Dal diario di viaggio di Claudio Riva, whisky e dintorni
Un concetto differente di farm distillery.
La Colwith Farm produce in Cornovaglia patate da 5 generazioni. Nel 2010 l’idea di aprire una distilleria di vodka ottenuta dalle proprie materie prime e una linea di spiriti derivati (vodka aromatizzate e gin) completamente prodotti in loco, dal campo all’imbottigliamento.
L’individuare le varietà di patata adatte tra le 20+ coltivate, il mettere a fuoco la loro difficile fermentazione e il dimensionare un impianto che non fosse una astronave sono state sfide molto impegnative, oggi vinte. La vodka, particolarmente cremosa, e il boom del gin hanno trainato la distilleria verso un veloce successo. Aggiungiamo anche l’attenzione verso la sostenibilità, con la materia prima che non viaggia mai più di 5 miglia per arrivare in distilleria, azzerando così le emissioni dovute al trasporto. I pannelli fotovoltaici che ricoprono il tetto della distilleria e che producono buona parte del suo fabbisogno energetico. La rotazione delle coltivazioni per ridurre l’impoverimento del terreno. L’utilizzo dei residui della distillazione per la concimazione dei propri campi. L’ottima acqua a km zero.
Una sfida è vinta, se ne cerca una nuova. L’ingresso alla distilleria si affaccia su un ampio campo di orzo, che con il suo color oro antico annuncia l’ormai imminente raccolta. In distilleria è stato appena installato un nuovo alambicco dedicato alla produzione di whisky, evviva. Maltaggio, fermentazione e maturazione saranno le prossime sfide, che – una alla volta – porteranno la Colwith a produrre uno dei pochi whisky agricoli della Gran Bretagna.
Whisky Club Italia
Veloci appunti e qualche fotografia, importati da Facebook
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