La lettura del pregevole libro “I Racconti del Calvados”, a cura di Giuseppe Monsagrati, per i tipi de La Lepre Edizioni, 2009, origina diversi spunti interessanti.
I Racconti del Calvados
Alcuni storici italiani e stranieri, prendendo spunto da una cena in Normandia, cena in cui il Calvados ha un ruolo rilevante, decidono di abbandonare il ruolo di scienziato e di immaginarsi romanzieri scegliendo ognuno, un personaggio storico dell’Ottocento realmente vissuto.
Lo scopo è quello di far sì che il lettore debba capire dove il verosimile sia differente dal vero, parlando di Foscolo o Nino Bixio, Belli e Gogol ed altri, perché spesso racconto e realtà si mescolano, in una sfida davvero interessante per gli appassionati di storia e di romanzi.
Il Calvados a far da fil rouge come causa scatenante della necessità della scrittura.
E tuttavia l’importanza del Calvados nell’ultimo secolo è sempre stata inferiore a quella degli altri Spiriti francesi, quasi a simboleggiare la prevalenza storica della materia prima vino rispetto alla succosa mela.
Il Passato
Ma l’uva ed il nobile vino sono sempre stati più importanti della Mela?
La storia dei distillati francesi è molto interessante perché come sempre nel Passato vi è il significato del Presente.
Oggi appare chiaro che, nonostante il trend sia ora finalmente differente, il Calvados nel ventesimo secolo sia stato visto come un fratello minore dei più celebri Cognac, soprattutto, ma anche Armagnac, sia come notorietà al grande pubblico sia in termini di diffusione commerciale nel mondo e nella stessa Francia.
Quasi un confronto impari tra i distillati di vino e quelli di mele.
Ma come si è arrivati a questa realtà? È stato sempre così?
No.
Pare certo che la comparsa delle mele sulla Terra abbia preceduto quella della vitis vinifera, e del resto miti, e religioni e letteratura evidenziano questa realtà. Chi non ricorda il mito della Mela e di Adamo ed Eva nella religione cattolica? O l’importanza della stessa nelle leggende nordiche come rappresentazione iconica dell’immortalità, gestita con grande attenzione dalla Dea Idun. Per non citare la mela nei miti platonici o come premio in palio in mano a Paride per l’attribuzione del ruolo di donna più bella tra le Dee.
Anche in Francia la comparsa del sidro e dunque l’uso del succo di mela fermentato precede sicuramente l’apparizione della Vite e dunque del vino stesso, questo conseguenza dell’arrivo dei Romani, che, come noto, apportavano vite, laddove conquistavano Terre. Il predominio del vino si diffonde dovunque in Francia, a seguito delle legioni romane, tranne proprio in Bretagna e soprattutto in Normandia, dove, per ragioni climatiche (fino a quando?), la Vite non può crescere agevolmente.
La distillazione in Normandia
In Normandia il succo fermentato comincia ad essere distillato appena la mitica arte della distillazione comincia a diffondersi in Europa e per le stesse ragioni per le quali i distillati vengono concepiti all’origine: scopo terapeutico ma soprattutto uso quotidiano nel mondo contadino nonché poi oggetto di possibile imposizione fiscale da parte degli Stati con possibile miglioramento della qualità anche grazie all’interesse di Re e Potenti vari.
La prima evenienza scritta della distillazione de eau-de-vie de cidre è del 1553 con Gilles Picor de Gouberville, che ipotizza anche una sorta di Disciplinare.
Il percorso storico è analogo a quello di Cognac ed Armagnac con la fondazione nel 1606 dell’Ordine dei Distillatori di eau-de-vie de Normandie e successiva promulgazione di due editti che riservano la produzione di eau-de-vie de cidre solo a Normandia e Bretagna.
Il Calvados quindi si inserisce nella stessa linea di progresso storico che seguono Cognac ed Armagnac, ossia una storia dello Spirito connesso strettamente al territorio che poi si concluderà con l’attribuzione della Appelation d’Origine Controleè (AOC). Addirittura nel 1790 proprio dal termine Calvados l’Assemblea Costituente denominerà la zona compresa tra l’estuario tra la Senna e la Bretagna esattamente ad identificare il territorio con il distillato e peraltro lo stesso termine Calvados derivi proprio dalla parola spagnola “calva dorsa”, che descriveva la forma particolare delle coste normanne.
Il “mito” Calvados?
E allora il Calvados ebbe le stesse fortune degli altri Spiriti francesi?
No, per ragioni commerciali e di facilità di accesso ai porti inglesi, e dei Paesi Bassi, sicuramente il Cognac ed in parte minore l’Armagnac ebbero più successo nel mondo, ma questo non fu vero sempre.
Se il Cognac ed in parte anche l’Armagnac divennero progressivamente famosissimi, essi ebbero un arresto fondamentale con la Fillossera, con la distruzione delle vigne, che fece uscire il Calvados dal cono d’ombra dell’uso locale per una diffusione almeno nazionale francese. In piena Rivoluzione Industriale operai e piccola e media borghesia iniziavano la giornata con un cafè-calva, come abbiamo potuto osservare anche dall’opera letteraria del grande Simenon attraverso il mitico Commissario Maigret.
Altro esempio importante della diffusione nella società francese del Calvados fu la storia d’amore narrata in Arco di Trionfo di Erich Maria Remarque, probabilmente ispirata alla sua storia con la mitica Marlene Dietrich, storia in cui il Calvados spesso smoderatamente inebriava gli amanti.
Gli stessi soldati americano sbarcati in Normandia durante la Seconda Guerra Mondiale conobbero ed apprezzarono il distillato a base di succo fermentato di mele (e pere) ed il relativo distillato e ne fecero promozione nell’importante mercato americano.
Poi la crisi seguita alla Guerra.
E una lenta ripresa, tuttora in corso.
Come il Calvados è differente?
Alcuni fattori costituiscono un’unicità di questo Spirito.
Come non vedere nell’accurata scelta delle mele, il cui succo costituirà l’anima ed il corpo del prodotto finale, un’analogia con la complessa origine delle cuvée dello Champagne, ad esempio.
Come non osservare la particolare attenzione con cui i Produttori del Calvados devono porre nell’affinamento in legno affinché questo delicato Spirito possa arricchirsi e non depauperarsi con l’uso delle botti.
Possibile individuare pairing particolari tra il cibo e il Calvados, oltre il Cafe-Calva o il Trou Normand, che vede il Calva come giusto intermezzo alcolico tra una portata e l’altra?
E’ una delle strade che, insieme ad una crescita qualitativa importante, la produzione di Calvados ha in corso di realizzazione verso un ritorno importante sulla scena mondiale.
Ne parleremo prossimamente, intanto mi appresto a leggere un brano dei Racconti del Calvados, assaporando, sulla mia sedia a dondolo, questo gustoso distillato, che coniuga nella bevuta storia e auspicabile nuovo futuro.