Martinica è un’isola densa, per gli amanti del distillato di canna da zucchero: densa di storia e di distillerie, da quelle davvero enormi alle più piccole, tanto che oggi se ne contano ben 14. Un’isola che sembrava esser stata fotografata ed identificata dal suo disciplinare AOC, il primo nel mondo del rhum con l’”H”, ma che negli ultimi 15 anni, con notevole inversione di rotta, e forse proprio per queste pesanti zavorre che la legavano ad un dagherrotipo statico, sta assistendo alla nascita, o, in molti casi rinascita, di molti siti storici di sucreries e rhumeries, da quelle programmaticamente guidate da standard di produzione extra perimetro AOC (vale a dire alambicco, fermentazioni “differenti”, prodotti non standard, gran focus sul rhum bianco, sui varietali e sul terroir), a quelle che, in seno al disciplinare, hanno trovato lo spazio per esprimere al meglio la propria natura.
Du nouveau (encore) en Martinique
Ultima nata, che si colloca a pieno in questo secondo filone, Braud & Quennesson è oggi la rhumerie più a sud di Martinica, collocata nel sito della storica Habitation Grand Fond, di fronte al mare, nei pressi della baia di Le Marin.
Il progetto nasce dalla volontà di una famiglia di recuperare uno dei siti importanti per l’histoire sucrière di Martinica, attivo nel XIX e XX secolo: quella di Marin fu una delle usine più moderne ed efficienti dell’isola, costruita con lungimiranza vicino al mare, nel 1866, nei pressi dell’omonimo villaggio, per facilitare il trasporto marittimo, dai coniugi Braud e Quennesson. Nei tempi buoni si lavoravano qui fino a 18.000 tonnellate di canna da zucchero all’anno. Dopo la crisi dello zucchero, intorno al 1960, e all’avvento dei grandi allevamenti bovini, la sucrerie chiude i battenti, seguita dalla distilleria, attiva sullo stesso domaine. È il 1970 ormai. L’usine dell’habitation Grand Fond diventa presto un rudere, un grande rudere inghiottito parzialmente dalla foresta, prima ben visibile sulla strada che porta alla baia di Le Marin.

Prima raccolta nel 2022
Dal 2018 un team guidato dal manager Jean Michel Degentile, lavora affinché l’antico splendore torni a far brillare la storica usine, e tutta la zona. Il 2022 è l’anno della prima e nuova produzione di rhum, un anno che può a buona ragione considerarsi il nuovo “punto zero” ed il vero ritorno alle origini.
Guida il team tecnico una mia vecchia conoscenza, Stephanie Dufour, responsabile di produzione già incontrata alla guida dello chais Depaz – Dillon e dell’intera filiera produttiva A1710: una delle figure tecniche femminili di spicco nell’universo del nuovo rhum agricole delle isole francesi, e soprattutto una che ha potuto toccare con mano il grande ed il piccolo, la diversità e la continuità.
In una breve intervista, mi confessa il suo entusiasmo per il progetto, ideato sin dall’inizio per una produzione rispettosa dell’AOC Martinique, senza perdere assolutamente di vista il fattore terroir: la proprietà infatti comprende, oltre ai nuovi edifici che ospitano la direzione, lo chais ed il locale per condizionamento e imbottigliamento (450mq.), anche trenta ettari di canna da zucchero di proprietà (merce sempre più rara in Martinica) che sono destinati a toccare i 60 nell’arco dei prossimi tre anni: le varietà di canna da zucchero coltivate sono R579 (Rouge), B69.566 (Bleue), B59.92 (Roseau). Una équipe scelta di maitres canniers e planteurs si occupa di crescita, gestione dell’eventuale irrigazione (il sud di Martinica raggiunge punte di calore e siccità notevoli, soprattutto in questi ultimi anni), e raccolta (quest’ultima svolta esclusivamente a mano), della produzione, che quest’anno si è attestata sui mille quintali, il tutto entro i limiti temporali e agronomici del disciplinare.
Produzione a Du Simon
Le canne da zucchero vengono poi istradate verso l’Habitation Du Simon, partner di produzione, che le gestisce come una selezione, e le destina separatamente ad una fermentazione classica e ad una distillazione in colonne créole, in modo da rispettare, oltre al disciplinare, la filiera ed i parametri impostati sin dall’inizio da Stephanie. Il rhum di questo primo anno è stato prodotto nella quantità di 63.000 litri a 71% ABV, che, post riduzione, hanno sfiorato i 100.000 litri, dei quali, circa 40.000 sono stati destinati ad essere imbottigliati come Blanc, in tre referenze di grado diverso ideate da Steph per differenti utilizzi: un 59,2% ABV da degustazione (3600 bottiglie), un 55% ABV da t-punch “evoluto” (4660 bottiglie), ed il restante a 50% ABV. Mi riprometto ovviamente di assaggiarli quanto prima per voi.
Il resto della produzione è stato messo a dimora in legno americano e francese, d’occasione e nuovo, secondo la standardizzazione dello chais prevista da disciplinare AOC: Stephanie lavora con 300 botti di rovere più 3 tini in acciaio inox da 15.000 litri ciascuno, per il brassage dei bianchi.
Rispettoso della AOC Martinique
Rientrare nei parametri AOC è stata una scelta precisa, per dimostrare che è possibile arrivare ad un prodotto eccezionale e innovativo pur nel segno della tradizione, che rappresenti Martinica ma anche l’eccellenza ed il know-how di team.
La rinascita di Grand Fonds, tra l’altro, contribuirà sicuramente alla rivalutazione turistica, per una volta non solo pertinente a “turismo da imbarcazione”, del sito di Le Marin: la bellezza dell’edificio storico, fedelmente recuperato, e la modernità dello chais, sapranno catturare ogni categoria di turista, anche perché sarà tutto in effetti aperto al pubblico, anche la parte produttiva, oltre all’habitation e al giardino con il laghetto.
E’ in allestimento, infine, una sala degustazione per poter assaggiare tutti i rhum prodotti, che alla base, saranno destinati sia alla vendita locale che, per una buona fetta, all’esportazione.
Ai prossimi visitatori non resta che aggiungere un altro indirizzo importante al carnet delle visite irrinunciabili: e, se si è navigatori e si fa vita da barca, una piacevole detour finalmente prossimo all’approdo portuale più noto di Martinica.