Due storie apparentemente distanti.
Era il dicembre 2023 quando Robert Kunze-Concewitz, l’allora CEO di Campari, aveva annunciato la avvenuta acquisizione di Courvoisier, allora di proprietà di Beam Suntory. Durante l’intervista Kunze-Concewitz aveva anticipato un successivo importante passo nel mondo del whisky. Il mercato, oggi lo possiamo dire con certezza, non ha proprio gradito l’acquisizione a un prezzo troppo elevato di un brand di Cognac, in un momento in cui quel settore era in caduta libera. Mossa sul fronte whisky annullata? Non se ne è saputo più nulla per 10 mesi.
Due anni prima, nel novembre 2021, la cessione del gruppo sudafricano degli spirits Distell – proprietario della scozzese Burns Stewart (Bunnahabhain, Deanston, Tobermory), al colosso della birra Heineken, aveva fatto gridare allo scandalo, per la paura che l’animo vorace della multinazionale olandese potesse iniettare un virus letale nello Scotch. Nuvole nere allontanate pochi giorni dopo, quando venne chiarito che la transizione includeva solo le attività sudafricane di Distell. Gli asset scozzesi vennero scorporati e trasferiti alla Capevin Holdings (CVH), di proprietà degli stessi precedenti soci di Distell. Nulla era cambiato per Bunna e sorelle.
Due storie che si sono intrecciate oggi, martedì 17 settembre 2024.
Campari acquisisce una quota di minoranza della sudafricana Capevin Holdings (CVH)
Fonte ANSA.it
Campari ha perfezionato l’acquisizione del 14,6% della sudafricana Capevin Holdings per 69,6 milioni di sterline, pari a 82,6 milioni di euro. Lo annuncia il gruppo che sottolinea che la holding detiene una partecipazione indiretta del 100% della scozzese Cvh Spirits, titolare dei marchi di Single Malt Scotch Whisky Bunnahabhain, Deanston, Tobermory e Ledaig, e dei Blended Scottish Leader e Black Bottle.
Campari si è assicurata inoltre i diritti per la distribuzione dei marchi di Cvh Spirits in Francia e in Corea del Sud.
In base agli accordi Campari ha esercitato il diritto di nominare un membro del consiglio di amministrazione della holding sudafricana e gode di “diritti aggiuntivi di governance per proteggere la propria posizione di minoranza”.
L’operazione – spiegano a Sesto San Giovanni – si è conclusa ricorrendo all’utilizzo della cassa disponibile.
Quindi? Tutto qui?
L’annuncio di Kunze-Concewitz del 2023 aveva lasciato intendere mosse molto più pesanti di una “semplice” acquisizione di una quota minoritaria di una pedina minore dello Scotch. Gli analisti da mesi parlavano di un interesse di Campari verso colossi come Edrington (Macallan, Highland Park) o William Grant & Sons (Glenfiddich, Balvenie, Tullamore & C).
È bastata una risposta negativa del mercato per ridimensionare le ambizioni dei Garavoglia, o dobbiamo ancora aspettare per il grande colpo di scena?
O forse che l’interesse principale di Campari non sia quello delle distillerie, ma bensì l’entrare nel vasto mercato francese, dove Bunnahabhain e Black Bottle sono brand estremamente forti, e da lì prendere lo slancio per altre mosse nel settore whisky? Courvoisier + Cvh Spirits = Francia sotto scacco?