Fonte Laphroaig.it
L’etichetta è in grado di fornirci molte informazioni sul whisky contenuto, questo è il suo lavoro.
Alcune informazioni sono ovvie e obbligatorie per legge, altre non sono poi così scontate.
Il nome della distilleria, l’età, la gradazione alcolica, la capacità della bottiglia.
Talvolta anche l’anno di distillazione, l’anno di imbottigliamento, il numero ed il tipo di cask.
Queste sono le informazioni ovvie (alcune obbligatorie per legge) che oggi possiamo trovare sull’etichetta di un qualsiasi Single Malt.
Modifiche di legge, del layout dell’etichetta o delle caratteristiche del whisky imbottigliato possono avere un effetto collaterale: possono fornirci un’indicazione sugli anni in cui quel Single Malt è stato imbottigliato.
Laphroaig, nonostante sia tra le distillerie che non ami variare il layout di etichetta, non fa eccezione.
Semplificando, possiamo suddividere la storia degli imbottigliamenti originali di Laphroaig nelle seguenti cinque ere.
ISLAY MALT SCOTCH WHISKY
Premettiamo il fatto che prima della Seconda Guerra Mondiale, gli Scotch Whisky venivano raramente imbottigliati come Single Malt.
Molte delle bottiglie di fine ‘800 o di inizio ‘900 sono dei falsi, talvolta perfetti artefatti, talvolta l’etichetta e il vetro possono essere veri ma spesso il tappo ed il contenuto sono dubbi.
I primi Laphroaig Single Malt di cui si hanno informazioni certe sono quelli che riportano in etichetta la tipologia ISLAY MALT SCOTCH WHISKY.
Sono etichette bianche con davvero poche informazioni riportate in etichetta, se confrontate con le etichette odierne.
Visto che sono bottiglie che possono avere 30, 40, 50 anni di vita, oggi le loro etichette mostrano tutti i segni del tempo e sono spesso sbiadite.
Le bottiglie che sono rimaste esposte alla luce del sole hanno un etichetta che è diventata giallastra.
UNBLENDED ISLAY MALT SCOTCH WHISKY
Successivamente (probabilmente dai primi anni ’80), l’etichetta ha guadagnato qualche scritta di ‘marketing’ come il The most richly flavoured of all Scotch whiskies (il più ricco di sapore tra tutti gli Scotch whisky) e la denominazione da Islay Malt Scotch Whisky è stata trasformata in UNBLENDED ISLAY MALT SCOTCH WHISKY.
Dopo decenni di dominio assoluto dei commercianti di whisky Blended – i whisky ottenuti miscelando botti provenienti da distillerie diverse – l’aggiunta dell’aggettivo Unblended (non miscelato) voleva riportare l’attenzione sulla distilleria e far capire che con questo prodotto non si voleva ‘costruire un prodotto’ ma comunicare il carattere della singola distilleria.
E’ come chiamare un anello d’oro come un anello di non-bigiotteria per farne capire la qualità … oggi sembra assurdo, ma allora erano tempi diversi!
SINGLE ISLAY MALT SCOTCH WHISKY
:- Senza il Royal Warrant
Con la regolamentazione introdotta dallo Scotch Whisky Act del 1988 (entrato in vigore nel 1990), si è fatta molta chiarezza; il termine Unbleded e tanti altri termini (come gli ingannevoli Old, Fine, Rare, Special) non si sono più potuti utilizzare.
Il Single Malt poteva essere chiamato solo Single Malt Scotch Whisky, con la possibilità di specificare la zona di provenienza (Islay, Lowland, Highland, Speyside, Campbeltown).
Laphroaig ha optato per la denominazione SINGLE ISLAY MALT SCOTCH WHISKY
Finalmente era nato il termine SINGLE, con Single Malt si identificava il malto proveniente completamente, al 100%, da una singola distilleria.
L’identità della distilleria aveva finalmente ottenuto la sua rivincita su quella degli abili (e spesso avidi) commercianti.
SINGLE ISLAY MALT SCOTCH WHISKY
:- Con il Royal Warrant
Il 1994 segna indubbiamente un punto fermo; è l’anno in cui Laphroaig ha conseguito il Royal Warrant ed ha potuto vantare di essere fornitore ufficiale della famiglia Reale Britannica.
Tutti gli imbottigliamenti successivi al 1994 riportano quindi ben evidente in etichetta lo stemma reale.
I primi imbottigliamenti appena dopo il conseguimento del Royal Warrant non lo riportavano in etichetta (e sul tubo), ma solo nella retro-etichetta.
Quindi per alcuni imbottigliamenti ambigui degli anni ’90, la presenza o meno dello stemma reale permette di identificare se l’imbottigliamento appartiene alla prima o alla seconda metà di quel decennio.
ISLAY SINGLE MALT SCOTCH WHISKY
Dal 2007 ad oggi, credo per una decisione del marketing della distilleria, si è passati ad utilizzare la denominazione ISLAY SINGLE MALT SCOTCH WHISKY, invertendo le parole Islay e Single rispetto alla denominazione precedente.
Con questo si è voluto mettere in maggiore evidenza il termine ISLAY ed il termine SINGLE MALT, che in precedenza erano … ‘miscelati’.
Riesco ad essere preciso con la data 2007, perchè osservando gli imbottigliamenti dei vari Feis Ile, sino a quello del 2006 (il vintage 1994) era riportata la scitta Single Islay Malt, mentre dal quello del 2007 (il meraviglioso vintage 1989) è comparsa la scritta Islay Single Malt.
Questo è il layout attuale delle etichette degli imbottigliamenti ufficiali di Laphroaig.
Quindi possiamo concludere che osservando qualche semplice informazione in etichetta, possiamo perlomeno identificare il periodo in cui il Single Malt è stato imbottigliato (e non distillato, occhio!!).
Ulteriori informazioni utili a collocare nel tempo la nostra bottiglia possono derivare dall’analisi di altri parametri:
- la gradazione alcolica che può variare nel corso degli anni; per esempio il Laphroaig 10 anni è stato imbottigliato al 43% di alcool sino al 2000 (oggi è imbottigliato al 40%);
- alcuni imbottigliamenti in passato erano a 75cl ed oggi sono a 70cl;
- la fascetta dell’accisa (ove presente) è cambiata nel corso del tempo. Per esempio in Italia le attuali fascette verdi in passato erano rosa-verdi o – ancora prima – rosa-arancio;
- i cambi di proprietà della distilleria possono trovare un riscontro in etichetta; non è il caso di Laphroaig dove in etichetta è rimasto impresso l’originale “Bottled by D.Johnston & Co.”;
- taluni imbottigliamenti trovano impresso in bottiglia la firma del distillery manager (quindi conoscendo il periodo in cui lavorava presso la distilleria…);
- eventuali medaglie o premi aggiudicati durante importanti concorsi possono trovare menzione sulla bottiglia; spesso sono piccoli bolli aggiuntivi (mai esagerati e pacchiani come per taluni rum);
- il numero di lotto, che è stampato sul vetro della bottiglia, è per gli imbottigliamenti vecchi di solito poco indicativo; solo recentemente fornisce informazioni utili – mentre in passato spesso era assente o, se presente, era un numero progressivo senza riferimento all’anno.
Queste informazioni sono spesso imprecise (molti importatori stampavano in loco le etichette e spesso non rispettando velocemente le variazioni dell’etichetta ufficiale rilasciata dalla distilleria), o sono valide solo per alcune nazioni oppure per alcuni imbottigliamenti; nessuno sino ad oggi si è preso la briga di compilare un database completo ed affidabile.
Quindi non siate troppo fiscali con questa interpretazione, prendetelo come un buon indizio.