Ledaig 10 #WeeklyDram

Ledaig 10 #WeeklyDram

Weekly Dram 24.13

L’anno scorso su queste pagine vi ho parlato di Tobermory e del suo malto base, il 12 anni, che viene spesso trascurato in favore dell’altra etichetta prodotta da questa distilleria dell’isola di Mull, Ledaig.

 

 

Riparo quindi un piccolo “torto” trattando il single malt a invecchiamento dichiarato più giovane di questa versione torbata, dove l’apporto dei fenoli tanto amati soprattutto dal pubblico italiano è decisamente diverso da quello di Islay.

Perché se quando si descrive la torba e quanto influisca sul whisky in genere si parla di “puzza”, versando un Ledaig nel bicchiere si scopre una nuova declinazione all’aggettivo “puzzolente”, che raggiunge vette inattese tanto da poter stupire anche il più scafato dei bevitori.

Intendiamoci, per tanti già la “puzza” di torba di un Caol Ila o Lagavulin può essere respingente, alla fine è sempre questione di gusti, ma con Ledaig ci si trova davanti a una tale spiccata personalità che o si ama o si odia, potendo raggiungere livelli di “sporcizia” e afrore animale che hanno pochi pari nel mondo dello scotch.

Se la resa del suo carattere si esprime al suo meglio con invecchiamenti lunghi o nei vari single cask che tanti imbottigliatori indipendenti sapientemente selezionano, per capire se questo profilo faccia per voi suggerisco di partire da questa versione base, dal prezzo contenuto e che già esprime bene le caratteristiche dell’etichetta.

Sconsiglio i vari NAS (edizioni senza età dichiarata) prodotti dalla distilleria, che secondo me mancano della struttura necessaria per valorizzare questo whisky così particolare.

 


LEDAIG 10 ANNI
Single Malt Scotch Whisky
46,3% abv, botti ex bourbon

Prezzo attorno ai 50 euro

 

La torbatura al bacon si propaga con nettezza anche a distanza, avvicinando il naso gli aromi si arricchiscono di pneumatici bruciati, terra (non bruciata di Siena), una tonica nota medicinale abbracciata all’oceano (tipo disinfettante diluito nell’acqua di mare, ottimo per i suffumigi). In sottofondo, chiodi di garofano, pera, cereali. È un olfatto per certi versi rozzo, non molto equilibrato, dove tende a prevalere la torba lasciando poco spazio all’evoluzione, ma per chi ama il genere è a suo modo invitante.

 

 

In bocca l’alcol punge forse più del dovuto, ma volendo si accorda al carattere brusco del whisky. Ovviamente torba, con un netto profilo erbaceo e terroso pur mantenendo l’anima carnosa, tipo del bacon avvolto in ciuffi d’erba e impanato con la terra, molto “sporco” e agricolo. Si aggiungono fili di fumo (il bacon impanato l’hanno arrostito), biscotti bruciacchiati, crema alla vaniglia, ancora pera e chiodi di garofano, note medicinali finite in sottofondo. Un mix di gioventù e anima da bracciante, se potesse parlare la prima parola sarebbe sicuramente un’imprecazione molto colorita.

Finale abbastanza lungo, di cenere, erba, bacon e cereali.

 

Rozzo, disordinato, sporco, scontroso. Facile odiarlo o innamorarsene. Io cerco di mantenere un professionale distacco, e avendone provato versioni più mature e complesse non posso, in tutta onestà, promuoverlo a pieni voti.

Ma la sua arrogante adolescenza ha un suo perché, e ha un prezzo più che abbordabile.

 

Link a tutti gli assaggi di Ledaig: https://whiskyart.blog/it/category/scozia/mull-whiskies/ledaig-scozia-2-whisky/

Profilo della distilleria Tobermory: https://whiskyclub.it/distilleria/tobermory/

 

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