Brandy Villa Zarri, italiano ma con accento francese

Brandy Villa Zarri, italiano ma con accento francese

A Guido Fini Zarri venne una idea quasi folle: produrre un distillato di vino come se ci trovassimo in Francia, unendo i metodi di distillazione del Cognac e artigianalità e i volumi bassissimi dell’Armagnac. Tanto per sgombrare il campo nessuna improvvisazione, Guido proviene da una famiglia di distillatori e ha imparato l’arte della distillazione artigiana direttamente in Francia.

 

Villa Zarri sarà duplice protagonista dell’evento organizzato da AIS Emilia in collaborazione con Whisky Club Italia. Qui Guido Fini Zarri distilla il brandy italiano più apprezzati in tutto il mondo, un orgoglio dell’artigianato italiano ancora prodotto con metodo tradizionali. Sempre qui lo chef stellato Agostino Iacobucci ha scelto di aprire il suo primo ristorante, dove propone una cucina creativa fortemente influenzata dalle sue origini campane e dalla sua adozione emiliana.

Un Mastro Distillatore e uno Chef che hanno accettato la sfida di lavorare in un luogo di eccellenza. Potremo godere della loro collaborazione sabato 10 febbraio grazie ad una esperienza gourmet proposta da AIS Emilia in collaborazione con Whisky Club Italia.

 

IACOBUCCI INTERPRETA VILLA ZARRI
Un viaggio tra gusti audaci ed abbinamenti alcolici

Villa Zarri, Castel Maggiore, Bologna

Sabato 10 Febbraio 2024
Ore 12.00 visita in Distilleria e aperitivo di benvenuto
Ore 13.00 pranzo presso Ristorante Agostino Iacobucci

 

 

Villa Zarri, la distilleria

Le sorprese arrivando a Villa Zarri si presentano già alla porta; a parte la bellezza dell’edificio del ‘700 e il fatto di trovarsi in un ambiente completamente integro, mi aspettavo di trovare l’impianto di distillazione in un edificio separato dalla villa, invece che praticamente in salotto. Perdonatemi se mi dilungherò un po’ sul discorso produttivo visto che è bello pensare alle differenze e alle particolarità, soprattutto in rapporto al mio distillato preferito.

Guido Fini Zarri distilla solo fermentati di uve di Trebbiano emiliano-romagnolo che hanno la giusta acidità per sopportare lunghe maturazioni. Esperimenti effettuati con vitigni più aromatici hanno portato risultati non all’altezza. La fermentazione delle uve porta a un “vino” di circa 5/6% Vol.

Come da tradizione del cognac, alambicco Charentaise scaldato a fuoco diretto (gas naturale). Unica concessione alla modernità, la gestione delle curve di temperatura avviene in maniera totalmente automatica e il distillatore può concentrarsi sulla parte di tagli di teste e code: la fiamma e le temperature vengono regolate da un computer istruito a dovere da Guido.

Guido distilla ogni partita di fermentato, che potremmo definire in modo improprio una Cru, in maniera separata. A ogni distillazione sa perfettamente quindi che la botte Y contiene il distillato proveniente dal conferente X, e quindi può preservarne le caratteristiche, e modularle sapientemente quando andrà a fare l’assemblaggio. La doppia distillazione del brandy (cognac) ha differenze molto evidenti da quella de whisky. La prima differenza di impianto è che c’è un solo alambicco: vengono effettuate tre “prime” distillazioni per riempire l’alambicco per la seconda: la capienza è di 2500 litri, di cui circa 300 sono teste e code reimmesse nel processo. Altra differenza è sui tagli: nel whisky durante la prima distillazione le teste e le code non vengono separate ma tutti i low wines finiscono in seconda distillazione; in questo caso già durante la prima distillazione vengono separate teste (che rilasciano aromi più gradevoli di quelle provenienti da fermentati di cereali ) e code che vengono separate e poi reimmesse in distillazione. Dopo aver prodotto una quantità sufficiente di brouillis (l’equivalente dei low wines nel whisky) per caricare l’alambicco per la seconda distillazione , si ricomincia e ovviamente si effettua ancora il “taglio” del distillato; abbiamo una ulteriore differenza nella gestione delle code, che vengono suddivise in due parti: una parte che viene considerata utile per arricchire il brouillis alla prossima distillazione e si chiama secondes; la rimanente viene reimmessa per essere distillata ancora due volte. Il distillato che viene prodotto per la maturazione viene chiamato dai francesi la bonne chauffe.

 

 

Vengono utilizzate solo botti di legno francese di 350 litri, come sarebbe da tradizione del Cognac. Non vengono usati né coloranti, né zuccheri, né boisé (un intruglio segreto a base di legno utilizzato da molti produttori francesi). Il distillato viene messo a gradazione piena (oltre i 70 gradi) nelle botti nuove per un anno. Dopodiché viene abbassata la gradazione alcolica (diminuendone quindi l’estrazione dal legno) di circa dieci gradi e travasate in botti già usate. Non vengono messi in commercio prodotti con meno di dieci anni di maturazione (come per gli Scotch, l’anno indicato in etichetta è quello del distillato più giovane presente nell’assemblaggio). Guido aggiunge acqua molto lentamente e lascia riposare per molte settimane per far “sposare” l’acqua col distillato e lo porta molto lentamente alla gradazione di imbottigliamento, generalmente attorno ai 43/44%.

 

 

Villa Zarri per Whisky Club Italia

Hai assaggiato il Brandy Villa Zarri selezionato per Whisky Club Italia?

Guido Fini Zarri ha selezionato per Whisky Club Italia un single cask del suo pregiato brandy. Stiamo parlando di un brandy italiano di vino trebbiano romagnolo distillato nel 1991, maturato in botte di rovere Limousin per oltre 24 anni e imbottigliato alla gradazione di botte. Elegante bottiglia con astuccio.

Il meglio della produzione di brandy italiano per un palato da bevitore di whisky: forza, potenza, equilibrio e grande soddisfazione.

Brandy Villa Zarri
Brandy Italiano
Millesimato 1991
24 anni
Gradazione di botte 59.7%
50cl

Informazioni su whiskyclub.it/shop

 

 

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