Weekly Dram 24.31
Dato che la settimana scorsa vi ho parlato di Johnnie Walker, oggi mi sembrava appropriato parlare di un altro blended altrettanto famoso, specie per noi italiani.
Chi ha vissuto gli anni ’80 sicuramente ricorda gli spot televisivi sul “più regale dei whisky”, con quella scatola in metallo argentato ricca di intarsi che con poche lire ti faceva fare un figurone nelle cene eleganti. Certo, non poteva vantarsi del colore chiaro e del gusto pulito della concorrenza, ma d’altronde Glen Grant giocava in un altro campionato.
Al Chivas Regal base, che già vanta un invecchiamento non proprio trascurabile di 12 anni (che abbiamo imparato significare poco nei blended “da battaglia”), si sono aggiunte nel tempo diverse versioni alternative, tra cui quella in botti Mizunara che cavalca il successo (commerciale) di una tipologia di botte tutt’altro che semplice da gestire, nella costruzione prima ancora che nell’invecchiamento.
E poi c’è questo 18 anni, la cui età dichiarata è sicuramente di effetto, lasciando presagire un’eleganza e complessità difficilmente rintracciabile nella versione più giovane.
Sarà proprio così? O il prezzo ancora così basso (e la gradazione minima) possono far temere ben poche differenze?
Scopriamolo…
CHIVAS REGAL 18 ANNI GOLD SIGNATURE
Blended Scotch Whisky
40% abv, botti ex bourbon
Prezzo intorno ai 70 euro
Al naso molto profumato, con sentori floreali e fruttati che si mischiano in un piacevole bouquet di pera, melone maturo, banana, cannella, vaniglia, caramella mou, arancia rossa, succo di limone. Molto zuccheroso, sul fondo esprime una carezza di legno e miele. Semplice ma pieno.
In bocca diventa meno corposo, pagando il prezzo dell’alcol ammansito che pure trova il modo di farsi sentire (e non in senso positivo), con un pizzico di pepe e zenzero su sapori meno marcati di frutta (spuntano anche pesca e albicocca), marzapane, ancora vaniglia e arancia, miele, cioccolato, nocciole. Esprime anche una lieve nota amarognola con toni sapidi sulla lunghezza, assieme a un accenno di fumo.
Finale mediamente lungo e salino di frutta secca a guscio, zenzero, agrumi, leggero fumo.
Un whisky che tutto sommato si fa bere, niente di trascendentale, semplice, non incisivo, fatto per piacere senza essere blando, e riesce nel suo obiettivo. Adatto a chi si avvicina al whisky ma cerca qualcosa di più maturo senza esserne sopraffatto, ma nella stessa fascia di prezzo ci sono single malt certamente più meritevoli e soddisfacenti.