Gli assaggi di Port Charlotte, il 18 anni appena rilasciato e il 20 anni (2003) prelevato dalla botte in magazzino, sono sicuramente stati tra i più affascinanti tra le decine di dram che abbiamo potuto portare al naso durante la nostra zingara in Scozia.
Sempre brillante l’accoglienza da Bruichladdich e sorprendente la warehouse tasting, condotta da ragazzi giovani, è completa, soddisfacente, da strappare continui applausi.
Nello shop è possibile assaggiare tutto quello che c’è in vendita, la mia attenzione è andata verso i nuovi 18 anni messi in vendita pochi giorni prima del nostro arrivo.
Se il Bruichladdich 18 anni è distributo, in quantità limitatissima, nei principali mercati internazionali, il Port Charlotte 18 è acquistabile solo presso lo shop della distilleria.
Bruichladdich 18 anni (2024)
Bruichladdich Eighteen è prodotto con una combinazione di orzo scozzese della terraferma, e di orzo di Islay e biologico, con ogni varietà e raccolto completamente tracciabile dalla fattoria alla bottiglia.
Nel milione di imbottigliamenti rilasciati direttamente dalla distilleria Bruichladdich, il 18 anni è comparso nel packaging con etichetta trasparente nelle tre edizioni del 2008, 2009 e 2010, tutte al 46% abv.
Questo nuovo Re-Define 18 anni è stato distillato nel 2004 e maturato esclusivamente su Islay, principalmente in botti ex-bourbon, insieme a un numero minore di botti di Sauternes e di Porto. È stato imbottigliato a 50% abv.
È stato rilasciato, insieme al 30 anni, ad inizio febbraio. Sono entrambi componenti del nuovo core range della distilleria.
Non sono un grande fan dei Laddie maturati per tanto tempo in botti attive. In 20 anni di Warehouse Tasting, ho potuto mettere il naso su molti Bruichladdich di 20 e più anni maturati in hogshead refill e, maledizione, erano tutti super. Rotondi, complessi, lunghi. L’aggiunta di botti ex vino trasformava questa complessità in uno stile un poco noioso, banale. La stessa sensazione che ho avuto al naso e al primo assaggio. Molto Bourbon al naso, frutta, marzapane, agrume candito. Dolce l’ingresso in bocca, poi un’orchestra di spezie, di zenzero e una punta di amaro che toglie eleganza. Finale medio, ancora più tannico. Con qualche goccia d’acqua sviluppa più pasticceria, che non riesce a cancellare l’anima secca. Manca quel wow che avevamo riscontrato negli assaggi dalle botti.
Il prezzo di vendita, £ 150, è sicuramente oscurato da quello del 30 anni (£ 1.500).
Port Charlotte 18 anni (2024)
Prodotto per la prima volta nel 2001, la versione torbata a 40 ppm di Bruichladdich è l’edizione più vecchia di Port Charlotte rilasciata sino ad oggi.
Rilasciato ad inizio marzo, il PC18 è prodotto con orzo 100% scozzese e maltato da Bairds (Inverness), è stato completamente distillato, maturato e imbottigliato sull’isola di Islay.
È stato distillato nel 2004 e fatto affinare in botti refill ex sherry (74%) e in barrique refill di vino francese (26%). Imbottigliato al 54.3% abv.
Se la teoria racconta come la torba dopo i 15 anni perda la gran parte del proprio fascino, l’assaggio di questo PC18 disegna una storia completamente diversa. Un fumo intenso accompagnato dalle note dolci della botte, senza segni di affaticamento, anzi con una energia da giovincello. Frutta rossa matura, falò di spiaggia, un po’ di cuoio. Con l’aggiunta di qualche goccia d’acqua libera una dolcezza ancora più profonda. La nota di cioccolato salato al palato si accompagna ad una ventata crescente di fumo di camino. Finale lungo, frutta secca, fumo mai intenso.
Nel complesso un PC che conserva energia ed aggiunge eleganza e profondità. Davvero piacevole.
Elevato il prezzo di vendita, £ 175.