Weekly Dram 24.37
Questa rubrica ha esordito ormai più di un anno fa con un imbottigliamento molto caro agli appassionati di Kilchoman, la (ex) distilleria più giovane di Islay: il 100% Islay.
Un’edizione annuale ormai diventata un appuntamento molto atteso (e gradito), affiancata da un’altra bottiglia che ogni anno raggiunge gli scaffali, dedicata a un lago nei pressi della distilleria, il Loch Gorm.
Versione con invecchiamento interamente in botti ex sherry, la cui composizione varia fin dalla sua nascita nel 2013 non nella tipologia (sempre Oloroso) quanto nella scelta delle annate, delle dimensioni delle botti e del loro riuso.
Per questa dodicesima edizione (fino al 2017 erano numerate, ora non più) si tratta di botti tutte di primo riempimento (quindi molto cariche) divise tra butt (500 litri circa) e hogshead (250 litri circa) con nove anni non dichiarati in etichetta di maturazione, che hanno prodotto le consuete 18.000 bottiglie a fine marzo di quest’anno.
Il matrimonio tra torba e sherry è uno dei più riusciti (sulla carta), e Loch Gorm è una serie dalla qualità molto coerente, con alti e bassi che fondamentalmente dipendono molto anche dai gusti personali: negli ultimi anni, quella che forse un pelino mi ha deluso è stata quella del 2022, ma si tratta veramente di dettagli, che magari possono dipendere anche da fattori indipendenti dal whisky stesso.
Perché, vale sempre la pena ricordarlo, il whisky è un’esperienza personale ed emotiva, su cui influiscono cose come l’umore, l’ambiente in cui lo si sta bevendo, il contesto… quello col distillato è un rapporto fluido (e poliamoroso!) su cui è davvero complicato mettere un punto fermo e assoluto.
Alla fine, tutto si riduce al semplice e puro piacere della bevuta del qui e ora.
KILCHOMAN LOCH GORM 2024
Single Malt Scotch Whisky
46% abv, botti ex sherry
Prezzo indicativo 90 euro
Torba carnosa e grigliata al naso, con tanto di salsa BBQ sparsa a piene mani su bacon e costolette, ma a sfrigolare ci si mettono anche un po’ di prodotti ittici, pesci più che frutti di mare, con una bella folata di salamoia a sugellare il primo impatto. La frutta è presente ma in secondo piano, con canditi (arancia, ananas), prugne e albicocche secche, mandarino maturo e more, unita a cuoio, noce moscata, cannella e una lievissima inflessione vegetale. Corposo e carico come ci si aspetta.
Al palato l’attacco speziato è di zenzero, paprika e pepe nero, con un trito di erbe aromatiche sparso sulle evocazioni carnivore e grigliate a fuoco vivo, con il fumo del legno che intride i sapori. Più presenti gli agrumi nel comparto fruttato, tra arancia candita e spremuta di sanguinella, con i frutti rossi a rinforzare la parte acidula, mentre sul fondo si raccolgono liquirizia dolce, cuoio, carrube e la parte costiera e salina che chiude il sorso.
Finale abbastanza lungo e frizzantino, con spezie, agrumi, cola, legno bruciato, frutti rossi, liquirizia e sale.
Una serie di cui è quasi “noioso” parlare tanto è costante la qualità, seppur con piccole variazioni di anno in anno che non vanno però a intaccare il matrimonio perfetto tra il distillato di Kilchoman e le botti ex sherry. Ognuno avrà di certo le proprie preferenze, ma almeno sulle ultime cinque annate che ho provato non si casca mai male.
Link a tutti gli assaggi di Kilchoman: https://whiskyart.blog/it/category/scozia/islay-whisky/kilchoman-islay/
Il profilo della distilleria Kilchoman: https://whiskyclub.it/distilleria/kilchoman/