Dal diario di viaggio di Claudio Riva, whisky e dintorni
Ho incrociato tre distillerie ai bordi del parco nazionale di Dartmoor, un pittoresco fazzoletto di terra attraversabile in 20 minuti, cavalli mucche e pecore permettendo … calcolatene almeno 40.
Il progetto più solido è quello che vede coinvolta una autorità dello Scotch Whisky: Mr. Frank McHardy. 50 anni di carriera, fautore della rinascita di Springbank e di Glengyle, dopo il suo pensionamento nel 2014 ha deciso di non appendere il valinch al chiodo. La sfida che ha accettato è davvero impegnativa perché la distilleria Dartmoor Whisky di Bovey Tracey (Devon) monta un improbabile alambicco Charentais procurato direttamente a Cognac. Uno Scozzese, un Inglese, un Francese … l’inizio di una barzelletta, e invece il whisky non scherza per nulla.
Assaggio i primi 3 imbottigliamenti del core range, tre whisky giovani con maturazione in ex-bourbon, ex-sherry e ex-bordeaux red wine. Il primo ricco, non pieno e stucchevole come molti 1st fill ex-bourbon che segnano il lancio di una nuova distilleria. Fluido. L’ex- Sherry oloroso sicuramente il più affascinante del lotto con le note di cuoio e speziate che spalleggiano quelle dolci dello Sherry. L’ex-Bordeaux per me troppo legno (e troppa Francia, da queste parti non è che ne parlino proprio bene); acquisisce potenza ma perde l’eleganza dei precedenti. Tutti e tre al 46% non filtrati a freddo.
Sono state rilasciate alcune edizioni limitate Single cask o Founder’s Reserve, tutte andate a ruba e oggi quotate cifre importanti.
Veloci appunti e qualche fotografia, importati da Facebook
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