Il Nerd Corner di Anna
A Trelawny story – Long Pond
Restiamo nella Trelawny Parish, a venti chilometri da Hampden, zona storicamente legata alle prime piantagioni di canna da zucchero in Giamaica, per esplorare da vicino la questione marques nella storica Long Pond, un gigante a lungo rimasto silenzioso, attualmente di proprietà di National Rums Of Giamaica, con la partecipazione alla pari di WIRD e DDL, per quanto riguarda la distilleria (mentre la sugar factory è di proprietà di Everglade Farms, la stessa di Hampden), fondato come impianto produttivo nel 1753 in modo probabilmente simile a molte altre strutture che videro la luce in quell’epoca, in cui Giamaica era già uno dei four horses del Regno Unito.

Le origini
Sulle sue origini abbiamo informazioni molto lacunose: Long Pond significa letteralmente “grande stagno“, ed in effetti accanto alla factory lo stagno esiste, ma in realtà è anche il toponimo di una montagna situata a Nord del paese, oltre ad indicare una “plantation” di canna da zucchero il cui nome comincia ad essere presente nei registri dalla fine del XVIII secolo.
È di quell’epoca anche il collegamento alla storia dei Clarke, cugini sbarcati entrambi sull’isola in quel periodo, che diedero a loro volta il nome alla vicina Clark’s Town: Simon, baronetto di Salford, fu esiliato in Giamaica nel 1730 per “reati di pirateria” quando era ancora un ufficiale della Royal Navy, dove raggiunse il cugino, arrivato qualche anno prima come “emissario della Corona“.
Fu durante il matrimonio del figlio di quest’ultimo nel 1760, chiamato anche lui Simon Clarke, che apparve il nome di Long Pond, tenuta coltivata a canna da zucchero di cui divenne proprietario.
Delle successive evoluzioni, a quanto pare, ci sono pochissime tracce: esiste qualche documento che parla della produzione di rum e zucchero, intorno al 1780, ma saltiamo ad ulteriori informazioni certe addirittura al 1921: in quell’anno la proprietà passò ad una società scozzese, Sheriff & Co (Bowmore, Islay), che costruì (o ricostruì) anche una sugar factory, ma del rum nessuna traccia, e questo passare sotto silenzio fu certo a causa della vendita prevalentemente in bulk, come ho già avuto modo di spiegare durante la masterclass e di scrivere, a commercianti e blender europei.
In alcuni casi, ci furono persino commercianti che possedevano plantation e distillerie, come la famiglia Wedderburn, titolare dell’omonimo marque di cui ho parlato nello scorso articolo.
I commercianti ed i blender importavano in Inghilterra rum “con invecchiamento dinamico” in grandi quantità, e questo poi finiva in vat per un invecchiamento “statico” nei docks del porto di Londra ed in altri porti britannici.
Long Pond era evidentemente un ottimo produttore, perciò, nel 1953, i canadesi di Seagram’s decisero di acquistarla per rendere più “interessante” il proprio marchio di rum Captain Morgan.
Presto Seagram’s avrà talmente tanta richiesta per questo marchio, che Giamaica da sola non sarà più sufficiente, e si rivolgerà altrove, in luoghi in cui la produzione era maggiore, ed il costo della materia prima inferiore, ma nel frattempo, nel pieno della sua attività, per rifornire i magazzini di Seagram’s, Long Pond aveva annesso anche la vicina factory di Vale Royal e quella di Cambridge, che post acquisizione diventeranno suoi marques storici.
Dopo il decennio 1960, la Giamaica iniziò un processo di nazionalizzazione delle attività di produzione di rum e zucchero dell’isola: Long Pond Sugar Factory, con il nome di Trelawny Estate, divenne di proprietà statale nel 1977, poi, tre anni dopo, National Rums of Jamaica (NRJ) prese anche il controllo di Clarendon, Long Pond Distillery e Innswood, per poi perdere molti Estates nel 1993, decidendosi a chiedere infine una partecipazione di capitale a Demerara Distillers Limited in Guyana e West Indies Rum Distiller (WIRD) a Barbados, che, dal 2017, è di proprietà di Maison Ferrand.

È solo allora che Long Pond riaccenderà tutti i suoi alambicchi, dopo aver chiuso i battenti definitivamente nel 2012 per problematiche ambientali: siamo a luglio 2017, ma nel 2018 un violento incendio mette in serio pericolo tutta la catena produttiva, che nel 2021 può riprendere finalmente la sua attività.
La produzione
Anche Long Pond, come Hampden, adotta un processo di fermentazione unico, che prevede l’utilizzo di dunder, residui della precedente fermentazione, ed impiego di altre sostanze organiche come frutta matura e residui di canna da zucchero, ricchi di cera e quindi di ceppi di lieviti: molte di esse sono conservate per mesi o addirittura anni, come avviene per il muck di Hampden, in cisterne attigue alle vasche di fermentazione che, anche in questo caso sono in legno.

In genere il tempo medio di fermentazione, meno testimoniato di quanto avviene per Hampden, è all’incirca di tre settimane: le cuve, di dimensione variabile tra i 10.000 e i 45.000 litri, sono una novantina, o meglio, lo erano sicuramente prima dell’incendio, poi quelle danneggiate furono sostituiti con manufatti prodotti nello stesso stile in Messico, grazie ad una idea di Alexandre Gabriel, patron di Maison Ferrand.
Rispetto ad Hampden, inoltre, egli dichiara che nel caso di Long Pond è anche l’alambicco a creare parte dello stile e quindi dei marques: gli alambicchi, sempre double retort, sono cinque, Vendome e John Dore, quattro con una capacità di 13.200 litri e uno più piccolo da 5.600 litri, ma ognuno ha una sua conformazione, sicuramente modificata nel corso degli anni di produzione, sia nel diametro dei retort che nei colli di cigno.

Oltre agli alambicchi, Long Pond poteva contare su una doppia colonna Coffey che le permetteva di produrre marques più leggeri, come CRV e CQV, oggi non più prodotti perché la colonna è stata dismessa: era scozzese, prodotta da Blairs a Glasgow, e fu installata probabilmente all’inizio degli anni 1940.

Anche nel caso di Long Pond, prima dell’intervento di Velier che ce l’ha restituita in tutto il suo splendore, erano davvero pochissimi gli imbottigliamenti indipendenti immessi sul mercato, essendo essenzialmente LP un produttore di bulk: per ricordarne qualcuno, cito il Long Pond 1941 di Gordon & Macphail, bottiglia rara e preziosa, il Long Pond 2000 di Mezan, il Berry Bros 1977 – 2004, il Silver Seal Long Pond 21YO (1986-2007), il Long Pond 2000 di Duncan Taylor ed il Vale Royale 2002 di Bristol Classic Rum.
I marques di Long Pond
Riporto lo specchietto dei Marks così come si sono “depositati” nella storia della distilleria, tra marques creati in loco dai blender ed altri creati per conto di Long Pond nelle factory vicine, oggi defunte, come Vale Royale, Caymanas, Cambridge, Tilston, in seguito alle repentine richieste del mercato, facendo di LP una creatura bizzarra ed in continua trasformazione, mentre probabilmente i suoi stili storici erano collocati al centro di questa lista, ed erano non lontani da un classico Wedderburn:
Marks | Contenuto Esteri | Fermentazione | Distillazione | Nome |
---|---|---|---|---|
LRM | 50-90 gr/HLPA | Light | Light Pot | |
ITP/LSO | 90-120 gr/HLPA | Light | Light Pot | Ive Trewlany Pot |
HJC/LIB | 120-150 gr/HLPA | Light | Light Pot | Precedentemente prodotto a Caymanas |
VRW | 150-250 gr/HLPA | Light | Medium Pot | Vale Royale Wedderburn |
OCLP | 250-400 gr/HLPA | Light | Medium Pot | |
LPS | 400-550 gr/HLPA | Heavy (dunder+muck) | Heavy Pot | Long Pond Special |
STC♥E | 550-700 gr/HLPA | Heavy (dunder+muck) | Heavy Pot | Simon Thompson Cambridge Estate |
TECA | 1200-1300 gr/HLPA | Heavy (dunder+muck) | Heavy Pot | Tilston Estate Continental ‘A’ |
TECB | 1300-1400 gr/HLPA | Heavy (dunder+muck) | Heavy Pot | Tilston Estate Continental ‘B’ |
TECC | 1500-1600 gr/HLPA | Heavy (dunder+muck) | Heavy Pot | Tilston Estate Continental ‘C’ |
Per quanto riguarda lo stile, a seconda dell’Estate e del committente, come potete vedere, il contenuto in esteri e la lavorazione potevano cambiare tantissimo, lasciando a noi che oggi li degustiamo “tradotti” e recuperati dagli imbottigliatori indipendenti, la voglia di scoprire se la nuova produzione, appena agli inizi, rispecchierà o meno questa formidabile ampiezza.

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