Se la visita alla distilleria Long Pond mi ha offerto la possibilità di esplorare in dettaglio i segreti del carattere heavy e funky del rum giamaicano, l’esperienza Hampden è stata tanto immersiva da non poter essere digerita in una sola visita. Sarà necessario tornarci.
Già l’avvicinamento mette a dura prova le proprie capacità. Abituato a raggiungere distillerie nelle Glen scozzesi più remote, a percorrere strade single track, a non fidarmi mai dell’indispensabile navigatore, ebbene, ho miseramente fallito nei miei tentativi di approccio ad Hampden. Ad una manciata di chilometri da Long Pond, sempre nel Nord della Giamaica, la distilleria di Hampden è completamente immersa nell’area più selvaggia di Trelawny, e la quasi totalità delle strade che la raggiungono, in realtà poi si perdono nella foresta.
Morale, visita prenotata alle 11, 25 chilometri da fare e 54 minuti previsti, parto che manco erano le nove con l’intenzione di godermi il meraviglioso cielo blu e di fare qualche foto alla distilleria con una luce migliore rispetto a quella di mezzogiorno. Ecco, 4 strade sbagliate dopo, una quantità vergognosa di fango sulle fiancate della mia auto, e la pazienza messa a dura prova, sono riuscito a raggiungere la distilleria solo alle 11.05, cinque minuti in ritardo. Auto parcheggiata, la guida che mi corre incontro con un bicchiere di rum punch e vengo teletrasportato in un meraviglioso museo a cielo aperto. Un sogno, una distilleria rimasta sostanzialmente invariata dal XVIII secolo, roba da togliere il respiro.
Come ho già scritto, dovesse capitarvi di visitare Hampden, lasciate pure in camera il navigatore, affidatevi ai consigli del Manuale delle Giovani Marmotte e non preoccupatevi se vi sembrerà di esservi persi, la distilleria la vedrete solo quando ci capiterete dentro! Prevedete un’ora in più del necessario e seguite la nazionale A1 sul versante nord dell’isola. In corrispondenza di Falmouth girate verso sud in direzione di Wakefield e fatevi avvolgere dalla natura degli high esteri!
Hampden Estate, la storia
La storia è quella delle altre distillerie dell’isola, l’epilogo è differente, visto che Hampden, come Worthy Park, ha saputo mantenere la propria indipendenza: niente governo, niente multinazionali, la famiglia Hussey la gestisce dal 2009.
1753 Gli inizi
Le prime tracce di Hampden risalgono al 1684 da parte del geometra Thomas Goddard. Formalizzata nel 1743, Hampden operò come una grande piantagione di zucchero dal 1753, sotto la proprietà dello scozzese Archibald Stirling.
1779 La Great House di Hampden
Nel 1779 il signor Sterling costruì una grande abitazione, la Hampden Great House, il cui piano terra servì come deposito di rum fino ai primi anni del 1900.
1827 Nuova proprietà
Dopo il 1827 la proprietà passò a D.O. Kelly-Lawson, che nel 1875 divenne giudice di pace di Trelawny.
Sua figlia Ena Kelly-Lawson sposò un certo Farquharson, che alla sua morte ereditò Hampden. La tenuta, situata all’interno della famosa “Queen of Spain Valley”, si estende per circa 3500 acri.
Il Molo di Hampden, Prima Guerra Mondiale
Durante la Prima Guerra Mondiale, la Estate costruì il molo di Hampden a Falmouth per la spedizione dello zucchero e del rum. Oggi è un importante porto di attracco per alcune delle più grandi navi da crociera del mondo. La proprietà ha donato terreni per scuole, abitazioni e per molti altri usi di infrastrutture sociali.
2003 Compagnia dello zucchero della Giamaica
I Farquarson hanno gestito la tenuta producendo zucchero e rum fino al 2003, quando la Estate è passata sotto la proprietà della Jamaica Sugar Company of Jamaica. La tenuta è rinomata per possedere i migliori terreni coltivati a canna in Giamaica, che producono il più alto numero di tonnellate di zucchero per tonnellata di canna macinata. Durante questo periodo i suoi rum venivano esportati esclusivamente in Europa, Inghilterra e Scozia.
2009 Everglades Farms Ltd.
Nel 2009, la Everglades Farms Ltd., di proprietà della famiglia Hussey, ha acquisito la tenuta tramite un’offerta pubblica, attraverso le procedure di dismissione dei beni della Jamaica Sugar Company, di proprietà del governo della Giamaica.
Dopo l’acquisizione, Everglades Farms ha investito molto nelle tenute, ha creato posti di lavoro in tutta Trelawny e ha fornito un notevole sostegno finanziario e infrastrutturale a più di 17 comunità e scuole. Questo ha portato nuova speranza alla popolazione della regione e all’economia di Trelawny. La famiglia Hussey è impegnata a preservare le grandi tradizioni di Hampden e a conservare gli antichi valori dell’azienda familiare, un prerequisito necessario visto che molti degli attuali clienti di Hampden possono far risalire i loro ordini a diverse generazioni.
2018 I primi imbottigliamenti ufficiali
Dopo oltre due secoli e mezzo dedicati alla produzione di rum in bulk, nel 2018 Hampden ha lanciato in commercio i primi imbottigliamenti ufficiali, aprendo una nuova era nell’universo dei rum straordinari di alta qualità.
2018 L’accordo per la distribuzione
È sempre del 2018 l’accordo con La Maison & Velier, nominata partner per la distribuzione globale. Obiettivo? Aumentare la produzione e la disponibilità nei 27 mercati con cui Hampden ha contratti di distribuzione.
La distilleria oggi
L’intricata e irrazionale struttura di una distilleria old style non consente una facile interpretazione del flusso produttivo. L’incendio del 2018 e la successiva ricostruzione di Long Pond hanno invece reso facilmente leggibili i segreti funky della produzione high esters giamaicana.
Abbandonato il Visitor Centre, abbiamo esplorato i pittoreschi giardini che circondano la Hampden Great House, flora e fauna che sono parte integrante della storia di questa magnifica tenuta.
La fermentazione
Ad Hampden gli ingredienti sono gli stessi utilizzati da Long Pond: melassa, succo di canna, dunder, muck, acqua e aria per miscelare. Il processo dura tra gli 8 e i 15 giorni e si svolge in tini di legno le cui doghe, che conoscono il valore del tempo, sono esternamente rivestite di calce per proteggerle dall’attacco degli acari.
La fermentazione avviene in modo spontaneo sfrutta i lieviti selvatici che vivono e si riproducono nelle sale di fermentazione.
L’acqua utilizzata per costruire la ricetta del mosto che finirà nei washback, non proviene da falde acquifere sotterranee, ma dal sistema proprietario di raccolta delle acque di sorgente di montagna. Acqua che, dopo l’uso, viene restituita alla terra completamente depurata.
Nessuna possibilità di fare foto all’interno dei tini di fermentazione, ci siamo dovuti accontentare di una ricordo dalla porta d’ingresso. Così come non abbiamo visitato la più ampia sala di fermentazione in cui sono celati, così mi risulta, i muck pit.

La distillazione
Lasciando la Boiling House, si arriva ai quattro pot still double retort di Hampden, che sono il cuore della distilleria.
Il più vecchio è un John Dore, installato nel 1960 e in grado di contenere 2.000 galloni (7.560 litri). Il suo impressionante collo di cigno gli è valso il soprannome di “elefante”.
Il processo di distillazione dura circa sette ore e il rum esce ad una gradazione di circa 82% abv.
Il Vendome risale al 1994 e può contenere 5.000 galloni (18.900 litri); è installato in una “veranda coperta” ed è l’unico alambicco che si affaccia sui campi di canna da zucchero che circondano la distilleria. L’alambicco Forsyth è entrato in funzione nel 2010, con una capacità di 5.000 galloni. Nel 2016 si è aggiunto il quarto alambicco: costruito dall’azienda sudafricana TNT, ha anch’esso una capacità di 5.000 galloni.
Adiacenti all’edificio principale si trovano le sale di invecchiamento e la grande “piscina” dove si produce l’aceto di canna che, aggiunto in fase di fermentazione, conferisce al rum Hampden il suo unico e inconfondibile bouquet aromatico.
La maturazione
Hampden è sempre completamente maturato ai tropici. I principali imbottigliamenti sono invecchiati per oltre 8 anni in Giamaica, in un clima tropicale. Ciò equivale a un invecchiamento di circa 25 anni in Europa.
I Mark di Hampden
Storicamente, tutte le distillerie giamaicane producono un’ampia varietà di distillati, ognuno con le proprie caratteristiche, dai rum leggeri e fruttati a quelli estremamente sapidi e funky.
Ogni lotto rientra in un mark, con i suoi specifici metodi di fermentazione e distillazione, parametri che conferiscono ad ogni distillato un carattere diverso.
Il modo più comune per definire un marchio è la misurazione del suo livello di esteri, espresso in grammi per ettolitro di alcol puro (gr/hlpa).
I mark sono spesso indicati con acronimi, ognuno dei quali corrisponde a uno specifico metodo di produzione e livello di esteri.
Hampden Estate produce 8 differenti mark, come ci aveva raccontato Anna, ciascuno registrato presso la Spirits Pool Association in Giamaica. Vanno dai circa 50 grammi per gli stili più leggeri sino al massimo consentito di 1.600 grammi di esteri per ettolitro di alcol puro.
Ricordiamoli.
Marks | Contenuto Esteri | Nome |
---|---|---|
OWH | 40-80 gr/HLPA | Outram W. Hussey |
LFCH | 80-120 gr/HLPA | Lawrence Francis Close Hussey |
LROK | 200-400 gr/HLPA | Light Rum Over Kelly |
HLCF | 400-600 gr/HLPA | Hampden Light Continental Flavoured |
<>H | 900-1000 gr/HLPA | Hampden |
HGML | 1000-1100 gr/HLPA | Hampden George MacFarquhar Lawson |
C<>H | 1300-1400 gr/HLPA | Continental Hampden |
DOK | 1500-1600 gr/HLPA | Dermot Owen Kelly-Lawson |
La degustazione
Completata la visita della distilleria, siamo tornati al Visitor Centre dove ho finalmente avuto la possibilità di incontrare Peppie Grant, tour manager di Hampden.
Abbiamo messo il naso su due Overproof, il bianco Rum Fire e l’8 anni high esters.
Fatto capire con la mia proverbiale “delicatezza” che quegli imbottigliamenti li avrei potuti tranquillamente assaggiare in Italia, è scattata la parte più emozionante delle due settimane in Giamaica. Rimesso l’elmetto, Peppie ci ha riaperto le porte della distilleria con una nuova destinazione, la saletta di degustazione del laboratorio.
Qui abbiamo potuto assaggiare i Mark più significativi, bianchi e invecchiati, conservati e serviti alla temperatura perfetta. Una esperienza pazzesca.
Come ho detto all’inizio, il mondo Hampden è tanto vasto da non poter essere esaurito in una sola visita. Non è solo quel numero di grammi riportato in etichetta, è un legame molto stretto con il territorio, con Trelawny, con quella foresta impenetrabile patrimonio di biodiversità degli interi Caraibi.
Tutto confermato, una volta imboccato al contrario il viale con le palme, da quella sensazione di tornare ad una noiosa normalità.