).
Ma l’arte del bottaio rimane comunque inalterata, è solo grazie all’esperienza di decine di anni che un “professionista delle botti” riesce a riparare in un giorno 20-30 barili.
L’unità automatica di rigenerazione delle botti presso Glenfiddich
Se una botte ha problemi viene inviata ai bottai.
Se una botte è ancora sana viene invece sottoposta ad un test per vedere se è ancora in grado di rilasciare aromi o se è arrivata a fine ciclo.
Questo test è di una semplicità disarmante.
Si analizza il colore dello spirito contenuto a fine ciclo precedente di maturazione.
Se il colore è sufficiente scuro (sopra un determinato livello) significa che la botte può ancora dare qualcosa e viene rimandata al Filling Store per un nuovo riempimento.
Se la colorazione invece è scarsa, la botte viene mandata al cooperage.
Qui la botte viene controllata, si sostituiscono eventuali doghe danneggiate, e poi viene rastremata internamente con una macchina a controllo numerico.
Si rimuovono due/tre millimetri di legno esausto per riportare in superficie quello ancora vivo.
La botte viene alla fine di questo ciclo nuovamente carbonizzata (se ex-Bourbon) o tostata (se ex-Sherry) a secondo del livello richiesto dalla distilleria.
Quindi si fa un ultimo controllo bagnando il legno, chiudendo la botte e sparandovi dentro dell’aria compressa.
Se compaiono bolle di acqua in superficie significa che sono ancora presenti dei difetti.
Questo procedimento è tutto automatico, quindi l’arte del bottaio non è messa alla prova.
Se qualche doga ha dei difetti, la botte viene invece smontata, le doghe sostituite, riassemblata e solo successivamente rastremata e carbonizzata.
E’ durante questa operazione di riparazione che l’arte del bottaio viene durante messa alla prova.
Il lavoro che io farei in una giornata intera viene invece fatto in poche decine di minuti con una naturale sicurezza.
La botte viene rivitalizzata (rastremata all’interno) e carbonizzata o tostata a seconda dell’uso previsto |
A fine tour mettiamo la nostra firma, una botte maturerà per anni con il nostro nome sopra… |
Una delle doghe danneggiate che vengono rilevate e sostituite durante la rigenerazione delle botti
Quello sopra è l’interno di una doga di botte ex-Bourbon (carbonizzata), sotto di una botte ex-Sherry (tostata)
Le degustazione del Whisky Shop di Dufftown
Come al solito Mike Lord del locale Whisky Shop di Dufftown ha proposto durante il festival le più interessanti degustazioni.
Suoi favoriti sono sempre gli imbottigliatori indipendenti, che rispondono con una massiccia presenza.
Poi da un paio d’anni Mike ha introdotto una degustazione dedicata ad Islay (non sono nemici, sono semplicemente diversi…).
Quest’anno è toccata ad una verticale della baby distillera Kilchoman, con la presenza di John MacLellan incontrato pochi giorni prima a Parigi.
Come al solito il Lunedì sera, serata di conclusione del festival, tutti i resti delle bottiglie utilizzate durante le varie degustazioni del festival sono stati messi a disposizione nel negozio di Mike per un Drams party da brivido.
Le degustazioni del Whisky Shop di Dufftown propongono sempre il meglio degli imbottigliatori indipendenti, tutti amici di questo festival |
Un interessante e raro Single Blended (un blended di un whisky di malto e di un whisky di grano prodotto dalla stessa distilleria): un Lochside 46yo distillato nel 1965 |
Quello che ci sta attorno, lo Speyside
Tutto quello che abbiamo vissuto è ulteriormente arricchito dal paesaggio che ci ha circondati.
Lo Speyside è d’oro grazie alla raccolta autunnale di orzo |
… mentre qualcuno sogna di pescare sul fiume Spey |
Una lieta sorpresa nell’Highlander Inn di Craigellachie – il nostro pub preferito dello Speyside. Troviamo una bottiglia del Laphroaig che abbiamo selezionato per Slow Food Monza Brianza (quella sotto la campana con la villa in etichetta), chissà che strada ha percorso per arrivare sino a lì!