Fine anno, tutti pensano al 2024, e invece ecco, dopo il rafforzamento della partecipazione di Bacardi in Teeling, un secondo colpo di coda, assai piu rumoroso, di un importante anno di consolidamento nel settore spirits.
Che Campari fosse in procinto di giocare il jolly era già previsto da mesi. Deutsche Bank aveva anticipato possibili trattative con Edrington, Rémy Cointreau e William Grant & Sons.
Il non brillante stato di salute del Cognac mainstream – che dopo anni di importante crescita nel mondo americano dei rapper sta incassando una imprevista battuta di arresto nel 2023 – aveva immediatamente spostato l’attenzione verso la Scozia.
Se l’ipotetica acquisizione di Edrington avrebbe finalmente messo chiarezza nell’intricato assetto societario del proprietario di Macallan e Highland Park, la cessione di William Grant avrebbe portato in mani italiane gli storici single malt Glenfiddich e Balvenie.
E invece ecco la notizia che non ti aspetti, due giorni fa Campari ha preso il controllo completo (brand, unità produttive e stock) di uno delle 4 importanti maison che fanno la quasi totalità del Cognac: Courvoisier.
Notizia inattesa per due ragioni. Il già citato momento di debolezza del Cognac, con previsioni improvvisazione girate verso perdite importanti a doppia cifra, sino al 50%. E la difficoltà nel predirre l’interesse dell’attuale proprietario, Beam Suntory, di liberarsi del brand che lo posizionava da quasi 20 anni lungo le rive della Charente. Per la multinazionale giappo-americana un importante momento di riflessione dopo decenni di dichiarata sfida ai colossi del beverage; è difficile da comprendere la fuoriuscita da uno dei distillati globali più strategici capace di attrarre appassionati dagli States all’Estremo Oriente, dai giovani neri americani agli attempati bevitori europei e russi.
La chiave di lettura, dal fronte Campari, è chiara nelle parole del CEO Robert Kunze-Concewitz che oltre che dare il benvenuto al nuovo strategico brand ha rinforzato le parole del Deputy CEO del gruppo, Matteo Fantacchiotti: “Courvoisier consentirà di compiere un significativo passo avanti negli Stati Uniti, nel contempo offrendo potenziale trasformativo nella regione strategica dell’Asia Pacifico nel lungo periodo”. In particolare, tra i big player, in Asia Campari è molto debole e senza Cognac lì non si può entrare.
Insomma, così come Suntory per entrare con energia nel mercato statunitense aveva portato a casa Jim Beam con la trattativa record di 16 miliardi di Dollari, adesso Campari fa lo stesso passando per la Francia e per un assegno di “soli” 1.2 miliardi di dollari. È la più grande operazione mai fatta da Campari, è la più grande operazione fatta sul mercato nel 2023.
Una mossa così importante muoverà sicuramente altre pedine nel mercato Spirits. A Campari non resta che giocare d’anticipo, se è vero che ieri sempre lui, il CEO Robert Kunze-Concewitz, ha annunciato a Class CNBC che dopo l’acquisizione di Courvoisier toccherà al whisky!
Dram alla mano, attenderemo impazientemente novità.