Fonte Laphroaig.it
Mesi fa abbiamo parlato di come degustare un Single Malt, ma non abbiamo sufficientemente messo a fuoco lo strumento che ci accompagna durante questa piacevole attività: il bicchiere.
Qui nulla è scontato…
La faccio semplice, molti tra voi sono già appassionati degustatori di vino e non hanno bisogno di sentirvi raccontare la solita storiella.
Evidenzio solo che qui stiamo parlando del bicchiere da degustazione da whisky, quello teoricamente migliore per evidenziarne le qualità (o i difetti).
Se poi voi volete bere il vostro whisky preferito nella coppa dell’amicizia (il Quaich) o i una tazza di ceramica, magari in compagnia di vostri amici, quella è un’altra storia.
Il bicchiere da degustazione
Tanto per iniziare il bicchiere deve essere di vetro o di cristallo, trasparente, sottile, perfettamente asciutto e pulito.
E’ preferibile che sia incolore e privo di scritte, proprio per poter apprezzare meglio tutte le sfumature cromatiche che offre il whisky.
Per questo motivo i bicchieri per i degustatori professionisti sono di solito fatti con il “mezzo cristallo”, cioè con un vetro che contiene il 9% di piombo (e non il 24% di piombo come per il cristallo puro, che tende ad assumere una tonalità scura, affumicata, che disturba l’analisi del colore).
E’ ovvio come la qualità del bicchiere sia di fondamentale importanza per l’analisi visiva. Un whisky non è quasi mai di tonalità scura (fanno eccezione solo alcuni whisky maturati per molti anni in botti ex-sherry di primo uso),
ma il bicchiere deve essere rotondo e trasparente per poter essere inclinato ed offrire l'unghia, la parte più lontana dall'osservatore dove lo spessore è minore e si possono notare le sfumature del colore,
e il ferro di cavallo, la zona più vicina allo stelo e all’osservatore, dove lo spessore del whisky è maggiore e dove è possibile analizzare la trasparenza, la presenza di pulviscolo in sospensione.
Nella sua apparente semplicità, il bicchiere svolge un ruolo essenziale e determinante per la valutazione di una qualsiasi bevanda alcolica, soprattutto, svolge una funzione insostituibile per la valutazione di uno degli suoi aspetti più avvincenti ed esaltanti: i suoi aromi.
Una caratteristica fondamentale del bicchiere deve essere la presenza dello stelo, che può essere più o meno lungo.
La sua funzione è quella di distanziare il naso dalla mano del degustatore, mano che è portatrice di odori o profumi che possono disturbare l’analisi olfattiva.
Inoltre la mano è a 37°C e, se usata a contatto del calice, provoca un riscaldamento eccessivo del whisky, una eccessiva evaporazione dell’alcool e quindi un disturbo alla degustazione.
Quindi usate il bicchiere tenendolo non per il calice, non per la parte alta della stelo, ma per la sua base.
Per l’analisi olfattiva è molto importante la capacità del bicchiere di convogliare gli aromi verso il naso del degustatore.
E’ per questo motivo che i bicchieri hanno di solito una forma ad uovo allungato o a tulipano (frutto di precisi rapporti, in modo tale che gli aromi riescano a svilupparsi meglio e in modo più compiuto) e con l’apertura superiore più stretta rispetto al corpo, così da agevolare una superficie di contatto con l’aria più ampia e la concentrazione dei profumi in una zona adatta a porvi il nostro naso.
Il bicchiere Scozzese da degustazione
A mio giudizio il bicchiere del Milano Whisky Festival, rappresentato nella foto qui sopra, è un ottimo strumento per la degustazione.
Il bicchiere rappresentato qui di lato – che pecca perchè senza stelo – ha invece una storia tutta Scozzese.
L’idea nasce circa dieci anni fa quando Raymond Davidson, direttore della Glencairn Glass, ha evidenziato come a fronte di un bicchiere tipico per la degustazione di vino, sherry, champagne, brandy, ecc. non esistesse un bicchiere “tipico” per la degustazione dello Scotch Whisky.
Dopo un periodo di consultazione con i master blender Scozzesi e con la SWA (Scotch Whisky Association), nel 2001 l’azienda produttrice di bicchieri ha optato per questa forma e ne ha immediatamente iniziata la produzione.
Questo è il primo bicchiere della storia pensato per il whisky, ha immediatamente trovato il favore delli esperti (tra cui Michael Jackson che ha dichiarato “Spero che i ristoranti e i pub lo adottino, e che diventi un segno distintivo degli intenditori del buon whisky”) e dell’industria dello Scotch ed ha una particolarità sconosciuta ai molti.
La sua forma ricorda quella del fiore del cardo, simbolo nazionale della Scozia.
Oggi è possibile acquistare il bicchiere Glencairn presso ogni distilleria, con il logo personalizzato, fatto che lo rende un ottimo ricordo da portarsi a casa (il costo varia dalle 3 alle 5 Sterline).
Personalmente lo giudico come un discreto bicchiere da degustazione, sicuramente non il migliore, anche perchè il suo impatto “per i turisti” ha favorito la produzione di quelli di fascia bassa (con vetro spesso e di qualità non eccelsa).
Il fiore del cardo
Quando abbiamo parlato dell’olfatto, abbiamo già detto come il tumbler – l’ampio bicchiere quadrato o rotondo dei film Americani – sia adatto solo a contenere il ghiaccio e quindi sia il peggior bicchiere da utilizzare in degustazione.
Per chiudere, un paio di suggerimenti. Primo abituatevi ad usare un bicchiere sempre con la stessa forma, l’uniformità della degustazione può solo produrre una migliore uniformità di giudizio.
Infine lavate il bicchiere con semplice acqua calda, l’uso di detersivi profumati o del brillantante della lavastoviglie lasciano sempre residui non desiderati nel vostro bicchiere che possono condizionare la successiva degustazione.
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