L’uomo che sussurra agli alambicchi

L’uomo che sussurra agli alambicchi


Nel 2015 l’ultima mia partecipazione alla Festa della Grappa Barile, quando il Maestro Gino Barile era già 83enne, e iniziava ad accusare qualche piccolo problema di vista che non minava assolutamente la sua vivacità da puro combattente. Le notizie sulla vendita della distilleria ad un gruppo di imprenditori si rincorrevano, ma il timone della distilleria era sempre saldo nelle sue mani.

Quest’anno la Festa della Grappa Barile si ripeterà per la 26° volta. I festeggiamenti  coincideranno con quelli dei novant’anni del mastro distillatore. Un importante traguardo, a cui segue un importante punto di svolta. Gino ha detto basta, “la 26ª Festa della Grappa Barile sarà anche l’ultima edizione”. Non sarà un addio, il patrimonio storico, culturale (e anche liquido), l’amoreyoutu e la passione per un’arte che lo ha portato incoronato come “Re della Grappa”, sono valori eterni, senza scadenza.

L’appuntamento è per il pomeriggio di domenica 4 dicembre, in distilleria a Silvano d’Orba (Alessandria). Gli “onori di casa” saranno fatti, come sempre, da Luigi Barile e dalla moglie Saveria De Palo.

Impossibile mancare, io ci sarò.

 


26ma (e ultima) FESTA DELLA GRAPPA BARILE
Con consegna del “Premio Grappa Barile 2022”

Un tuffo nella storia nella terra dei distillati. Con questo slogan torna Domenica 4 dicembre 2022 , a partire dalle ore 15.00 la 26ma (e ultima) FESTA DELLA GRAPPA BARILE con consegna del Premio Grappa Barile 2022 e 90mo compleanno del Mastro Distillatore

 

Incantevole location sarà come sempre l’antica distilleria Barile a Silvano d’Orba (AL), luogo antico, affascinante, quasi magico, dove il tempo sembra essersi fermato; luogo non solo di ritrovo di appassionati bensì di confronto, dove tradizione genuinità e cultura si incontrano.

Una “bottega d’arte” che per il prezioso valore dei suoi alambicchi a bagnomaria scaldati con fuoco a legna – che hanno ormai superato il secolo di vita – e della sua struttura unica al mondo è già stata location di interesse per le giornate del FAI nel 2015 e per la quale, il Mastro distillatore Luigi Barile – Gino per gli amici -, ha inoltrato la candidatura per la messa in tutela da parte dell’Unesco come patrimonio culturale, affinché diventi fonte di ispirazione e di insegnamento di vita per le generazioni future.

Non è solo una grappa quella di Gino, è un distillato di cuore, di passione, d’amore, di vita e visitare la distilleria è un’esperienza quasi mistica: qui il mastro distillatore, classe 1932 , produce un distillato di rara eccellenza: insignita di diversi premi e oggetto di una fama crescente, la grappa Barile rappresenta un importante distillato d’autore, frutto di un lavoro duro e paziente, di tecniche tradizionali e di una mano esperta e rituale che conosce i tempi giusti e le maturazioni che fanno della grappa un prodotto unico e pregiato, morbido, ricco di profumi e sfumature e di imperdibili aromi.

In ogni bottiglia c’è l’amore e la passione di Gino per il suo lavoro: un lavoro artigianale e difficile ma che gli ha dato molte soddisfazioni : sua la grappa donata ai Capi di Stato al G8 di Genova nel 2001 e al G20 del Canada nel 2010. Ma quest’anno c’è una ragione in più per andare a Silvano d’Orba, nell’Alto Monferrato: il compleanno del Mastro Distillatore, giovane novantenne la cui biografia lo rende quasi un personaggio da romanzo che dopo un’infanzia di sacrifici e di stenti e dopo aver fatto una lista di innumerevoli lavori è riuscito a diventare un imprenditore di successo, addirittura incoronato come il “Re della Grappa”, quella che nel 2000 il Grande Luigi Veronelli definì “la migliore d’Italia”.

Come da tradizione verranno consegnati i Premi Grappa Barile 2022. Quest’anno i premiati sono:

  • Dr. Marco Grasso – giornalista e inviato de Il fatto Quotidiano
  • D.ssa Maddalena Oliva – giornalista e Vice Direttore de Il Fatto Quotidiano

Ospite d’onore, che consegnerà i Premi, sarà

  • Padre Enzo Bianchi – fondatore della comunità monastica di Bose

L’evento, sarà presentato dalla regista-filmaker Wilma Massucco – autrice del documentario sulla vita di Luigi Barile dal titolo “Chi l’avrebbe mai detto?”– mentre non mancheranno i momenti sensoriali guidati da Virgilio Pronzati, profondo conoscitore dei terroir dei vini di tutto il mondo, grandissimo sommelier, enogastronomo, poeta e insegnante nelle scuole alberghiere, che vi “racconterà” i sapori delle diverse Grappe.

Come di consueto verrà offerto un buffet realizzato dalla prestigiosa Ditta di Silvano d’Orba Bottaro & Campora Ricevimenti, che preparerà una mega-torta. Per tutti i partecipanti un omaggio a sorpresa, oltre al libretto della costituzione italiana – con breve introduzione dello storico dell’arte e Rettore dell’università per stranieri di Siena Prof.Tomaso Montanari – affinché continuino a difenderla e a battersi per farla attuare e per ricordare don Andrea Gallo con il quale il Mastro Distillatore ha contribuito alla nascita della costituzione essendo lui (il 25/4/1945 all’età di 12 anni e mezzo) portaordini del comitato di liberazione locale e don Gallo membro della brigata partigiana cattolica di Genova-Certosa comandata dal fratello, ex sottotenente del genio, Bernardino Gallo.

La manifestazione si svolgerà anche in caso di pioggia e in totale sicurezza nel più ampio rispetto delle norme ancora esistenti per il contenimento della diffusione del Covid19. Ampio parcheggio gratuito a 90 mt dalla distilleria.

Lasciatevi trasportare in questo viaggio senza tempo ! Vi aspettiamo numerosi come sempre !

Per maggiori informazioni sulla festa, sulle grappe e quant’altro si rimanda al sito www.grappabarile.it.

 

BOR BAR SNC GRAPPA BARILE
Distilleria Artigiana Grappa
di S. De Palo e L. Barile

Grappificio e mag.invecch.in Silvano d’Orba
Via Roccagrimalda 17

 

 

 


La storia di Grappa Barile

Grappa Barile nasce nel 1976 dall’idea e dal sogno accarezzato sin dal ’58 dai due soci fondatori – Gino Barile e l’amico d’infanzia Antonio Bormida – nei cantieri navali di Sestri P., Genova (durante la costruzione del transatlantico “Leonardo Da Vinci”) – di fare la grappa “più buona che ci sia”. Sogno inseguito a lungo fino a quando un giorno si presenta l’occasione di acquistare un’antica distilleria nella zona di Silvano d’Orba, un piccolo comune dell’alessandrino, dove un tempo sorgevano ben 5 distillerie artigianali.

Gino, dapprima meno convinto e molto preso dai suoi impegni lavorativi, decide di assecondare l’amico Antonio, per poi convincersi con il passare del tempo della bontà dell’idea. Questa felice intuizione lo trasformerà negli anni in un distillatore doc e infine nel “sacerdote della serpentina”, come lo definì il giornalista Cambri. Tra le 125 distillerie artigianali e industriali a livello italiano esistenti, la grappa Barile è considerata una “delle migliori grappe italiane” (Veronelli , 2000).

BOR.BAR è l’acronimo che identifica i due soci originari (Bormida e Barile, appunto). Dopo la prematura scomparsa di Bormida, oggi accanto a Luigi c’è la moglie “Nuccia”, che lo supporta nelle scelte quotidiane con entusiasmo e passione. Impresa a conduzione familiare, Grappa Barile è conosciuta e apprezzata in Italia e all’estero, visti i diversi riconoscimenti ricevuti nel corso degli ultimi anni.

 

Un uomo di spirito!

“Gino” (Luigi all’anagrafe) è un personaggio che non si incontra tutti i giorni: classe 1932, si è fatto da solo, dopo una prima fase di vita molto difficile tra guerra e dispiaceri familiari (abbandonato dal padre in tenera età). Di lui si dice che abbia sempre lottato per il rispetto delle sue convinzioni e dei diritti fondamentali: un “combattente”, che, se crede in un ideale (non gliene mancano!), lo difende a spada tratta. Questo lo ha dimostrato in diversi frangenti della sua vita, ricca di incontri e di opportunità, grazie alla sua determinazione.

Alla giovane età di 82 anni, oggi Gino ripercorre la sua storia per lasciare un messaggio alle nuove generazioni “Lottate per quello in cui credete senza paura”. Lui ne sa qualcosa: ha fatto la staffetta partigiana, si è diplomato, studiando di notte e ammazzandosi di fatica, ha costruito il suo sogno di avere una distilleria (“Non sapevo niente di grappa, prima di iniziare questa avventura”), ha messo in piedi uno studio da commercialista dal nulla, è stato un militante politico a servizio della comunità, ha combattuto ingiustizie senza preoccuparsi delle conseguenze.

Nella sua vita, ha fatto una quarantina di mestieri: non è mai stato con le mani in mano. “Non sono un supereroe – commenta Gino dalla sua – sono sempre stato un gran curioso. Tutto qui!”. La curiosità e la voglia di fare, infatti, sono state le sue armi per saltare l’ostacolo e raggiungere molti obiettivi nella vita.

Ha iniziato a 12 anni facendo il porta ordini nel periodo della Resistenza, al fianco del suo indimenticabile datore di lavoro, Enrico Parodi, partigiano cattolico e maestro di vita. Di lui Gino dice “Mi ha tolto le paure con il suo esempio!”. Crescendo, ha militato nella Democrazia Cristiana, nella Margherita e poi nel Partito Democratico. In virtù degli incarichi di responsabilità che ha via via ricoperto, ha sempre denunciato le irregolarità riscontrate. Nella sua vita c’è molta coerenza e rispetto per i compagni di viaggio, gli amici, ma anche per gli “avversari”. Lo studio è stata una delle molle che l’hanno reso un “uomo migliore”. Studiare da adulti, quando si lavora è tutt’altro che semplice, ma avere la motivazione, almeno nel suo caso, è spesso determinante per migliorare la vita.

Da ricordare, la sua grande amicizia con Don Andrea Gallo e il suo impegno durato molti anni per la Comunità di San Benedetto al Porto. Da imprenditore e da uomo convinto di doversi sdebitare per la sua “fortuna” ha sempre saputo adoperarsi per gli altri. Al fianco del “Gallo”, ha amministrato la Comunità per tanti anni, condividendo le lotte per affermare il diritto alla costruzione di un nuovo modello economico: quello del non-profit. Sarà anche per questo che nella distilleria, nella parte dove si conservano i distillati più longevi, Gino ha messo una sagoma ad altezza naturale del suo amico Don, che “dirige gli angeli” – dice, ridendo – “per fare venire buona la grappa!”

 

La distilleria

La distilleria BOR.BAR a Silvano d’Orba (AL) sorge su un sito ottocentesco dell’Alto Monferrato, ristrutturato dai due soci a metà degli anni ’70, che lo hanno reso più funzionale, ripristinando tra l’altro due piccoli alambicchi a bagnomaria alla “piemontese”.

La struttura è appartenuta a Leonzio Lasagna, dopo aver dismesso i panni da vivandiere dell’armata di Napoleone. Una delle cose che colpisce, entrando nella distilleria, è lo straordinario forno – unico nel suo genere, che ricorda i “ronfò” genovesi. Questo nome deriva dalla storpiatura di quello originario dell’anglo-americano Sir Benjamin Thompson, conte di Rumford, inventore di un particolare focolare molto adatto per le cucine di fine Settecento.

All’interno del forno, si brucia la legna per riscaldare le caldaie che trasmettono calore, attraverso l’acqua degli alambicchi, secondo il metodo a “bagnomaria”. “La particolarità – afferma fiero Barile – è distillare con il fuoco di legna, che non ha più nessuno. E’ un sistema delicato che dà una giusta temperatura alle vinacce, che non vengono sfruttate al massimo”.

Questo forno è di particolare pregio e meriterebbe di essere patrimonio dell’Umanità. Non a caso, il FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) ha scelto questa location per ospitare una delle tappe della consueta due giorni di primavera 2015 “Le giornate del FAI”, in quanto luogo unico ed irripetibile.

“Fare la grappa è una filosofia da avere in testa per poi applicarla nei dettagli”, commenta Barile, quando gli si chiede di parlare del suo metodo di lavoro. Nella sua distilleria i procedimenti utilizzati sono quelli tradizionali e naturali, tramandati nel tempo e, in parte, innovati. La scelta di un prodotto di qualità (vinaccia di Dolcetto), l’uso della vinaccia fresca, la distillazione a bagnomaria e a bassa gradazione – per non bruciare completamente gli oli essenziali – sono alcuni dei segreti di un successo lento e inesorabile. A questo, si unisce la scelta di maturazione della grappa, che non viene venduta subito (nonostante la grappa sia l’unico distillato da potersi bere appena fatto), ma lasciata riposare per 4 anni in serbatoi di acciaio inox da 2250 litri. Questo affinamento naturale conferisce morbidezza, persistenza e digeribilità.

La lavorazione naturale e delicata consente il rispetto della materia prima, per estrarne quelle sfumature che rendono unico il prodotto finale. I gusti si armonizzano in modo naturale, senza alcuna aggiunta di aromi. La Grappa Barile si connota per aspetti di innovazione, intesa come:

  • limitazione del tempo della distillazione al periodo della vendemmia per avere solo un prodotto fresco a disposizione, a differenza di quanto si faceva – e si fa tuttora, da parte di altri – di conservare le vinacce nei silos;
  • affinamento della grappa nell’acciaio per almeno 4 anni, al fine di ottenere un processo di maturazione naturale, basato solo sull’alternanza di caldo e freddo;
  • invecchiamento della grappa in botti di rovere, già utilizzate per il whisky.

Accanto alla grappa bianca, ci sono le grappe invecchiate in botti di rovere di Slavonia, dismesse dai produttori di whisky, in modo che il legno condizioni il sapore del distillato senza alterarlo. La gamma delle invecchiate va dai 10 anni fino ad oltre 40 anni.

 

Festa della Grappa Barile, Premio Grappa Barile

La creatività di Barile è incontenibile. Negli anni, Gino si è inventato molti appuntamenti ed eventi aperti al pubblico per il piacere della condivisione. Dal 1995 ogni anno in ottobre apre la distilleria a una “pacifica invasione” di persone per la Festa di Fine Distillazione, in cui si svolge il PREMIO BARILE.

Premio Barile

Dal 2000 il Premio si svolge sempre all’interno della Festa di Fine Distillazione. Ha come finalità quella di mettere in luce personaggi del mondo della cultura, dell’imprenditoria e del giornalismo, che si sono distinti per coerenza e coraggio e perché rappresentano un bell’esempio, anche per le nuove generazioni. Barile, che ha studiato da adulto, ma che è sempre stato un autodidatta curioso, crede nel valore della cultura e nei modelli per le nuove generazioni.

Durante la prima edizione è stato premiato Luigi Veronelli, figura centrale nella valorizzazione e nella diffusione del patrimonio enogastronomico italiano.

 

 


 

ALTRI ARTICOLI

Contact to Listing Owner

Captcha Code
AI Chatbot Avatar