Il passaggio sull’isola di Arran e l’imbattibile ospitalità di Mariella Romano sono bastati per godere di due giornate stupende di clima poco scozzese (21°C, cielo blu che più blu…) e per fare il punto sulla situazione delle due distillerie dell’isola.
Sono in Scozia, viaggio 035 Cigar Club voluto dal Presidente Matteo Medici per festeggiare i 10 anni di attività del club. Auguri!
Lagg distillery
Il manager Graham Omand ci ha guidati nella visita degli impianti produttivi. È stata l’opportunità per chiarire alcuni aspetti tecnici che rendono unica la distilleria e il suo malto, oltre che per cogliere le differenze tra la produzione a Lochranza, in cui Graham ha precedentemente lavorato, e quella di Lagg, pensata invece per valorizzare l’apporto della torba.
Parola chiave a Lagg? Mashing e distillazione.
Il mashing deve generare un wort torbido, l’azione frenetica dei bracci del mashtun lascia tracce di malto in sospensione nel mosto. Come abbiamo capito nel nostro Master of Whisky II Livello, il wort limpido genera un new make e un whisky super fruttato, quello torbido invece si porta appresso note più intense di malto e di frutta secca. Desiderio di Lagg non è quello di introdurre “meno frutta” o “più malto”, ma quello di valorizzare una delle qualità della materia prima utilizzata: la torba!
Torba di Lagg che arriva dalla terraferma scozzese, quella di Arran è rara e protetta, e quella di Islay abbiamo già capito che non basta neanche per le distillerie Diageo dell’isola. Il livello di torba del malto è di 50 ppm, anche se sono stati sperimentati lotti sino a 80 ppm e giù sino a zero.
La fermentazione di circa 60 ore durante i giorni della settimana lascia il posto ad una più lunga attività dei lieviti (100-110 ore) nel weekend, per una media attorno alle 80 ore. Ottenuto il wash, la scelta è quella di effettuare una distillazione molto veloce al tasso di circa 10 litri / secondo, per garantire un ridotto contatto tra i vapori alcolici e il rame dell’alambicco. Meno purificazione, uguale spirito più grasso, una minore rimozione delle componenti pesanti come quelle derivate dalla torba, che può così essere valorizzata.
Infine il taglio del cuore è pensato per concentrare al massimo i sentori erbacei e terrosi della torba, sentori che poi troviamo nei whisky della distilleria, che – ricordiamo – ha iniziato a distillare nel 2019 e rilasciato esattamente un anno fa i suoi primi giovani malti (tre anni). La produzione è oggi di circa 500 mila litri annui.
Novità per i prodotti? I malti augurali affinati in ex-bourbon ed ex-sherry sono oggi entrati in un core range “provvisorio”, con gradazione però ridotta.
Per il Lagg Kilmory Edition hanno utilizzato l’orzo maltato Concerto e botti ex Bourbon. L’influenza della torba, combinata con la vaniglia della quercia americana, costituisce la spina dorsale del Single Malt della distilleria. L’edizione Kilmory è maturata al 100% in botti di Bourbon First-Fill e imbottigliata a 46% ABV, senza filtrazione a freddo e senza aggiunta di coloranti.
La seconda edizione nel core range di Lagg è il Single Malt Corriecravie Edition, imbottigliato in quantità limitate una volta all’anno. È maturato inizialmente in botti di Bourbon per poi essere finito per circa 6 mesi in hogshead di Sherry Oloroso. Il profilo aromatico è leggermente più ricco rispetto alla espressione Kilmory, con note di spezie per dolci e di frutta ricca. È imbottigliato a 55% ABV, senza filtrazione a freddo e senza aggiunta di colore.
Lochranza distillery
Poche novità nella “vecchia” distilleria di Arran. Qui il mosto è clear e la distillazione è più lenta, con una velocità attorno ai 6 litri / secondo, per una insuperabile quantità di aromi fruttati.
Anche l’acqua fa la sua parte, se a Lagg si utilizza il pozzo scavato sotto alla distilleria, a Lochranza l’acqua proviene direttamente dal torrente Easan Biorach: è purissima, grazie anche alle 6 cascate attraversate durante il suo percorso verso la distilleria.
Dopo l’upgrade da due a quattro pot still (2017), la still house è stata ampliata poche settimane fa con una struttura a vetri che ha creato il posto per 4 nuovi washback – sempre di legno (pino Oregon) – non ancora entrati in azione. L’obiettivo è chiaramente quello di aumentare la produttività della distilleria, proiettata sopra il milione di litri annui, senza dover procedere ad una riduzione dei tempi di fermentazione, collo di bottiglia per ogni distilleria. Lo stile super fruttato della distilleria è preservato e noi siamo molto contenti.
Il distillery manager Stewart Bowman ci ha guidati in una degustazione nella warehouse, con assaggi da botti ex bourbon ed ex marsala. Vincente il Bourbon, un giovane 8 anni a circa 60% abv, con una cremosità pazzesca.
Abbiamo assaggiato e messo in valigia il 13 anni sherry disponibile esclusivamente presso il Visitor Centre, super affollato come sempre.
Ringraziamo Mariella e Lucy per la grande accoglienza. L’esperienza sull’isola di Arran entra facilmente nel cuore di tutti, fumatori e bevitori.