9387 soldati americani deceduti a seguito dello Sbarco Alleato del 6 giugno del 1944 riposano nel cimitero di Colleville-sur-mer, in Normandia, su una superficie di settanta ettari.
Esso domina quello che gli Americani battezzarono Omaha Beach, dove i soldati americani ebbero notevoli perdite. Il luogo è pieno di stelle di Davide e croci cattoliche e si entra in punta di piedi quasi a rispettare quegli uomini venuti da tanto lontano per lottare e morire su un suolo che non avevano mai visto.
E’ un luogo di importanza straordinaria per gli americani, è anzi esso stesso parte di essi, per speciale concessione della Francia. E’ un sito di alto valore simbolico che quasi tutti i Presidenti degli Stati Uniti d’America hanno visitato almeno una volta, durante la loro carica, e da dove spesso hanno rivolto al Mondo discorsi importanti sulla politica estera degli USA.
Il D-Day
Lo sbarco del 6 giugno, il cosiddetto D-Day, ingannò i Nazisti che ipotizzavano uno sbarco nel Pas-de-Calais, l’Operazione Neptune, parte della più ampia operazione Overlord, così come essa fu chiamata, rappresentò la più grande operazione anfibia e aerotrasportata della Storia e segnò una svolta nell’andamento della Seconda Guerra Mondiale.
Su un fronte di circa ottanta chilometri tre divisioni americane alle 6,30 am presero terra sulle spiagge chiamate dagli Alleati con il nome di Utah e Omaha, mentre le truppe anglo-canadesi presero terra poco più tardi sugli arenili denominati Sword, Juno e Gold.
Le perdite furono notevolissime e si scontrarono con le difese tedesche del cosiddetto Vallo Atlantico. Pur inferiori nel numero i difensori tedeschi causarono gravi lutti agli Alleati soprattutto ad Omaha Beach e solo l’ostinazione ed il coraggio di questi oltre all’intervento delle forze navali americane consentirono un primo superamento delle prime linee tedesche, insomma soprattutto il D-Day fu una grande carneficina, che però diede un significativo contributo anche morale all’indebolimento delle Forze Armate tedesche e alla successiva vittoria degli Alleati.
Le Aoc della Normandia
Fu proprio da quei giorni in avanti che gli Americani sbarcati in Normandia conobbero, anche nei rari momenti di riposo e di necessario ristoro, l’Eau-de-Vie de Cidre proprio di queste terre da tempo immemore, il Calvados, che proprio, qualche tempo prima, nel 1942, aveva ottenuto per la zona che da sempre lo produceva, la Appellation d’Origine Controlèè. Molto probabilmente i soldati bevvero e conobbero l’espressione più semplice e genuina del Calvados, quella non maturata ed affinata in legno.
In particolare la Denominazione Calvados Pays d’Auge del 1942 non prevedeva alcun invecchiamento minimo e solo successivamente i Disciplinari hanno introdotto il concetto di durata minima dell’affinamento di due anni in botti di rovere.
Dunque quella che ora comincia a diffondersi in mercati sempre più importanti come quello degli Stati uniti, la Blanche del Calvados, denominata la Blanche de Normandie da Drouin, richiama le origini di quando l’Eau-de-Cidre veniva consumato cosi come usciva dall’alambicco, nella sua espressione più pura ed originaria, particolarmente apprezzata come aperitivo o digestivo, liscia o on the rocks, ma anche in pairing con preparazioni a base di pesce crudo, come sushi o tartare di tonno o salmone, ma anche insieme al dessert, magari a base di crostate di agrumi.
Un altro uso è quello della mixology, per esempio nell’interpretazione del 2018 dell’Head Barman Marco Cimminisi del Bar Cavour del Ristorante Del Cambio di Torino con London Dry gin, assenzio, limone, zucchero e albume.
La Blanche
Già, come si produce la Blanche?
Da Drouin, una pressatura delicata delle mele, provenienti da circa una trentina di varietà diverse, raccolte fra settembre e dicembre e prodotte da agricoltura biologica, consente di preservarne acidità e croccantezza, mentre i lieviti sono indigeni e la durata della fermentazione è di circa cinque mesi in contenitori di acciaio. La distillazione avviene in alambicco a ripasso del tipo Charantais, e l’imbottigliamento avviene senza aver effettuato l’affinamento, come appunto era nelle origini del Calvados.
Il Pommeau
Differente è invece il Pommeau de Normandie che è un assemblaggio di Calvados a 70 gradi alcolici per ¼ e di succo di mela fresco per i restanti ¾. Il Disciplinare che lo prevede dal 1991, esige che dopo la mutizzazione dell’alcol avvenga un affinamento minimo di quattordici mesi. La mutizzazione, ossia l’aggiunta di alcol consente di fermare la fermentazione e far sì che la stessa non avvenga incontrollatamente. Esso è simile nell’uso al Pineau de Charentes e al Floc de Gascoigne. Il risultato finale è un alcolico tra i 16 e i 18 gradi, alcuni produttori di minori dimensioni lo tengono a maturare anche sei anni in piccole botti. Questo viene denominato Pommeau Vieux e ha un colore maggiormente ambrato, mentre il Pommeau classico rimane ad affinare per un massimo di due o tre anni. L’usanza esige di servire il Pommeau in tulipani a 8/10 gradi di temperatura.
La curiosità è che solo dal 1981 fu autorizzata la commercializzazione del Pommeau, mentre tra il 1935 e il 1972 essa fu vietata espressamente, forse per non disperdere il sidro, sacro in Bretagna e Normandia, da destinare al Calvados.
Nel 1982 fu istituita l’Association Nationale Interprofessionelle des Producteurs de Pommeau (Anipp) con circa quindici aziende in grado di produrre 12.000 bottiglie l’anno. Nel 1984 le bottiglie prodotte furono 150.000, un successo imprevedibile che fece giungere al riconoscimento della Aoc per il Pommeau normanno. Il sito Normandie Tourisme stima in circa 600.000 le bottiglie prodotte nel 2020 di Pommeau di Normandia.
Esso è ottimo con i grandi formaggi di Normandia ma è molto piacevole anche come base per uno spritz in combinazione con sidro di mele o bollicine o in combinazione con vini bianchi.
Queste delizie alcoliche conobbero i soldati alleati, pur combattendo a caro prezzo e spesso pagando con la vita il loro coraggio e ostinazione nel volere la Normandia e poi l’Europa libere, e passeggiando sulle spiagge del D-Day piccolo conforto per i lutti che videro questi arenili è ancora oggi la degustazione di Calvados, Blanche e Pommeau in una Terra libera da oppressioni ed in cui potersi dedicare alla creazione e all’apprezzamento di questi nettari divini, mai dimenticando, soprattutto visitando Memoriali e Cimiteri della Seconda Guerra Mondiale, quanto è stato alto il prezzo di queste libertà.