Lawless, il moonshine

Lawless, il moonshine

Esistono film che vale la pena guardare perché semplicemente sono ben diretti, ben fotografati, hanno un’ottima colonna sonora e raccontano una storia interessante da conoscere (peraltro, nel caso in questione, almeno parzialmente vera).

È il caso di Lawless, 2012, il film che vi propongo questa settimana, che racconta una storia di distillazione clandestina a Franklin County, Virginia, Stati Uniti d’America, in pieno Proibizionismo.

 

 

Il film che ha uno script del grande cantante australiano Nick Cave, riadatta per il cinema un libro The wettest country in the world, 2008, di Matt Bondurant, della cui storia di famiglia il libro e la pellicola parlano.

La pellicola descrive il duro e violento conflitto tra i tre fratelli Bondurant, distillatori clandestini, Forrest, Howard e Jack e il corrotto Us Marshal Charley Rakes, che vuole avere un compenso, negato dai fratelli, per chiudere un occhio sugli illeciti, alcolici, affari della famiglia.

Il film dopo una lunga gestazione produttiva di circa tre anni, fu infine rilasciato nelle sale nell’Agosto del 2012, dopo un passaggio di successo a Cannes, dove fu presentato nello stesso anno ed in cui il regista, John Hillcoat, ottenne una prestigiosa nomination oltre ad una standing ovation di dieci minuti per la pellicola stessa.

Dunque: script di Nick Cave, regia di John Hillcoat, cast che vanta Shia LeBeouf, Tom Hardy, Jason Clarke nel ruolo dei fratelli ed altri attori come Gary Oldman e Guy Pearce.

Cosa ha di nuovo una storia di gangster o di affari illeciti che non sia stata descritta in film e libri in passato?

Occhio: Spoiler.

 

Il successo dei gangster

Notoriamente, dissero il regista Hillcoat ed il suo amico Cave, già collaboratori nel film western The Proposition del 2005, la storia del gangster è una storia che culmina nella morte gloriosa o comunque rumorosa del gangster. Qui I Bondurant ed i loro affari, che poi diventeranno, da illeciti, leciti, pur cambiando natura, sopravvivranno alla dura lotta contro le leggi ingiuste ed i suoi corrotti servitori.

 

 

Inoltre, ciò che fece loro impressione in questa storia è “quella sorte di idea di immortalità che questi ragazzi (i fuorilegge, n.d.a) cominciano a provare quando essi sopravvivono a tutta una serie di strane ed avverse esperienze”.

Notevole la colonna sonora del film, coordinata da Nick Cave e Warren Ellis ed in cui compaiono due canzoni di Lou Reed, tra gli altri, e  che, pur strizzando l’occhio alla bluegrass music, ossia una sorta di country music in cui confluiscono le tradizioni musicali scozzesi e irlandesi degli emigranti trasferitisi nella zona degli Appalachi, realizzarono musiche “crude, brutali e punk e questo è quello che volevamo fare piuttosto che aderire fedelmente al genere”, Nick Cave in Hollywood Reporter, 2/9/2012.

 

Qualche parola in più sulla trama

Siamo nel 1931, verso la fine di quello che Winston Churchill definì “uno dei più grandi crimini contro l’Umanità”, ossia il Proibizionismo, nella Franklin County, Virginia. Howard, Forrest e Jake Bondurant sono tra i principali moonshiners della zona, cioè produttori di whisky, distillato illegalmente, della zona. Tutto procede bene, con il beneplacito delle corrotte autorità locali finchè non viene trasferito,  da Chicago nella Contea, l’agente speciale Charlie Rakes smisuratamente corrotto e crudele che vuole cambiare le regole del gioco ed arricchirsi alle spalle degli illegali affari dei Bondurant e poi…

Pur non essendo un capolavoro assoluto, il film tessuto di una sottile ironia, è ben realizzato e ben interpretato.

Ovviamente, per chi vuole avere un’idea più accurata di un’epoca straordinaria e difficile, per chi la viveva, il consiglio è di leggere The wettest country in the world, scritta dal pronipote dei tre leggendari personaggi protagonisti del film, ossia Matt Bondurant, tradotto in italiano ed edito da Dalai con il titolo “La Contea più fradicia del mondo” nel 2012.

 

 

Un’epoca, quella del Proibizionismo, molto vicina a quella del Far West, in cui la vita umana vale meno di un dollaro, si esce di casa e non si sa se si rientra, in cui non vi è quasi distinzione tra legge e reato, tra uomini di legge e colpevoli, in cui l’alcol segna la vita di tutti, come un fil rouge che consente di sopravvivere psicologicamente a tempi impossibili. Vige la legge del più forte, in cui i nostri eroi, i Bondurant emergono come simboli immortali di una resistenza alle mille avversità che il Fato riserva loro. Eroi senza tempo di tempi sempre esistiti nella Storia degli Uomini, in cui alcuni ce la fanno, e per questo, appunto, diventano immortali simboli.

 

Il Moonshine

Il Moonshine è ovviamente la ragione stessa della vita dei Bondurant e naturalmente ciò che lega le vicende dei Bondurant, nel romanzo e nel film stesso.

 

 

Avrete il coraggio di assaggiare un calice di Moonshine, insieme ad una ipercalorica fetta di Apple Pie, mentre degusterete, lentamente, il film dell’australiano Hillcoat, cioè Lawless?

Claudio Riva nel suo diario di viaggio online su Whisky Club Italia il 4 febbraio del 2019 cosi descrive, con didascalica precisione, ciò che il Moonshine  può essere nel calice: “Il Moonshine, non essendo riconosciuto da alcun disciplinare americano, può essere una puttanata, alcol industriale rettificato e solitamente aromatizzato o può essere una cosa seria. Basta leggere l’etichetta”.

La mia opinione è che il Moonshine sia spesso di scarso valore e più che altro una leggenda rivisitata da molti che cercano di sfruttare commercialmente ciò che è stata la storia della distillazione americana durante il Proibizionismo per creare prodotti non affinati, chiari, come la luce della luna,ma spesso senza sentore e sapore. Tuttavia qualche eccezione c’è. Basta avere chiaro ciò che viene descritto in etichetta e soprattutto sapere qualcosa del whiskey americano per orientarsi e non avere brutte sorprese. Poi comunque se si è affamati di alcol ed avete a disposizione un american cake tutto può andare bene…

Sappiate solo che Al Capone fece una gran fortuna con esso e che solitamente è fatto con mais, segale, malto d’orzo o altri cereali e spesso con l’aggiunta di zucchero o frutta e ha una tradizionale patria intorno agli Appalachi, in un’area compresa tra Virginia, Nord Carolina e Kentucky. Non passa neanche un giorno in botte.

Stasera, però, prendetene un buon calice mentre fate riprodurre Lawless sul vostro televisore.

 

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