Il formaggio di Islay e la maledizione del Papa #AngelsShame

Il formaggio di Islay e la maledizione del Papa #AngelsShame

Islay cheese

(La cui importazione in Italia è stata vietata diversi anni fa a causa delle sue presunte qualità afrodisiache)

Voi donne delle Highland vi imploro
Sulle mie ginocchia piegate,
Per favore non mangiate più un solo boccone
Di quel terribile formaggio di Islay.

Che le amanti non facciano più schioccare le loro labbra
Su montagne di maccheroni;
Non si commuovono più per il fish and chip,
È il formaggio di Islay per Tony.

Vincente Dopi – novantadue anni –
Non ha più voglia di divertirsi –
Ne ha mangiati due etti e cosa ha fatto,
Ma è andato ad abbracciare una suora.

Il Papa ha gridato: “Basta, basta”,
Basta con questa pozione d’amore,
La selvaggia e volgare roba di Islay,
Che ti fa venir le voglie.

Ho vietato la pillola – una maledizione peccaminosa -.
– ho sentito la loro morale crescere –
E ora arriva una cosa ben peggiore,
Questa minaccia da Bowmore.

Luigi Silli – ottantaquattro anni –
E mai giudicato un donnaiolo
È uscito dalla sua porta di casa,
Inseguendo una minigonna.

Un vecchio e tremante genovese,
Stava riscuotendo la pensione,
Ha mangiato un solo boccone di formaggio di Islay,
E ora sua moglie è in attesa.

Ne ha masticato un pezzo e ha sospirato dolcemente,
“Come amo questo magnifico formaggio”,
Ha guardato in alto e ha gridato a gran voce,
Scendi le scale, Teresa”.

La vecchia moglie prega in ginocchio,
“Oh, Signore, frena le sue sortite,
E da questo terribile formaggio di Islay,
Proteggi noi povere e vecchie amanti”.

 

Questa poesia è tratta da The Compleat Angus: The Life and Works of Angus Macintyre of Taynuilt and Tobermory. Angus Macintyre non è stato l’unico a ispirarsi alla leggenda del formaggio di Islay e alle sue famose qualità afrodisiache.

 

 

Quello che stupisce gli amici di Whisky Club Italia che affrontano il pellegrinaggio verso Islay è la presenza di molti cheddar aromatizzati con svariati single malt. Leccornie irresistibili, prodotte però sulla terra ferma. Perché, con i tanti fertili campi e la numerosa popolazione di pecore e di mucche, nessuno si prende oggi la briga di raccogliere il latte e di produrre formaggio direttamente sul posto, come veniva fatto in un passato neanche troppo lontano?

Quali sono le origini di questa leggenda? Il formaggio di Islay è mai stato importato in Italia? Si racconta che negli anni ’50 e ’60 alcuni italiani siano andato su Islay per battute di pesca e di caccia e che abbiano portato a casa campioni di “prodotti locali”. Non un vero e proprio commercio, ma una quantità sufficiente di formaggio per far arrivare la notizia delle sue proprietà afrodisiache sino al Papa.

 

 

Il formaggio può avere qualità afrodisiache? Pare di sì, il richiamo sessuale di alcuni formaggi è confermato dalla similitudine tra gli acidi grassi complessi del formaggio e un feromone femminile che si sviluppa nel momento della fertilità. E pare che gli italiani conoscessero da tempo queste qualità, se è vero che il famoso seduttore italiano Giacomo Casanova, adorasse la combinazione di vino rosso e gorgonzola. Qualcuno si è divertito a tenere il conto delle amanti conquistate dal dongiovanni: ben 122, tra cui una suora. Quante sarebbe state se Casanova fosse passato da Islay e avesse scoperto la combinazione single malt torbato e formaggio dell’isola? Molte, molte di più!

Quale ingrediente segreto poteva avere il formaggio di Islay per attirare addirittura la disapprovazione del Papa? Poteva davvero possedere una carica energetica superiore a quella del parmigiano, del gorgonzola o del pecorino?

Con la numerosa popolazione di oche che si mangiano tutta l’erba dell’isola, le mucche di Islay beneficiano di una dieta migliore rispetto a quella di qualsiasi altro bovino del pianeta, potendosi nutrire con le abbondanti trebbie provenienti dalle distillerie locali. Un effetto Viagra?

Poi dobbiamo considerare l’Angels’ Share. Con oltre duecentomila botti in maturazione nelle warehouse dell’isola, anche considerando una evaporazione del solo 1%, ogni santo anno sono oltre 2.000 le botti che si disperdono nell’atmosfera e – ne siamo sicuri – qualcosa agli angeli dovrà pure sfuggire. La Islay Creamery, che produceva il formaggio portato dagli italiani nel Bel Paese, si trovava a Port Charlotte, all’interno degli edifici che in passato ospitavano la distilleria Loch Indaal, immediatamente accanto a magazzini contenenti milioni di litri di whisky in maturazione. L’abbondanza di formaggio fresco prodotto in Scozia aveva portato il caseificio a specializzarsi sul mature cheddar con una stagionatura di almeno nove mesi. L’influenza “atmosferica” doveva essere rilevante!

 

Islay Creamery, Port Charlotte

 

Infine, il vecchio casaro John Kissock e suo figlio erano entrambi considerati “bevitori leggendari” e grandi amanti dei single malt locali. Che forse l’ingrediente segreto nel formaggio fosse proprio un dram del loro whisky preferito? Una aggiunta che avrebbe potuto aumentare l’acidità dell’impasto e garantire una maturazione più lunga. Purtroppo, forse a causa della maledizione e della perdita del mercato italiano, la loro attività fallì negli anni ’90. Poco dopo, alcuni uomini d’affari e allevatori locali si riunirono per riaprirla, ma anche loro fecero bancarotta dopo soli due anni.

Il villaggio di Port Charlotte è stato protagonista anche di un altro scontro epico con la Chiesa. Quando, nel 2007, Mark Reynier e Jim McEwan annunciarono la rinascita della distilleria Port Charlotte, commisero un errore imperdonabile. L’appuntamento per la posa della prima pietra venne fissato proprio negli spazi della distilleria abbandonata Loch Indall, nella mattinata del 27 maggio, la domenica del Feis Ile dedicata all’Open Day di Bruichladdich. Siccome le porte della festa aprivano – come da tradizione – alle 12, il taglio del nastro di PC venne programmato alle 11. Male, molto male. Il prete a quell’ora era ancora impegnato nelle funzioni domenicali e – conosciuti i programmi – impedì vivacemente che la serenità della comunità fosse disturbata dalle cornamuse della inaugurazione. Morale, tanto è bastato per attirate una nuova maledizione, la cerimonia è iniziata in ritardo alle 12, a messa finita, e – come ben sappiamo – la distilleria Port Charlotte non ha mai preso vita.

Visto che la responsabilità della chiusura del caseificio pare essere degli italiani, chi – tra i membri di Whisky Club Italia – se la sente di rompere la maledizione e di riunire una cordata di coraggiosi imprenditori? Qualche casaro in ascolto? E produrre gelato al whisky? Qui si spacca!

 

 

Liberamente tratto da uno dei tanti racconti di Robin Laing raccolti nel suo libro Whisky Legends of Islay. Le tante serate passate al pub in compagnia di gente del posto, complice qualche pinta e qualche dram, sono sempre state ricche di storie diventate epiche. Racconti come le leggende dei mostri di Airigh Nam Beist, o di bevitori leggendari, il ritrovamento dello Yellow Submarine, storie di fantasmi, di furti e di crimini.

 

Robin Laing al lavoro!

 

100% fantasia. Ogni riferimento a persone, distillerie e fatti è puramente casuale.

 


ANGEL’S SHAME
QUANDO GLI ANGELI BEVONO TROPPO, CADONO
Il controblog satirico di Whisky Club Italia

Da un’idea di un piccolo e provocatorio gruppo di fomentatori membri del club, in stato di concitato subbuglio, dopo una settimana intera di Fèis Ìle

 

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