Il terroir secondo Rozelieures

Il terroir secondo Rozelieures

L’annuncio dell’inizio della raccolta del loro orzo, mi offre l’occasione – dopo la visita che avevamo fatto a febbraio 2022 – di tornare a parlare di una distilleria francese di whisky che, con una semplicità disarmante, produce uno dei rarissimi Single Estate Whisky del pianeta.

 

 

Aromi primari in un whisky?

Conosciamo lo scarso interesse del whisky verso la materia prima. Per l’orzo la ricerca ha selezionato varietà resistenti e con una elevata quantità di carboidrati, in grado di produrre tanto zucchero, che viene dato in pasto alla fermentazione, per la produzione di uno spirito bianco che è costruito a immagine e somiglianza del palestratissimo lievito da distillazione. Disinteresse totale verso la varietà di cereale, il terreno su cui è coltivato, al punto tale che nessun disciplinare ne forza l’origine.

Musica completamente diversa quando si parla di acquavite di frutta, di grappa e anche di rum agricolo, soprattutto quello bianco.

 

La distilleria Grallet-Dupic

In Francia, un territorio che ospita ben 2 A.O.C. dedicate al whisky, quella Bretone e quella Alsaziana (una I.G. in piu della Scozia, ahahah), sorprende scoprire che il maggiore produttore di whisky si trovi in realtà in Lorena, a Rozelieures, vivace villaggio di 200 anime, a metà strada tra Nancy e Épinal. Una “non sorpresa” per chi conosce le infinite coltivazioni di cereali del Grand Est, che con 1,4 milioni di ettari coltivati è la principale regione cerealicola francese.

 

 

La distilleria, che è proprio nel cuore del paesino, si chiama Grallet-Dupic, dal nome delle famiglie. È completamente circondata da campi coltivati: il single malt non poteva che chiamarsi Rozelieures, a testimonianza delle sue radici. Sei generazioni che dal 1877 coltivano la terra, che nel 1890 – con l’arrivo della fillossera – si sino dovute reinventare con la coltivazione della mirabelle, che non hanno resistito alla tentazione offerta dai distillatori ambulanti e che hanno iniziato a prodursi un po’ di brandy di frutta per uso domestico. Scelta che ha spianato la strada alla nascita della distilleria e – nel 2000 – alla produzione di whisky.

Per quanto di mia conoscenza, su questa pianeta è l’unica distilleria commerciale di whisky realmente agricola. Effettua in casa tutte le fasi della produzione: coltivazione dei cereali, maltaggio, fermentazione, distillazione, maturazione e imbottigliamento. E lo fa per ogni singola goccia del proprio single malt.

 

 

Aggiungiamo la doppia distillazione a ripasso, patrimonio francese ancor prima che scozzese, e la magia è fatta. Non bastasse, sono stati selezionati alberi di quercia dalle vaste foreste della Lorena, un rovere che – una volta stagionato – produce botti che conferiscono un ulteriore legame con il territorio.

Una famiglia indipendente che produce il 100% delle proprie materie prime e che controlla direttamente il 100% del proprio processo produttivo. Una eccellenza.

Chiaro?

 

Il terroir secondo Rozelieures

Non dobbiamo insegnare ai Francesi il concetto di Terroir.

La famiglia Grallet-Dupic coltiva oggi 300 ettari. Tanti ettari, situati ai piedi di un piccolo e apparentemente inoffensivo vulcano, che ha dato vita ad un terreno con una eccezionale diversità geologica, con suoli argillo-calcarei mescolati a basalto, tufi basaltici, terreni sabbiosi e limosi.

Christophe Dupic semina ogni primavera, a seconda della rotazione, tra i 50 e i 100 ettari di orzo specifico per la distillazione (varietà Lauréate e Prospect), per un raccolto annuale tra le 400 e le 700 tonnellate.

L’essere proprietari della malteria, consente a Christophe di effettuare maltaggi separati, anche per lotti di piccole dimensioni. E quando le tue proprietà sono distribuite su 18 parcelle e su 4 tipologie di suolo, viene naturale sperimentare il legame tra la terra e il distillato.

Non è una novità, l’apprezzato lavoro di Mark Reyner prima su Islay (Bruichladdich) e oggi in Irlanda (Waterford), la sperimentazione della giovane distilleria di Raasay (Scozia, Isle of Skye), hanno dimostrato che la strada è percorribile e che può portare a risultati affascinanti. Nessuno dei due progetti effettua tutte le lavorazioni in casa, Rozelieures pare avere una marcia in più.

 

 

Inoltre, quando produci un whisky pensato per valorizzare la materia prima sei costretto a non metterci sopra “troppo rumore”. Anche in questo Rozelieures è differente, ha applicato un approccio più saggio, meno estremo, meno nerd. Parte del whisky subisce una lavorazione “classica”, con affinamenti nella infinità di botti che la Francia riesce a mettere a disposizione. Si è trovato addirittura lo spazio per un whisky torbato, con torba scozzese, visto che in Francia la torba, per legge, non può essere prelevata.

Whisky facili da bere, che non vogliono dimostrare di essere i migliori, ma “solo” di essere “maledettamente” buoni.

Poi, perché c’è un poi, quando si vuole fare sul serio, entra in gioco l’elemento più micro e più marcante che il territorio possa offrire: il Cru, la Parcella.

 

Il whisky “parcellaire”

Frutto di 20 anni di lavoro, i whisky “Le parcellaire” di Rozelieures nascono grazie alla padronanza di tutte le fasi di produzione della proprietà. Questa maestria, l’essere agricoltori prima che distillatori, e l’essere proprietari della malteria, consente alla distilleria lorenese di garantire la totale tracciabilità dei suoi whisky dalla terra al bicchiere. La distilleria di Rozelieures è la prima al mondo a offrire whisky single estate.

L’approccio parcella per parcella evidenzia l’influenza del terroir sul gusto del whisky. Rozelieures non ha fretta, la fretta e il buon whisky non vanno mai d’accordo, e ha deciso di imbottigliare ogni anno 2 edizioni limitate, prodotte con orzo proveniente da terreni differenti.

Scopriranno, scopriremo insieme, quale legame ha il terreno con le note organolettiche del whisky e quale gioia questa esplorazione ci può regalare.

 

 

Nel 2021 sono stati imbottigliati 2 Parcellarie provenienti da due tipi di terreno, argilla e limo. Li abbiamo assaggiati nel #whiskytasting di aprile.

Mentre la parcella Clos des Champs, 17 ettari con suolo limoso prodotto dalle esondazioni di un piccolo torrente, produce un whisky vegetale, erbaceo e ricco di finezza, Thiachamps, 9 ettari con il suo terreno argilloso, produce un whisky corposo, opulento. Nel gradito tentativo di essere il più trasparente possibile, l’etichetta fornisce il maggior numero di informazioni, tra cui il nome e la forma dell’appezzamento, la varietà di orzo, il tipo di terreno, il tipo di botte, la data di semina, di raccolta, di maltaggio, di distillazione e di imbottigliamento.

 

 

Nel settembre 2022 è stata la volta della parcella Mont Poiroux (terreno calcareo-argilloso, 35 ettari, whisky con note di frutta gialla e spezie) e della parcella Blanches Terres (argilla limosa, 5 ettari, con note floreali ed erbacee).

Ingredienti. Da conoscere e da assemblare in ricette complesse. L’imbottigliare solo single farm o single cru, a mio giudizio, dopo un po’ stanca, diventa un esercizio fine a se stesso.

Evidenzio anche i prezzi, tra i 40 e gli 80€ (inclusi i parcellaire!), e la gradazione di imbottigliamento, tra il 40 e il 46% abv. In un mondo in cui distillerie neonate, che devono ancora dimostrare di saper lavorare bene, escono sfacciatamente con primi rilasci in serie limitata, 3 anni di maturazione, e prezzi assurdi, 100-200€, la scelta di Rozelieures, 6 generazioni di contadini, di rilasciate solo whisky da bere, deve essere premiata.

La sensazione è di essere con Rozelieures solo all’inizio di un viaggio ricco di sorprese, e di poter godere già alla stazione di partenza, nel vagone in cui si è trovato alloggio, di un sano benessere. Quale sorprese nasconderà la prossima tappa?

 

Questo è il link di tutti gli assaggi di Rozelieures su Whiskyart.blog.

 

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