Weekly Dram 23.20
Se l’orzo, specie quando maltato, è il re dei cereali quando si parla di whisky, è ben noto come il distillato possa venire prodotto da un’ampia rosa di altri grani come mais, segale e frumento, a seconda del profilo aromatico e gustativo che si voglia ricercare.
Una distilleria francese ha scelto uno dei cereali più complessi per la distillazione, sia per quanto riguarda la resa agricola (quattro volte inferiore a quella dell’orzo) che quella alcolica: il grano saraceno.
Distillerie des Menhirs è uno dei tanti produttori che “affollano” la Bretagna, gestito da cinque generazioni che affondano le radici nel capostipite Francès Le Lay, che negli anni ’20 del secolo scorso girava con un alambicco ambulante per la distillazione dell’acquavite di sidro.
Di strada ne hanno fatta da allora, arrivando alla produzione del whisky nei primi anni del nuovo millennio, scegliendo una complessa materia prima come il grano saraceno (che ricade nella categoria degli pseudo-cereali) con una lavorazione interamente locale, tanto da guadagnarsi la definizione di IGP.
L’etichetta Eddu (grano saraceno in bretone) con cui viene distribuito il loro whisky ha visto un restyling completo nel 2020, rivedendo anche la composizione dei singoli imbottigliamenti, compreso questo che ne è stato il pioniere, alzandone la gradazione da quella minima all’attuale del 43%.
Sono rimasti invece i cinque anni (non dichiarati) di invecchiamento in botti ex cognac, così da rafforzare il legame del whisky con la sua terra di origine, e la visione originale e fieramente bretone di Erwan, Kévin e Loig Le Lay che oggi guidano l’azienda di Plomelin.
EDDU SILVER
43% abv, botti ex cognac
Prezzo: intorno ai 60 euro
Al naso emerge subito una freschissima mela, molto vicina al sidro, con una lieve nota acidula di fondo a stemperare un profilo dolce e fruttato, di albicocca, lychee, fragolina di bosco, zest di limone. Il bouquet si amplia con infuso di erbe e fiori assieme a caramella balsamica al miele. Intrigante.
Di corpo abbastanza leggerino, in bocca mela e agrumi si intrecciano a tonalità erbacee più spinte, emerge tanta frutta bianca (uva spina, in particolare), assieme a noci, miele, tocchi speziati (coriandolo e cannella), semi di finocchio e una lieve nota minerale.
Finale non molto lungo e secco, inevitabilmente di mele, albicocca, uva, legno, cannella.
Un whisky difficile da inquadrare, dalle connotazioni molto particolari e originali sebbene non particolarmente incisive. Semplice eppure diverso, forse paga una certa gioventù, ma presenta un profilo che merita attenzione.
Link a tutti gli assaggi di Distillerie des Menhirs: https://whiskyart.blog/it/category/francia/distillerie-des-menhirs/