Musica, cibo, dram, solito format, non ci perdo tempo. Certo che con 20 gradi, una gradevole brezza e un mare calmo come l’olio, la felicità raggiunge livelli assurdi. Le previsioni meteo, che già parlavano di zero nuvole per tutta la settimana del Feis, non so come, ma sono migliorate. Un passo alla volta arriverò sino all’open day di Ardbeg, ne sono sicuro, neanche un ricovero per insolazione mi potrà fermare.
Laphroaig rimane sugli affinamenti alternativi e – come annunciato – rilascia per il festival un Cairdeas in White Port e Madeira. Bene sperimentare, qualcuno rischi di accontentarlo. In serata arriva la notizia che la distilleria ha rilasciato nel tardo pomeriggio, quando tutti erano ormai altrove, una single cask hand filled di 18 anni (2005, 54.5%), al costo elevato di £400 a bottiglia, per il retirement del distillatore James McGregor. Laphroaig si guadagna con Caol Ila la maglia nera? Fermiamoli!
Proof Posi+ive, Nature Positive
La presenza, nel cortile della distilleria, di uno stand informativo ha catturato la mia attenzione. Avevo già parlato dello stato delle torbiere di Scozia, e del bisogno di tutelarle non solo perché sono determinanti per il carattere di alcuni single malt scotch whisky, ma soprattutto perché sono fondamentali per l’assorbimento della anidride carbonica presente in quantità crescente nella nostra atmosfera.
Beam Suntory, proprietaria di Laphroaig e di Bowmore, ha avviato una iniziativa denominata Peatland Water Sanctuary, finalizzata a garantire lo stato di salute delle torbiere scozzesi e la sostenibilità a lungo termine della produzione di whisky in Scozia. Un primo progetto è iniziato nel novembre 2021 presso la distilleria Ardmore, ma i passi da qui al 2040 sono davvero tanti.
Peatland Water Sanctuary è una serie su larga scala di progetti di ripristino e conservazione delle torbiere e dei bacini idrografici in Scozia. Questi progetti rappresentano un’espansione significativa della visione già pionieristica di Beam Suntory della protezione dei bacini idrografici, dopo la creazione di importanti santuari naturali dell’acqua sia in Giappone che negli Stati Uniti. L’azienda prevede di investire oltre 4 milioni di dollari nel ripristino e nella conservazione di 1.300 ettari di torbiere scozzesi entro il 2030, per generare annualmente una quantità di torba pari a quella che l’azienda raccoglie ogni anno per la produzione dei suoi scotch whisky torbati. Una volta “riattivate”, le torbiere crescono naturalmente di 1 mm all’anno, e la crescita di 1 mm distribuita su 1.300 ettari equivale appunto al loro fabbisogno annuale.
L’iniziativa Peatland Water Sanctuary si ispira alla promessa di Suntory Mizu to Ikiru (“Vivere con l’acqua”), che è alla base del loro desiderio di creare armonia tra persone e natura. “Crediamo che l’acqua che scorre nelle torbiere sia adatta alla produzione di whisky e, ripristinando e conservando le torbiere, speriamo non solo di contribuire a preservare la produzione di whisky come parte indispensabile della cultura scozzese, ma anche di adempiere alla nostra responsabilità di azienda che crede nel rapporto tra la natura e l’acqua”, ha dichiarato Tak Niinami, CEO di Suntory Holdings.
I primi lavori di fine 2021 presso la distilleria Ardmore hanno visto il ripristino degli argini originali della torbiera dell’Ardmore Knockandy Hill, argini che erano stati rimossi per drenare l’acqua e trasformare l’area paludosa in terreno potenzialmente fertile. Come sappiano, l’umidità superficiale è requisito fondamentale per la formazione della torba e nulla di più semplice che il ripristino delle condizioni storiche è sufficiente per riattivare il complesso ecosistema della torbiera.
Tutti i progetti previsti in Scozia verranno attivati entro il 2030. Le valutazioni iniziali per i progetti su Islay sono già in corso, i dettagli verranno resi noti a tempo debito. L’obiettivo a lungo termine, è che entro il 2040 Beam Suntory abbia ripristinato un numero sufficiente di torbiere equivalente al doppio del volume della torba che tutte le distillerie del gruppo raccolgono. Sebbene la produzione di scotch whisky rappresenti, nel suo complesso, meno dell’1% dell’utilizzo di torba scozzese, sempre più distillerie condividono l’impegno a garantire un utilizzo sostenibile della torba e a garantire un impatto positivo sull’ambiente scozzese.
Il Peatland Water Sanctuary è solo uno dei capitoli delle evoluzione green di Laphroaig e Bowmore. Gli altri punti, già condivisi da parecchi decenni da molte altre distillerie, prevedono un crescente risparmio energetico e un riutilizzo, sino al 50%, dell’acqua prelevata dall’ambiente.
Laphroaig Cairdeas 2023 White Port e Madeira (52.3%, £80)
Tre quarti del single malt è stato maturato in botti di Madeira di secondo riempimento, che hanno rilasciato sapori affumicati, speziati e di marmellata rossa dolce. L’ultimo quarto ha invece subito un finishing in botti di Porto di primo riempimento. L’utilizzo di queste botti di Porto, per lo più di Porto bianco, ha conferito note calde di mela e di rovere dolce. Una morbidezza gustativa contrastata dal carattere fenolico della torba di Laphroaig, e da una leggera sensazione marina e medicinale.
Le mie aspettative, che erano quelle di trovarmi di fronte ad un dolciones, sono state confermate al naso, dove la componente fruttata (tropicale e di marmellata rossa) è risultata dominante. Sorprendentemente secco è invece l’ingresso in bocca, gradevole, un po’ hogshead old style, con un finale persino amaro di radice di genziana, un poco sgraziato ma alla fine quasi convincente. Finale non lungo, ma da un Cairdeas ci aspettiamo un naso moderno e intrigante, e pochi fuochi di artificio al palato.
Alcol bilanciato, a chi si sta chiedendo se quel 52.3% è una gradazione di botte, ricordiamo che le ultime due cifre di molti Cairdeas (in questo caso 2.3) rappresentano l’anno dell’imbottigliamento (2023). Ok?
Piccolo report fotografico
Martedì 30 maggio 2023, Laphroaig open day